Mezza porzione.di HARVEYRaffaele Sartori è un timido. E’ nato diversi anni fa , titolo di studio laurea, aspetto gradevole e passo veloce. Raffaele Sartori , è uno di quei tipi che per andare a lavoro , decidono di non prendere la macchina perché altrimenti passerebbero delle ore a cercare un posto dove parcheggiare e lui tempo non ne vuole perdere. Lavora , oramai da diversi anni, in un'azienda : entra, timbra il cartellino , arriva alla sua scrivania ed inizia a studiare. Non guarda in faccia nessuno . A mala pena conosce i nomi dei suoi colleghi , ma non per disprezzo nei loro confronti , solo perché conoscere loro, alla fine, non è uno dei compiti richiestigli sul posto di lavoro. "Papà aiutami a venirne fuori io non ci sto più con la testa,non mi riconosco in nulla ed in nessuno , chi sono? Ovunque tu sia ,ti prego , aiutami!Raffaele Sartori , ha una penna con cui scrive , svariate matite che perde sempre, segna numeri di telefono su pezzettini di carta , e se ne dimentica regolarmente . Ha la scrivania piena di fogli e carte varie in cui fa difficoltà a ritrovarsi : in ognuna di quelle carte c’è una mappa, un percorso di studio,ci sono delle risoluzioni , delle circolari vecchie e nuove , ulteriori aggiornamenti circa questo o quell'argomento.E’ un punto avanti ad un punto sempre, Sartori e , se ce ne fosse un terzo, di punto , quello rappresenterebbe un tempo sospeso . Sorride poco Raffaele Sartori ma sorride : cerca con lo sguardo di capire il tempo che passa attraverso le circolari e si arrovella a cercare il senso di certe domande che gli fanno senza trovarne e non riuscendo a dare quindi risposte immediate: resta immobile talvolta, immerso in una sorta di incertezza vivace che lo assale come quando , davanti a certi inconvenienti banali , che sul lavoro gli si presentano, si perde come fossero tragedie assolute senza un lieto fine e lancia un urlo. Raffele Sartori è un timido , dicevo . Attraversa i percorsi tra se stesso e tutto il resto che lo circonda con un senso di responsabilità eccessivo , solo così pensa che quel mondo esterno potrà entrargli dentro senza frantumarlo troppo o per lo meno di questo si illude . Chino davanti ai suoi libri cerca di capirne il contenuto e sa che se non riuscirà in tempo a venirne a capo allora questo potrebbe voler significare che lui non è riuscito a concludere nulla ma soprattutto che lui non vale nulla."La chiamo più tardi, ora deve ultimare delle risoluzioni , mi scusi .Se vuole posso chiamarla io, dopo pranzo. sempre che lei ci sia in ufficio per quell'ora".Il vicino di stanza di Raffaele è un uomo frivolo senza settimane nella vita .Non si cura molto dei compiti che gli vengono assegnati , e nemmeno si preoccupa per questo : ha sempre un sorriso in viso , ed un insano - secondo Sartori - senso di irresponsabilità da cui si lascia travolgere, godendone immensamente . Dovrebbe stare antipatico questo tipo a Sartori ed invece no : per lui Matteo (questo è il suo nome) è come una finestra su di un mondo da cui lui si è sottratto da diversi anni : Matteo gli ricorda , molto probabilmente ,quel passato di cui nutre rimpianto.Quando arrivano i direttori nel loro ufficio , mentre Raffaele , suda e si preoccupa tentando di presentare al meglio il proprio programma di lavoro , quell’altro, Matteo , scanzonatamente li prende per un braccio e se li porta al bar per un caffè. "Avrà capito tutto lui della vita " mormora silenziosamente tra se e se Sartori, mentre li vede allontanarsi . "Amore mio io temo il tempo , la vecchiaia che mi assale senza che io possa accorgermene.Sento un odore di fine terribile : aiutami a sopportarlo, ti prego!"Che Raffaele , sia un tipo preciso , è vero come è vero anche che sia un tipo disordinato e caotico : lui è esperto nella sua materia , la sa,la conosce, solo che non la sa, non la conosce quanto vorrebbe e questo regolarmente lo umilia davanti a se stesso e lo prostra a un punto tale da portarlo a dire di se’ che è un incapace. Ecco in cosa consiste dunque la timidezza di Raffaele Sartori , di cui parlavamo prima, nel non bastarsi mai, nel non piacersi mai e di conseguenza nel non esporsi . Puntualmente Raffaele si ritrova a pensare che avrebbe potuto fare di meglio. Questa ammissione con se stesso, gli offre un limite, il limite inesorabile del freno . Il freno è una sorta di alibi che Sartori si da' per poter giustificare un suo non raggiungimento di traguardo ."Non ce l’ho fatta perché avevo il freno : avevo il freno e non potevo correre: ecco cosa!". Ma,nel suo viaggo verso casa e riflettendo sulla sua giornata , Sartori è sincero e spietato con se stesso , e si rivela l’inganno; questo lo rende, ancora una volta ,davanti allo specchio di se’, ancora più perdente . Sente un senso di affaticamento nei confronti della vita, e la fatica piombargli addosso tanto da portarlo a desiderare talvolta di sottrarsi ad essa in silenzio."Signori io scompaio:buona sera a tutti quanti !" questo pensa certe volte Raffaele ed ecco che allora gli compaiono dinnanzi alcuni personaggi , Majorana , Caffè e gli offrono un sorriso appena accennato come per dirgli:"Vieni da noi,vieni con noi... "sorrisi che lui ricambia pensando che forse un giorno potrebbe decidere davvero di seguirli ,questi fantasmi meravigliosi .Mentre attraversa la sua strada , dopo aver aspettato che il semaforo diventi verde , Raffaele Sartori si guarda attorno come se si sentisse spiato , controllato . Arriva a casa : un’incombenza che dura il tempo di una cena, di un programma televisivo e poi ecco che subentrano il sonno e l’ombra del giorno dopo . "Tanto passa" si dice, mentre si rimbocca le coperte e chiude gli occhi davanti ad un sorriso in attesa."Passerò per prendere i bollettini , poi mi occuperò delle detrazioni".Raffaele non ha un'agenda su cui annota i suoi impegni e sfida se stesso sapendo di non ricordarsi le cose. Quindi , ecco, potrebbe accadere , che ne so,- e questo che sto per dire, lui se lo è alcune volte segretamente immaginato- che lui possa arrivare a scordarsi di tutto e tutti , impegni e persone . Talvolta si dice: "Pensa come sarebbe bello! Come sarebbe bello camminare disinvolto per la via senza badare a semafori , a niente, senza avere la responsabilità di nulla se non della strada che si percorre a passo leggero!".Ci sono giorni in cui , la tolleranza di se', porta Raffaele Sartori a stringere quasi un patto, invisibile, con il diavolo : in questi momenti egli si crea dei terribili trabocchetti, a cui crede o finge di credere , per poter andare avanti nonostante tutto . Ma la giornata alla fine volge al termine , e certe sere per lui , hanno solo l’ombra di un velato rimpianto per qualcosa che avrebbe potuto esser detto o esser fatto , per qualcosa che non è stato. "Sono un bambino che si sottrae alla responsabilità vera, quella reale , pur avendola come traguardo di vita. Ecco perché amo i bambini, i miei nipoti ed ecco perchè con loro e solo con loro torno fanciullo davvero .Se trascorro il mio tempo in loro compagnia mi illudo di vivere un tempo diverso dal mio , di vivere il loro tempo magari ,un tempo dove non ci sono ragioni , per fare quello che si fa e nemmeno criteri sensati" .Mangia poco Raffaele Sartori : preferisce alla mensa aziendale un piccolo ristorantino davanti al suo ufficio dove ordina sempre mezze porzioni : " Ecco che arriva l’uomo delle mezze porzioni!" dice il titolare del locale vedendolo arrivare e facendolo poi accomodare al suo solito posto. Raffaele è così: un timido che ha paura di assaggiare completamente la vita per timore di non farcela a digerirla. Il sapore delle cose , lo sfiora solamente , lasciandolo regolarmente non sazio .Ma lui ,ha la fortuna o disgrazia ( dipende dai punti di vista) di avere un buon olfatto e assapora e ricorda le cose con il naso : vorrebbe divorare tutto ma il freno glielo impedisce.Eppure Raffaele Sartori , dentro , trattiene una rabbia, una vita accanita e aggressiva che lui sa essere quella parte della porzione che non mangia ma che comunque, resta sua .Questo Raffaele lo sa e sa il sangue alla testa di certi momenti e sa il cuore ed i suoi battiti irregolari .Raffaele Sartori , l'altra sera ha pianto davanti all’edicola di un fioraio : " Questi fiori recisi , sono tanto belli con tutti i loro colori e le loro varietà di petali , foglie e steli ,ma sono già morti, proprio perché sono stati recisi". E nel mentre di questo pensiero , per certi versi persino banale, Raffaele si è commosso. Poi, ha preso il suo enorme fazzoletto e si è soffiato il naso , ha iniziato a respirare l’aria fresca di quella sua sera guardandosi attorno con occhi stranamente sereni , ha accellerato ,forse un po’, il suo passo già accelerato , per cercare di non arrivare tardi a casa.