ORDINARIA FOLLIA

MACABRO


Filavo via tranquillo, di quinta, quando noto per strada, un piccolo gattino arancione, appena un paio di mesi di vita appena stroncata dal peso di un’auto.Che brutta cosa, mi sono detto, essere schiacciati dall’indifferenza.Ho girato all’incrocio dirigendomi verso casa, per prendere sacchetto e paletta.Torno al luogo del fattaccio e non c’è. Mi fermo, scendo.Vedo un anziano di fronte, si ferma e mi guarda.“Sono venuto a portare via il gattino” dissi.Rispose, da buon cristiano, che l’aveva scansato dalla strada per evitare che restasse, continuando ad essere investito. L’indifferenza colpisce più volte.Vado a controllare il bordo della strada ed eccolo lì. Mi avvicino con la paletta, lo raccolgo, sento tremare.......................oddio, ma non può essere........infatti era il mio polso, che aveva pietà per la piccola creatura.Faccio per metterlo in un sacchetto, ma da impacciato com’ero e con il polso tremante non riuscii al primo colpo e dovetti aiutarmi con la mano. E così si era insanguinata anche la mia mano. Anche io avevo la mia parte di sangue, nell’indifferenza del mondo.Mi recai al più vicino bidone dell’indifferenziata. Col fardello in mano e la mano insanguinata. Aprii il coperchio, alzai il braccio con appeso il sacchetto, lo fissai per qualche secondo cercando dentro me una scusa per quel piccolo animale.Non c’erano scuse.Allora accarezzai quel povero corpicino che traspariva attraverso la plastica e dissi:”piccolo, che almeno il tuo ultimo contatto con gli umani sia la mia carezza”.Lo lasciai andare.E me ne andai voltandomi.