Guardia Costiera

Anche a Taranto casi di ordinario disagio


Spesso sfugge che ci sono più di dodicimila Ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria della Marina Militare - Guardia Costiera che operano alle dipendenze del Ministero dei Trasporti, Interni, Ambiente, Difesa, Beni culturali, Giustizia ecc., svolgendo attività di polizia marittima, come concorso all’immigrazione clandestina, al traffico di stupefacenti in mare, sicurezza ambientale, sicurezza della navigazione, antiterrorismo nei porti, controlli in mare e a terra sulla regolarità e salubrità del pescato ecc. ecc.. L'attività avviene senza un sistema di difesa, ma solo armati di buona volontà e di amore per il mare e per una professione a servizio della comunità. Sono frequenti ormai i casi di ordinario disagio vissuto dal personale. Dopo i casi di Bovalino (dal quale è scaturita una interrogazione parlamentare), Tortoreto, Castellammare di Stabia ecc. ecc. citati già su questo sito, anche a Taranto, presso il mercato del pesce giorno 29 u.s., mentre si svolgevano gli importanti controlli che avvengono sulla filiera della pesca in particolare nel mese di ottobre, i colleghi della Guardia Costiera di Taranto si sono visti costretti a ripiegare, in considerazione della massiccia e “veemente” protesta che le decine di pescatori o presunti tali iscenavano nei loro confronti. Generalizzato e invitato in caserma il marito di una grossista, mentre gli si elevava la notizia di reato  è andato in escandescenza sfasciando ciò che in caserma trovava davanti ferendo anche un militare. Il tutto si è risolto con una denuncia a “piede libero a suo carico”. Questi sono i fatti, che si deducono dal chiaro e coinciso comunicato stampa emanato dalla Guardia Costiera. Purtroppo di fatto è il massimo che i colleghi hanno potuto fare. Hanno dimostrato alta professionalità in quanto, senza mezzi di difesa e di fatto senza possibilità di arresto (senza armi e senza manette o mezzi per l'ordine pubblico), hanno gestito la situazione evitando una vera e propria sommossa esprimendo qualità quasi da sociologi, psicologi o assistenti sociali. Da cittadino mi chiedo se è normale tutto ciò? Si cerca di migliorare la sicurezza con l'istituzione di ronde, con pattuglie miste. La Guardia Costiera che è composta da personale con lo status di ufficiale e agente di polizia giudiziaria (ma non di pubblica sicurezza) deve subire mortificazioni sotto l'aspetto professionale e grossi rischi sotto l'aspetto della propria sicurezza, perchè non ci sono leggi che lo tutela e gli riconosca lo status di forza di polizia.Ciò che mortifica è che di questa situazione sono pienamente coscienti tutti i Ministri (Difesa, Interni, Agricoltura, Trasporti e funzione pubblica), perchè spiegata dal sottoscritto anche in incontri formali durante le presentazioni delle leggi finanziarie e dei D.P.E.F. agli ultimi tre Governi ed in tutte le sedi parlamentari nel corso delle ultime tre legislature (possibilità di esercitare questo diritto, ottenuta spesso grazie alla sensibilità del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio). Mi sono rifatto alla politica di risparmio e razionalizzazione della Pubblica Amministrazione, evidenziando l’assurdità in cui si trovano i militari della Guardia Costiera nel chiamare il 112 o 113 per farsi difendere o procedere agli arresti, come se fossero comuni cittadini, con spreco inutile di risorse economiche ed umane. “Perché spendere milioni di euro per fare concorsi, arruolare e formare altri uomini per le Forze di Polizia se c’è tanto personale della Guardia Costiera che già vi opera, e non aspetta altro che un riconoscimento, per agire con più efficienza e dignità? Tutto ciò sarebbe a costo zero! Gli uomini, i mezzi e la professionalità ci sono!” Tutti i delegati della rappresentanza della Guardia Costiera all’unanimità, un anno fà hanno chiesto l’arma di dotazione individuale e una rappresentanza più forte che possa tutelare il personale. Per esperienza personale e supportato anche da delibere della Base posso dire che di fatto la totalità del personale vuole che il Corpo diventi una Forza di Polizia, sempre all’interno della amata Forza Armata Marina, come erano prima i Carabinieri per l’Esercito.  Ciò che si vive è una mortificazione non solo per la Forza Armata che vede il personale con la divisa della Marina Militare malmenato e oltraggiato, ma è una umiliazione per lo Stato Italiano che è rappresentato dalle stesse divise. Naturalmente i Ministri, come è accaduto anche con gli altri due precedenti Governi, alle mie esternazioni anche in sedi Ufficiali non danno risposte fattive e concrete. Eppure l'impegno dell'attuale Comandante Generale della guardia Costiera, per risolvere le problematiche su esposte, è noto a tutto il personale che gli è vicino ed auspica che ciò avvenga anche nell'ambito del prossimo riordino del Corpo.Nella circostanza della città di Taranto ai fatti accaduti fà eco la richiesta (di pochi mesi fà) del Sindaco al Ministro dei Trasporti, affinchè la Capitaneria venga elevata al rango di Direzione Marittima, in considerazione che si tratta del secondo porto d'Italia per attività commerciale. In una prospettiva di sviluppo portuale, al fine di far uscire la città dal dissesto, il primo cittadino ha pensato che sia determinante un potenziamento degli uomini, mezzi ed equipaggiamenti della Guardia Costiera. Ciò suscita soddisfazione nel personale perchè, viceversa da quanto di sgradevole è accaduto, si vedono riconoscere il senso della loro professionalità che è diretta a rendere più sicuri i cittadini sia in mare che a terra, sopratutto nelle importanti materie marittime. Che lo facciano importanti istituzioni locali, indipendentemente dalle parti politiche che rappresentano, è segno di vicinanza alla Marina Militare – Guardia Costiera dei cittadini onesti, che per fortuna sono la maggioranza. Antonello Ciavarelli - Delegato del Co.Ce.R.