ORDINARIA FOLLIA

IMMORTALE


Mi sentivo un poetapraticamente un immortale.Mi alzai con questa convinzione.Andai al bar e mi sentivo ancora immortaleguardai la vecchietta che stava in fila prima di mecurvacol bastonesembrava una grossa "G" vivente che aspettava il suo turno.Mi guardava e le sorrisipensai si fosse accorta che ero un poeta immortale.Ero davvero felice.Mi guardai intornoalcuni mi urtarono passandosicuramente non avevano capito chi eroe di sicuro non gli farò l'autografo.Tutta quella gente indaffarata a sopraffarsi l'un l'altranon si era accorta che c'era un pezzo grosso tra di essa.La G pagò, lei aveva capito, ma era timidae se ne andò senza salutarmi.Era il mio turno, strano che non mi avessero fatto passare prima,ordinai con calma, da immortale appunto.Mentre pagavo guardai lo specchio e mi vidiavevo il solito aspettoero sempre ioe quindiforsenon ero ne immortalene poeta.Solo un altro stronzo in fila dietro la G.Me ne andai a lavorocome tutti i mortali.