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Un blog creato da marcellina6 il 03/05/2006

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buon compleanno
Inviato da: ninograg1
il 24/06/2016 alle 06:31
 
buon compleanno e buon 2012
Inviato da: ninograg1
il 25/06/2012 alle 07:54
 
Risvuoatala!! :P questo è molto altro da noi!!
Inviato da: neo781
il 14/09/2011 alle 10:39
 
svuotata!!!!
Inviato da: marcellina6
il 13/12/2010 alle 19:11
 
puoi svuotare la casella di posta....cortesemente???
Inviato da: doncialis
il 13/12/2010 alle 18:17
 
 

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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 25 Marzo 2008 da marcellina6

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Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.

- Pablo Neruda

 
 
 

Il presepe pugliese

Post n°6 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da marcellina6

La  La straordinaria ricchezza di fonti narrative, evangeliche e popolari, ha consentito, sin dal XIV secolo, di differenziare anche in Puglia la rappresentazione della Natività da quella del Presepe. Questo passaggio può essere colto proprio in una chiesa francescana, quella di Santa Caterina a Galatina. In una arcata ribassata nella controfacciata della navata sinistra, un grande affresco, con la rappresentazione della Natività, fa da sfondo ad un più plastico presepe in pietra attribuito allo scultore Nuzzo Barba, sullo scorcio del XV secolo. E' unanimemente ritenuto il più antico presepio di Puglia di cui sopravvivono però solo gli elementi centrali: la Vergine, il Bambino, San Giuseppe e il Bue e l'Asino. E' nel corso del XVI secolo tuttavia che la rappresentazione presepiale con scultura in pietra, trova la sua massima affermazione, cominciando poi un lento declino nel XVII secolo per ricomparire in seguito, sul finire del Settecento, in forme differenti, influenzate dalla voga napoletana dei presepi vestiti che in Puglia si trasforma in presepe in cartapesta o terracotta. E' Stefano Putignano nel corso del XVI secolo lo scultore più fortemente plastico che impagina vasti ed antichi presepi a Grottaglie, Polignano a Mare, Martina Franca. Ma altri artisti come Paolo da Cassano, a Cassano Murge e Bitritto; Altobello Persio ad Altamura, Tursi e Gallipoli, arricchiscono il panorama del secolo, nel corso del quale è forse Gabriele Riccardi ad inscenare, per la Cattedrale di Lecce, il più raffinato presepe che occupa tutto un altare, dove, nel fastigio, sono collocati la Cavalcata dei Magi e i Pastori adoranti e, sulla mensa, il gruppo della Natività. Attribuito un tempo al Riccardi, ma oggi ritenuto di uno scultore ancora anonimo, è un bel presepio a rilievo a Torre S. Susanna, come anonime sono le tre figure in pietra, dipinte, della Natività di Manduria. Nel corso del Seicento e del Settecento, altari dedicati al presepe, come nella Chiesa del Rosario a Lecce, ruotano spesso attorno al dipinto centrale. La religiosità popolare riprende vigore nell'Ottocento, quando, con alterna qualità i cartapestai del Salento e diLecce  iniziano una tradizione viva ancora oggi. Primo protagonista ne fu Mesciu Pietru de li Cristi, soprannome del primo cartapestaio documentato con una statua di San Lorenzo in Lizzanello del 1782. Il suo nome era Pietro Surgente (1742-1827) e fu il maestro (mesciu) di una schiera di grandissimi scultori della cartapesta nell'Ottocento, quasi tutti ricordati col loro soprannome: segno questo di una dimensione tutta paesana, quasi familiare e umile della loro attività. Nel secolo scorso si passa dalle grandi statue per altari, alle piccole statue per i presepi. Cominciò un certo Mesciu Chiccu Pierdifumu a modellare pupi da presepe in creta, che poi, aiutato da sua moglie Assunta Rizzo, "vestiva" con pezzi di stoffa alla napoletana per le misure più piccole e con fogli di drappeggiati di carta imbevuta di colla per le misure più grandi (fino a 30 cm.) in cui il corpo veniva ridotto a uno scheletro di fil di ferro e stoppa. Così, impercettibilmente, si passò dal classico pupo napoletano al classico pupo leccese. Accanto all'attività degli artisti professionisti si assiste ad una vera e propria germinazione spontanea di artisti popolari, tra i quali spicca la classe dei barbieri di Lecce, che intorno al 1840 cominciarono ad imitare i cartapestai e, nelle lunghe ore libere del loro lavoro con pettine e forbici, si dettero a modellare sia la carta pestata che la creta con le mani, i bulini e gli stampi. Tra gli esempi più belli vanno annoverati certamente quello dell'Istituto Marcelline di Lecce del 1890, realizzato da Manzo e De Pascalis ed Agesilao Flora; quello frammentato del Guacci, oggi al Comune di Lecce e quello di Michele Massari, poliedrico artista novecentista, anche presso il Comune di Lecce

 
 
 

Ma quanti porcellini

Post n°5 pubblicato il 20 Settembre 2006 da marcellina6

C'è qualcuno che manda dei messaggi molto indecenti,si divertirà così ad offendere le donne?

 
 
 

E' arrivato l'autunno

Post n°4 pubblicato il 18 Settembre 2006 da marcellina6

   E con i primi freddi che tristezza chiudersi in casa e non uscire la sera

 
 
 

Fermate quella corsa

Post n°3 pubblicato il 13 Settembre 2006 da marcellina6

www.animalieanimali.it
info@animalieanimali.it

(Sui giornali)

Corriere Adriatico
“Fermate la corsa del Drappo” - 12 set 06
Appello al prefetto di Ancona.
 

La Lega Italiana per i Diritti dell’ Animale (Lida) ha chiesto al prefetto di Ancona di bloccare il palio del Drappo, in programma domani a Loreto, perchè il percorso di gara, asfaltato e in salita, è un pericolo per la salute dei cavalli. Secondo il Servizio veterinario della Zona Asur 7 di Ancona, afferma Mauro Bottigelli della Lida, una corsa su strada asfaltata (anche se coperta da terriccio) e per giunta in salita espone i purosangue o i mezzosangue anglo-arabi a sollecitazioni eccessive all’apparato scheletrico ed ai tendini. Evidentemente, sottolinea la Lida, “le mattanze avvenute nei ultimi due mesi a Fucecchio, Floridia, Ferrara, Feltre, Servigliano, Piazza Armerina non hanno aperto gli occhi agli amministratori comunali e non hanno insegnato loro quali danni d’immagine rischia la città in caso di un incidente ai cavalli”. Il tentativo di porre un argine a questa situazione è stato fatto - ricorda la Lida - dalla Conferenza Stato-Regioni con un decreto del 2003, in base al quale le Regioni si impegnano ad “autorizzare lo svolgimento di gare di equidi o altri ungulati nel corso di manifestazioni popolari solo nel caso in cui la pista sia ricoperta da materiale idoneo ad attutire i colpi degli zoccoli degli animali e sia circoscritta - conclude la nota - con adeguate sponde capaci di ridurre il danno agli animali, in caso di caduta

 
 
 
 

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