Siamo soli

Dalla mia moleskine


20 AgostoNon so neanche che giorno è. Una cosa l’ho ottenuta in questo viaggio. La completa perdita della dimensione del tempo. Destinazione Dieppe stamani. La signora anche oggi mi ha fatto la battuta. Dice che oggi non pioverà perché io ho portato un po’ del mio sole italiano. Ah ah ! E’ forte. Ma dove le trova ste battute? J Sono andato a far colazione al bar stamani e un cucciolo mi ha fatto un sacco di feste. Mi sono preso quell’affetto e ho fatto il pieno. I cuccioli di cane non parlano lingue diverse, ma usano una lingua universale. E’ bello iniziare la giornata con un bel pieno d’amore. Il bello di non avere meta è che puoi cambiare destinazione quando vuoi. Ho visto un indicazione di un parco con castello in cui scorazzano fenicotteri rosa. Ci vado subito! Mentre viaggio ho una sensazione olfattiva. Odore di barba appena fatta. Un odore un po’ acre che sentivo tutte le mattine mentre ero in dormiveglia. L’odore di mio papà che tutte le mattine si faceva la barba prima di andare al lavoro. E’ incredibile che i ricordi affiorino anche attraverso gli odori. E mi rendo conto di quanto tempo abbia sprecato non dimostrandogli il mio affetto quando era ancora vivo.Quando rientrerò in albergo parlerò della bellezza del parco con castello. Ma adesso ho bisogno di fermare l’emozione che provo. Lo scenario è la città di Dieppe. Bella cittadina di mare con le sue falesie e il suo castello con una bellissima collezione di oggetti d’avorio. Vedo una chiesa si un promontorio e decido di andarci per godermi il panorama. Ma appena arrivato mi rendo conto che non è granchè. Così entro nella piccola chiesa. Un pugno allo stomaco mi raggiunge. E’ una chiesa minuscola ma dentro è pieno di lapidi. Sul momento non capisco. Poi inizio a leggere. Sono tutte in memoria di uomini dispersi in mare. Tutti giovanissimi. Dai 20 ai 40 anni. E mi sorprende trovare anche date recenti. 1986 per esempio. Al giorno d’oggi si muore ancora in mare !!! Sulla targhette la scritta dei parenti. Disperso, mai più tornato. Una moglie scrive: lo stiamo ancora aspettando. E mi si bagnano gli occhi. Solo nel silenzio di quella chiesetta ma con una sensibilità al dolore evidentemente acuita negli ultimi tempi. Gli lascio un bacio e mi volto varcando la porta.Il parco è stata la cosa più bella che abbia visto oggi. Il tipico parco francese di un castello, ma la particolarità è che vi scorazzavano indisturbati cervi, daini, fenicotteri ogni tipo di uccelli e addirittura canguri! E ancora una volta la presenza di quegli esseri mi ha fatto bene. Come anche la consapevolezza che non ha senso pianificare le cose. Bisognerebbe riuscire ad essere elastici e prendere le occasioni al volo. Nessuno mi corre dietro e allora è giusto prendersi tempo. E ho vissuto la giornata per la prima volta godendomi gli istanti senza fretta. Torno a raccontare di Dieppe, dal punto da dove ero rimasto. Da lì mi sono fatto la costa fino a Treport. E’ tutta caratterizzata dalle alte falesie e da spiagge sassose. Pensavo che quella di Etretat fosse l’eccezione. E invece mi rendo conto che è la regola per quel tratto di costa. E adesso che l’ho vista tutta posso affermare che Etretat e sicuramente la spiaggia più bella. Da lì sono andato a visitare il castello di Eu. E anche qui la guida è stata gentile perché ero italiano. Non so. E’ evidente che il mio atteggiamento in quanto straniero è più aperto. Non si capirebbe altrimenti perché attacco bottone con tutti i custodi e le receptioniste. Mi sembra di essere Monica!!! La cosa più bella di questo castello è un corridoio con delle vetrate colorate. Magnifico. Erano le 6 passate. Così ancora una volta ho deciso di prendermi il mio tempo. Invece di fare l’autostrada mi sono fatto la strada costiera con tutti i paesini. E miracolosamente è uscito il sole. Avrebbe dovuto piovere tutto il giorno e invece….Che la signora avesse ragione? Mi sono goduto la luce soffusa del tramonto sulle falesie bianche. Poi ho pensato di fermarmi a Fecamp. Ho avuto un attimo di stupore. L’avevo vista giorni fa sotto una pioggia battente. Ebbene, la stessa chiesa, le stesse case facevano un impressione completamente diversa. Forse è la pietra scura che con la pioggia diventa cupa e con il sole invece risplende. Fatto sta che il tutto oggi sembrava gioioso. E qui ancora una volta il destino mi ha dato un’altra lezione. Tutti i ristoranti erano pieni. Erano le 8 così ho pensato di cercare ad Etretat. Il primo ristorante trovato era di lusso e il secondo era chiuso per ferie. Così viaggiando verso l’albergo ho chiesto al satellitare di indicarmi i ristoranti disponibili. Lo sguardo è caduto su un nome: Sorrento. Di solito i ristoranti con il nome italiano non sono gestiti da italiani, ma mi ispirava il nome e mi ci sono diretto. Intanto era a pochi minuti dall’albergo. Incredibile che non ci avessi fatto caso. Poi da fuori era carino e non troppo pieno. Appena entrato e in procinto di dire “bonsoir” vengo accolto con un “buonasera”. Con sorpresa replico “ ma si vede subito che sono italiano?” e lui “qua siamo tutti italiani !”. E dopo una mezzora di studio divento uno di famiglia. Parliamo per più di un’ora. Sono gente semplice. Quella che preferisco. Con poca cultura ma proprio per questo desiderosa di imparare. Mi parlano di Firenze come di un posto da sogno. Mi mostrano una cartolina con il loro paese d’origine. Mi offrono il limoncello fatto da loro e non vorrebbero più mandarmi via. Quando esco mi accompagnano in tre alla porta e poco ci manca che mi bacino. Questo rapporto umano mi resterà per sempre nel cuore.