Gunnel

Parlando di cose serie (ogni tanto è necessario, anzi indispensabile)


Per i referendum abrogativi le date decise dal Consiglio dei Ministri sono il 12 e il 13 giugno 2011. Questo il succo di una nota ufficiale della riunione del Governo. La scelta di queste date, come ribadito più volte dalle opposizioni, provoca un aggravio di circa 250milioni di euro nelle tasche degli italiani, visto che sarebbe bastato accorpare i referendum con le elezioni amministrative di fine maggio.Alla base della “cara” – per gli italiani – decisione del Governo, i timori che con l’accorpamento si potesse raggiungere il quorum del 50% più uno dei votanti necessario affinchè i referendum fossero validi. Ma il Governo, suo malgrado, non è al sicuro dopo quanto successo a Fukushima. Gli antinuclearisti, ormai più del 70% della popolazione italiana, se si dovessero recare a votare darebbero una sonora batosta al governo non solo nell’ambito del referendum sul nucleare, ma anche per i due sull’acqua pubblica e per quello sul legittimo impedimento.L’effetto cascata del referendum contro il “risorgimento” nucleare italiano, generato dal fallimento del nucleare giapponese e dalle paure primordiali che esso ha scatenato nell’opinione pubblica mondiale, trascinerà, molto probabilmente, anche la vittoria del SI agli altri tre referendum.Non resta che recarsi a votare e poi secondo coscienza dire SI oppure NO e uscire dalla logica ammazza referendum che vuole che gli italiani vadano al mare invece che andare a votare, secondo una tradizione, talvolta platealmente fallita, di craxiana memoria.Stavolta i partiti di governo, nonostante i tentivi di mascheramento del fallimento del progetto con la moratoria di un anno sul via al nucleare, avranno poca voce in capitolo sul sentire contrario degli italiani e sono destinati a restare inascoltati.