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Arnault, che figura di mer>@!

Bernard Arnault il leader di LVMH, insomma Dior, Guerlain, Luois Vuitton, etc, etc... quote di Hermes, etc etc (HA COMPRATO TUTTO O QUASI)... Arnault è finito su Liberation così: "Vattene, ricco coglione"! Per tutta risposta Arnault toglieva gli sponsor a Liberation e per forza...

la scorsa estate saltò fuori che il multimiliardario aveva avviato la trafila burocratica per prendere la nazionalità belga. E però su Arnault è cascato l'asino. A Bruxelles, infatti, un organismo pubblico che deve approvare la naturalizzazione del ricchissimo francese ha appena opposto il suo rifiuto. E adesso l'amministrazione fiscale del Belgio comincia a dubitare fortmenente delle attività di Arnault in loco, classificate come società fittizie.

Nei giorni scorsi l'Ufficio nazionale degli stranieri, alla richiesta di Arnault, ha opposto il suo rifiuto. La ragione (almeno quella ufficiale) è la seguente: il francese ha acquisito la sua proprietà un anno fa, mentre, secondo la legge belga, deve provare di vivere stabilmente nel Paese da almeno tre anni. Non è improbabile che le polemiche che hanno accompagnato la vicenda abbiano influenzato gli esperti dell'Office. A prendere la decisione definitiva sul Re del Lusso Arnault sarà comunque la Commissione parlamentare delle naturalizzazioni, che si basa su tre pareri. Il primo, lo abbiamo visto, è stato negativo. Gli altri due devono giungere dalla Procura generale del Regno belga e dai servizi segreti. Ma se anche questi due saranno positivi, la Commissione non potrà procedere automaticamente alla naturalizzazione del miliardario, ma si dovrà iniziare uno studio del caso più lungo e articolato che coinvolgerà tutti i 17 deputati che ne fanno parte.

Ma i casini di Arnault non finiscono qui. L'imprenditore ha sempre rifiutato di mettere in relazione la richiesta del passaporto belga con ragioni politiche o fiscali: vaneggiando di attività importanti del suo gruppo nel Paese e accampando ragioni di nuovi investimenti. Ma John Crombez, sottosegretario belga, responsabile della lotta alla frode fiscale, al quotidiano De Tijd di domenica si è detto molto scettico sulla realtà delle imprese controllate da Arnault e da Lvmh in Belgio. Si tratterebbe, di società fittizie (letterbox companies). "E se Arnault spende nel nostro Paese con questo tipo di società, dobbiamo segnalarlo al fisco francese", ha precisato. Come dire: il miliardario potrebbe essere perseguito per evasione.

Il 24 dicembre Lvmh ha replicato con un comunicato che dice che "le attività del gruppo sono perfettamente reali e che in certi casi esistono da un decennio". Il sottosegretario belga ha chiesto intanto a Steven Vanackere, vertice delle Finanze, di contattare il suo omologo francese, per fare luce sulla vicenda. Vanackere, intervistato dall'agenzia France Presse, non ha voluto confermarlo, ma ha assicurato di voler procedere a una concertazione con Parigi sull'esilio fiscale di tanti francesi in direzione del Belgio.

In effetti, nei giorni scorsi, Hollande ha indicato la volontà di rivedere le convenzioni sottoscritte con alcuni Paesi, come il Belgio e la Svizzera, che consentono ai francesi di pagare interamente le tasse nel Paese di residenza all'estero, così da evitare una doppia tassazione. La volontà del governo di Hollande appare quella di rivedere la regola, introducendo anche un'imposta della Francia sui redditi degli "espatriati" furboni. Come indicato da Jerome Cahuzac, ministro del Bilancio, "queste persone non devono essere esonerate completamente degli obblighi fiscali nei confronti di un Paese, la Francia, al quale devono molto". I belgi sono pronti a discuterne. Arnault e i suoi proseliti sono avvertiti.