ORDINARIA FOLLIA

TRA UN PENSIERO E L'ALTRO


Io la prendevo da dietro mentre con le unghie le graffiavo la schiena e i fianchi. Lei, a gattoni, ansimava affannosamente. Ogni colpo di bacino era un passo lontano dai pensieri quotidiani. E ce n’erano tanti. E talmente vicini. Si dava un bel pò da fare, come se avesse attraversato il Sahara all’asciutto e alla prima pozza d’acqua vi si fosse tuffata. Certo appartarsi in un’auto non è romantico come avere sopra una coperta di stelle nel deserto, ma chi sono io per negare l’acqua ad un’assetata? Già vedo i titoli: IMMORTALE POETA E BLOGGER DI NICCHIA SCONOSCIUTO, NEGA L’AMPLESSO ALLA SUA GIOVANE CONQUISTA CHE GLI SI SAREBBE CONCESSA IN AUTO, ADDIRITTURA IN UN PARCHEGGIO. Sottotitolo: LEI VEDENDOSI NEGARE “L’ACQUA” SI UBRIACA APPARTANDOSI CON UNO DEL MONTENEGRO (SIA PER IL FAMOSO AMARO POCO AMARO, CHE PER IL FATTO CHE ESSENDO DEL MONTE, MA SOPRATTUTTO NEGRO, AVREBBE GARANTITO UNA CERTA DIMENSIONE).Per riassumere, tutto era stato perfetto. Sin da quando ci siamo conosciuti. Era non molto tempo fa che bazzicavo per locali, sorridente. Mi si avvicinò da dietro come una ladra, disarmandomi con un sorriso mentre chiedeva di passare. Lasciai spazio cercando di farle lo sgambetto. Non ci cascò. Sapevo che non sarebbe successo. Pronta di riflessi e poco incline ad incazzarsi. Primo test superato. Mi voltai a bere verso il bancone, per non incrociare il suo sguardo troppo presto. Ebbe la brillante idea di sfruttare la sua consumazione, si avvicinò per ordinare. ”Non fare la solita che offri da bere ai ragazzi per poi portarli nel parcheggio, non sono il tipo da cascare in queste vecchie trappole!” “A no? E in quali cadi?” Morale alto e risposta pronta. Secondo test superato. “In quelle vecchie no, ma in quelle nuove tutte, spesso e volentieri” “Ahahah! ..........Se non altro non è il solito approccio.” “Sarebbe un eufemismo anche chiamarlo tale, direi.” “Un approccio è un approccio, mica ci sono regole da osservare.” “Quindi avevo ragione, ci stai provando con me.” “No, volevo dirti che sei uno stronzo per avermi fatto lo sgambetto prima!” Capacità di rigirare il discorso a proprio vantaggio. Terzo test superato. “Scusa se non sono mieloso, appiccicoso, gentile e romantico come quelli che piacciono a te” “Ma piantala.” “Ad avere un vaso lo farei, però a pensarci non sono tipo da pollice verde, mi si seccano pure le piante grasse.” “Ahahaha, Ma sei un disastro.” “Esatto, ci conosciamo?” “Veramente non so neanche come ti chiami” “La mia mamma, che è molto avanti, mi ha detto che le caramelle dalle sconosciute le posso accettare che tanto non possono farmi più male dei veleni che circolano oggigiorno. Invece mi ha detto di non dire il mio nome, perchè con facebook, twitter, google e cazzi vari possono farmi un culo così!” “Una saggia tua madre” “Già, tutta suo figlio!” “Ahahaha! Mi chiamo Lara”....per lei l’inizio della fine! Fine riassunto. Eravamo li che giocavamo a “saltare la cavallina”, quando ad un certo punto avertii quell’impulso che spinge dal basso ventre fin dentro il cervello, come un allarme. Feci appena in tempo a tirarlo fuori e finii sulla sua schiena. Stavolta l’avevo preceduta. Non è sempre uguale e per fortuna, sennò sai che palle! Rotolai via di lato e dopo un pò tornammo vicino ai nostri pensieri. Ognuno i suoi. Era stato così prima ed è così ora. Il divertimento è tutto qui tra un pensiero e l’altro.