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  Labirinto - Anonimo Tuareg  Faccio fatica a fingere e tu pure, mi pare, per motivi opposti. Non riesco a barare, i liberi rapporti non sono più tali, le intenzioni mascherate, gli slanci frenati. Conosci le mie figure, ti ho svelato il mio segreto, gioco ormai a carte scoperte e con gli occhi bendati.   Ho iniziato a salire una scala minore, timoroso di quella reale, per cercare di raggiungere la carta vincente, la Donna di Cuori, ed ora mi trovo perso nel Labirinto dei sentimenti. Ho sviluppato per l'occasione tutti i miei sensi, il tuo profumo mi guida, il tuo respiro seguito come sospiro, seguo il gradiente termico crescente negli angusti spazi dei corridoi, da poco spettatori del calore della tua anima. Come a mosca cieca mi sposto con le mani tese sempre avanti, ti raggiungerò? Mi sfugge e perdo il filo del discorso e del gioco nelle stanze buie e sconosciute della ricerca e dell'attesa. La tua impronta lasciata sui sensi amplificati è diventata il mio sesto senso, distorto, fuori fase, continuo a barcollare, Teseo mancante, non riesco a sbrogliare la matassa.   Sono mesi che cammino in questo sentiero di pareti monotono, spinto dall'eco della tua voce, a cercare ed essere cercato, attendere ed essere atteso. Anche se conosco ogni pietra di questa rete che mi imprigiona, mi sono perso ancora una volta e continuo a perdermi nel tempo. A volte, corro credendo di averti intravista, e, arrivato vicino, con le braccia tese avanti desideroso di un abbraccio più che di luce dell'unica porta, ... di nuovo, scompari e di nuovo, ti perdo.   Sono anni che mi muovo in queste vie oscure delle passioni e dei desideri, già mille volte percorse, il mio procedere nelle cieche stanze a passo ritmico, incerto, barcollante, a volte sicuro, ingannato da specchi e scale bugiarde, oasi e fonti inesistenti, rassomiglia ormai ad una danza con figure ed evoluzioni che ricordano la tortuosità dei lunghi corridoi del labirinto. Ancora una volta ti rivedo in fondo, mi avvicino e tendo le braccia ho trovato la porta e sono fuori, abbraccio un'ombra, assetato. Era la porta sbagliata,..si, sono fuori, ma in mezzo al deserto.