Guardia Costiera

Grossista di pesce reagisce a un controllo e chiude due Sottufficiali della Guardia Costiera nel frigo!


Chioggia, 16 ott. - Ha chiuso nella cella frigorifera della sua azienda al Mercato all’ingrosso del pesce due sottufficiali della Guardia costiera che stavano controllando registri e pescato, dopo aver lanciato contro di loro una cassetta di vongole veraci. Il grossista chioggiotto Rizzano Veronese ora è in carcere per sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.Il pubblico ministero di Venezia Stefano Ancillotto ha chiesto il processo per direttissima e già oggi potrebbe finire sul banco degli imputati nell’aula del Tribunale di Chioggia. Il fatto è avvenuto la notte scorsa, poco dopo le tre, l’ora in cui comincia ad arrivare la merce da mettere in vendita al Mercato all’ingrosso e l’ora in cui in più di un’occasione la Guardia costiera compie i controlli per far rispettare le leggi sul commercio del pesce.I due sottufficiali si sono presentati al banco di Veronese chiedendogli di mostrare registri e documenti, ma evidentemente il commerciante aveva una brutta giornata e avrebbe cominciato subito a dare in escandescenze, lanciando quello che gli chiedevano addosso ai due pubblici ufficiali. Alla seconda loro richiesta, ha risposto dicendo che se volevano potevano andare a controllare nella cella.I due sottufficiali non se lo sono fatto ripetere e sono entrati, ma appena hanno varcato l’ingresso sono stati rinchiusi dentro a chiave. A compiere il gesto è stato Veronese, che nonostante le sollecitazioni dei colleghi, non ha voluto riaprire la porta, tenenedo chiusi nella cella assieme al pesce i due della Guardia costiera per circa quindici minuti. Solo dopo numerose insistenze gli altri grossisti hanno convinto Veronese a farli uscire, soprattutto facendolo ragionare e spiegangogli che rischiava di finire in manette.E, infatti, quando i due sottufficiali sono riusciti ad uscire lo hanno bloccato, spiegandogli che era in arresto. Veronese, invece che tacere o magari chiedere scusa, ha spiegato che non potevano arrestarlo perchè aveva un impegno urgente, aveva un appuntamento per una visita medica. E’ stato un tentativo inutile di evitare il carcere. Il pm lagunare, infatti, ha dato il suo assenso per l’a rresto e ha deciso di chiederne il processo per direttissima. Veronese ha nominato due avvocati difensori e dovrò rispondere al giudice di sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficile.