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Nuovo Prada! MIU MIU


2015, GivaudanQuando una azienda soffre sui mercati finanziari di mezzo mondo, perdendo la metà del valore azionario, o schiatta o le prova tutte.Prada spara il primo profumo Miu Miu, con l'intenzione di replicare il loro sino ad oggi unico vero successo, Infusion d'Iris. Il progetto viene affidato alla Givaudan. Vi lavora un team eterogeneo, la firma finale è del Capo dei Profumieri. Una donna, Daniela Roche Andrier, la moglie... del CEO dell'Azienda a cui dobbiamo comunque ogni tanto un grazie. Giusto?Il profumo è costruito seguendo la politica del captive = novità = successo. Purtroppo questa equazione tripartita non è sempre corretta. Miu Miu è un mughetto nuovo, scordiamoci l'idrossicitronellale, scordiamoci pure il lyral. E' una ricostruzione nuova, più morbida, ma anche meno aderente alla realtà. Non c'è aderenza alla realtà delle campanelle di mughetto in un prato, come in Muguet de Bonheur o Diorissimo. Per Miu Miu il modello è una triste rappresentazione grafica delle campanelle di mughetto su una scatola di cioccolatini. La ricostruzione ignorante del fiore. Qui infatti non c'è mughetto, ci sono fiori bianchi generici. Finto anche il prato, con una spinta verde più secca. Ma la novità è nel materiale di ancoraggio, dove fa capolino il nuovissimo Akigalawood, nome di fantasia per una frazione aromatica di olio di patchouli modificata tramite processi enzimatici, dall'effetto legnoso non terroso, pulito e leggermente quasi piccante. L'esito finale com'è? Purtroppo per niente originale, scontato, strasentito. Tutto si annienta in un floreale bianco morbido saponato, decisamente fiacco nella scia, e lungo ma debole/molto debole in longevità.La Jicky Girl è di turno, e al suo meno educato naso, Miu Miu pare... saponetta "Dove", ma dice anche "Nivea"... Nivea che? Sapone cremoso...
Se là fuori le Jicky Girl saranno in tante, sarà dura per Prada far cassa con questo Miu Miu... Rating: ZERO-0,5/5