A passi lenti Tempo

E conto i miei giorni


 
  E conto i miei giornitanti i fili del dolorepochi gli attimi di luce Infanzia spezzatagioventù negatafino all’orlo della follia Attorno menti  ottuse solo per meStrumento innocente io di rivalse d’altriDisumani esseri per il solo mio esisterepresenza io ed essenzad’un uomo d’ un passato finito Menti  meschineossessionate dall’accumulo del denaro Alla finemi arrampicai contro i verdetti medicicontro il loro perdersi dietro all’apparenzaLoro non potevano capire per il mio tacereper il mio dover difendere un essere caro Cercai a fatica una stradaLa scelsi  La percorsi e la percorro ancora Ma quelle catene resterannomarchiate  nel  corposegni indelebili fino alla fine dei giorni Nulla potrà mai cancellarel’ingiustizia,la cattiveria,la falsitàinflitte da  subito ad una  bambinalibera e felice fino a sei anniche cantava dal balconecon tanti ragazzini sorridenti“…Lo sai che i papaveri son alti alti altiE tu sei piccolinaChe cosa ci puoi far…” Dopo... diciannove anni....il buio pesto dell’inferno Ed ancora oggi trent’anni doposopporto strascichi eredid’ una violenza altraplasmata adesso nel magma dell’invidiadietro false apparenze d’accettazione Ma sempre col mio silenzio salvai allorae salvo  oggi mia madreUn dovere da non tradire mai! E conto con calma i miei annisapendo difendere ed amare il mondoi bambini... tenerezza spesso non vistae anello più debole della catena umana E conto ancora i miei giornileggero m’affiora un sorriso…