ORDINARIA FOLLIA

RIPOSA IN PACE


Lei era giovane e morta e stava sdraiata sul letto al centro della stanza d'obitorio, fredda come il gelo che ognuno porta con se dopo un lutto.In testa una parrucca a nascondere i segni della chemio, fondo tinta e rossetto sul volto. Le braccia correvano lungo il busto del corpo ormai ridotto all'osso, con dei rosari intrecciati alle esili dita da dattilografa.Un cappottino a metà gambe con sotto un vestito nero a pois bianchi, le calze color carne a coprire qualche macchia ai lati delle ginocchia.Scarpe decolletè, a punta, nere e i piedi tenuti uniti da dei nastrini neri anch'essi.Nell'aria rumori di nasi chiusi, singhiozzi e pianti composti.Figure scure, ingobbate e lente, entravano segnandosi, dritte verso di Lei, poi giratesi prendevano posto vicino al muro o se ne andavano, come se tutto sembrasse un triste valzer di lamenti.Il prete intona la corona a mò di mantra.Il ticket del parcheggio che scade......e il mondo fuori che continua a girare su se stesso.