GUARD-RAIL KILLER

Francia:


prende piede l'autovelox pedagogico, che dice quanto si corre ed a quali sanzioni si va incontro “Prevenzione e non repressione”14 luglio 2008
GUERMANTES (FRANCIA), In Italia chi mette un pannello elettronico in grado di mostrare la velocità ai conducenti dei veicoli in arrivo, rischia di commettere un errore clamoroso. Se qualche metro più avanti non c’è una postazione fissa per la rilevazione della velocità, il rischio è quello di trasformare il sensore in una specie di luna park di strada: auto e moto fanno a gara per vedere chi ci passa più veloce. Un po’ come l’etilometro in molti locali: darà anche un’utile indicazione a chi chiede di poterlo usare responsabilmente, al fine di evitare di mettersi al volante in stato di ebbrezza, ma è assai più facile che qualche sbruffoncello di turno sfidi a “singolar tenzone” un improvvisato rivale per vedere chi ha il gomito più alto. In Francia, invece, non si “corrono” – scusate, ma non è un eufemismo – rischi di questo genere: a Guermantes, piccolo paese nel dipartimento della “Seine et Marne”, 30 km ad est della capitale, è stato inaugurato nei giorni scorsi un “radar pedagogique”: ma potrà mai essere che un rilevatore di velocità, possa avere questa funzione? Pare proprio di sì, ammesso che “l’infernale macchinetta” – come ormai sono soliti chiamarla gli habitué della velocità – non faccia “...ni fash, ni pv…”. Tradotto dallo slang francese, vuol dire “…né fotografie, né contravvenzioni…”: insomma, quell’avvisatore che in Italia indica solo la velocità, in Francia è diventato una sorta di prontuario di violazione istantaneo. Tu viaggi a 50 orari in un tratto in cui devi andare a 40? Il radar ti dice che vai più veloce del consentito e che a quella velocità rischi la decurtazione di un punto (in Francia ce ne sono solo 12 e nessuno prevede gratifiche biennali) ed una sanzione amministrativa da 135 euro. In realtà, l’iniziativa di Guermantes non è affatto una novità: a Lione venne eseguita una timida sperimentazione nel giugno 2006, quando “Tomi”, questo il nome del radar attribuito dal suo inventore, venne piazzato a presidiare una zona 30. “Prevenzione più che repressione: è questo il principio che ispira la nostra politica in materia di sicurezza stradale”, ha spiegato il sindaco di Guermantes Jean Jelensperger. “Noi speriamo che questo radar induca gli automobilisti ad andare più piano e li sensibilizzi sulle conseguenze del loro comportamento”. (ASAPS)Fonte:www.asaps.it