ORDINARIA FOLLIA

QUESTIONE DI LAVORO


Marco non era affatto stupido, un cervello fuori dal comune, una sensibilità straordinaria e dava sempre ascolto a ciò che gli veniva detto. Marco era un pò ingenuo. Marco si era diplomato con ottimi voti e furono molte le proposte di lavoro, anche da pregiati enti statali. Rifiutò tutto. Suo padre era un piccolo artigiano. Marco aveva le idee chiare, troppo chiare in effetti per uno di 19 anni.Avrebbe seguitato i lavoro di suo padre che stava per andare in pensione e si sarebbe sposato presto con la ragazza che frequentava già da qualche anno.Un bella vita pronta all'uso. Un fast-food della vita, una fast-life.Di lì a poco tempo, giusto un paio d'anni o forse più, le cose cambiarono.La ragazza lo mollò senza preavviso, pausa di riflessione la chiamò, in realtà lei aveva le idee ben chiare, fu lui che dovette riflettere per un bel pò. Si riflesse in bicchieri colmi e fondi di bottiglia.Nel frattempo suo padre andò in pensione si, ma se ne restò a lavoro fregandosene del fatto che suo figlio aspettasse di subentrare, fregandosene del fatto che suo figlio avesse scelto di aiutarlo piuttosto che andarse in qualche ruolo d'ufficio statale, o seguitare gli studi.Restava al posto suo, prepotente e arrogante, irremovibile, tanto che cominciò a perdere clienti per questo suo carattere e il lavoro venne a diminuire.Senza sapere come, Marco si trovò in cassintegrazione e con un genitore che gli rinfacciava di non essersi trovato ancora un ruolo nella vita.Provò a cercare lavoro, ma non c'erano posti già per quelli laureati.A quel punto, Marco, si rese conto di avere tren'anni e che quella era l'unica cosa sicura nella sua vita.