Siamo soli

Caos Calmo


Un divano, una stanza vuota con la luce soffusa. Sono lì assorto in compagnia di me stesso. Per tutto questo tempo è stato come se fuggissi da me. Di sottofondo una canzone dei Negramaro, "Una volta tanto (canzone per me)". Un caso? Mah. Mi ricorda un libro che ho letto. Il titolo: Caos calmo. Il protagonista era convinto che le canzoni del Cd che aveva in macchina parlassero direttamente con lui recapitandogli dei messaggi. Caos calmo. Conosco questo stato d'animo. E' mio da sempre. Ricordo che quasi un anno fa al funerale di mio papà, la mia amica Susanna si disse seriamente preoccupata per me. Si confidò con la mia ex-compagna dicendole che ero di una calma innaturale e che temeva potessi esplodere da un momento all'altro. In realtà non sono ancora esploso. E così succede ogni volta che serbo nel mio cuore un grande dolore. Nessuno intorno a me vede il minimo cambiamento. E io stesso aspettandomi il crollo, la disperzione, il pianto rotto, mi stupisco nel non avere la forza per soffrire fino in fondo. Prendo il libro e leggo alcune pagine. Le parole scorrono e come per miracolo piano piano le lacrime cominciano a solcare il mio volto.Ecco fatto. Ecco cosa sono stato capace di combinare. E tuttavia ora che il male l'ho sentito e la vergogna l'ho provata in quello che si rivela come il culmine di un lungo fallimento solo adesso apertamente affrontato, comincia a sciogliersi un sollievo.Continuiamo ad accarezzarci in silenzio e ora il silenzio non mette più ansia, perchè non contiene più le parole che lei si teneva dentro. E anche io sto male. Avevi ragione tu. Da quando Lara è morta mi sono piantato davanti a quella scuola e non mi sono più mosso e mi sono fatto soffrire addosso dagli altri e la mia vita si è azzerata e questo evidentemente è il mio modo di soffrire.Se non soffro più profondamente, se non sono distrutto o disperato, è solo perchè sono una persona superficiale e le persone superficiali non possono avere esperienze profonde. Sono stato tre mesi davanti alla scuola di mia figlia ed ero assolutamente convinto di farle del bene, mentre il bene invece lo stavo facendo a me stesso e lei meschina per quella ragione veniva presa in giro. E avrei continuato a starci là davanti, tranquillo, beato ad oltranza, soprattutto ora che ho perso il lavoro. Già, dato che ho praticamente mandato affanculo Dio in terra e lui me la farà pagare, e insomma alla fine ha dovuto dirmelo lei stessa, mia figlia, una bambina di 10 anni e mezzo che da poco ha perso la madre: ha dovuto pregarmi di andarmene! Si, si è resa necessaria questa svolta, paradossale, contro natura, perchè io sono superficiale, ho le cose davanti agli occhi e non le vedo, oppure non le ho e però credo di vederle.Avevo bisogno  di qualcuno che gli occhi me li aprisse. E mia figlia me li ha aperti. Ha dovuto farlo lei, per disperazione, perchè così com'ero ero un problema. Ha dovuto dirmi le cose che da solo non riuscivo a capire. Papà mi ha detto, devi tornare al lavoro, e se il lavoro che avevi l'hai perso, mi ha detto, devi trovarne un altro. Devi mettere ordine  nella tua vita. Darle un verso, un senso, perchè il caos che governa quella dei bambini è bello, certo ma tu sei un uomo. E non devi avere paura di rompere la bolla, perchè la bolla si è già rotta. Così mi ha detto mia figlia, una bambina.Ora però devo dirla io a voi una cosa importante. Dopo vi prometto che sttarò zitto, perchè il silenzio non mi fa più paura, ma adesso vi chiedo di fare attenzione a quello ceh ho da dirvi. E' una cosa decisiva che ho capito in questo momento e che riguarda anche voi. Riguarda anche te marta, che non riesci a trovar pace e anche te carlo con la tua fissa per Peter Pan.Ascoltatemi bene allora: la palla che lanciammo giocando nel parco è tornata giù da un pezzo. Dobbiamo smettere di aspettarla.