l'arte del Go...

cos'è il Go?


Prima di continuare ad illustrare i vari personaggi che si incontrano su Hikaru no go, voglio dare una rapida descrizione su chi ancora non conosce questo antico e bellissimo gioco, iniziando come prima cosa ad illustrarne la sua storia e le principali regole di etichetta che un qualsiasi giocatore di Go deve seguire.Il nome...In Cina viene chiamato 圍棋 (weiqi o wei-ch'i), da wei (圍), "accerchiare", e qi (棋), "pedina". Il termine cinese più antico per questo gioco è yi 弈. Fino alla dinastia Tang la grafia di qi rimase incerta, in seguito la variante con il radicale di pietra rimase nel kanji giapponese 碁 mentre in cinese il radicale di legno, precedentemente scritto sotto la parte fonetica, fu scritto alla sua sinistra.Il gioco è noto in Giappone come 碁 (go) o 囲碁 (igo), in Corea come 바둑 (baduk o paduk) e in Vietnam come Cờ Vây.Nei paesi occidentali viene chiamato comunemente con il nome giapponese "go" (oppure "goe" per facilitarne la pronuncia agli anglofoni).Le sue origini...Le origini del gioco, sicuramente antiche, sono sconosciute. L'affermazione che fosse giocato già 4000 anni fa è una leggenda cinese molto posteriore che vuole che il mitico imperatore Yao (尧) lo avesse inventato per il figlio ritardato Danzhu (丹朱), ma i primi certi riferimenti al gioco risalgono al periodo degli Stati Combattenti.Probabilmente deriva da rituali sciamanici (la simbologia celeste del gioco è evidente) della cultura del Fiume Giallo, e si è andato diffondendo in seguito come gioco. Il più antico riferimento al Go è stato rinvenuto in Cina e data al VI secolo a.C.. A parte la dimensione del goban e delle posizioni di partenza, sono state mantenute nei secoli le regole, cosicché può essere considerato il gioco più antico giocato ai giorni nostri. Il primo trattato completo sul Go fu scritto tra il 1049 e il 1054 col titolo di 棋经十三篇 (Qijing Shisanpian, "Classico del Weiqi in tredici capitoli").Si diffuse in Giappone nel VII secolo dopo Cristo, importato dalla Cina dei Tang dal ministro Kibi e diventando popolare alla corte imperiale nel secolo successivo. A partire dal XIII secolo si diffuse in Giappone tra il vasto pubblico, diventando il gioco nazionale.Agli inizi del XVII secolo uno dei migliori giocatori giapponesi, Honinbo Sansa, venne messo a capo della neofondata accademia del Go (la scuola di Honinbo), la prima di diverse scuole in competizione tra di loro, fondate nello stesso periodo. In tale scuola venne migliorato notevolmente il livello del gioco e venne introdotto un sistema di classificazione dei giocatori basato sul sistema praticato nelle arti marziali. L'accademia chiuse nel 1868.In onore alla scuola di Honinbo, i cui giocatori hanno dominato sui giocatori provenienti dalle altre scuole, uno dei più noti campionati giapponesi di Go viene chiamato torneo di "Honinbo".Storicamente c'è stata una diffusione molto differenziata tra i sessi. La creazione di nuovi tornei aperti a uomini e donne e la crescita delle principali giocatrici (la più nota è Rui Naiwei) hanno recentemente affermato la forza e la competività delle giocatrici emergenti.L'etichetta:La mossa di partenza:Come prima norma di galateo del Go è che il nero inizi la partita giocando nel triangolo compreso tra il tenghen (ossia l'hoshi centrale) punto C e  lettere A-B. (vedi immagine in alto) A destra in alto e più precisamente dove inizia a scrivere un orientale. E pertanto il bianco si vedrà costretto ad iniziare il gioco a sinistra in basso. Condotta di gioco:Il Go è un gioco tra gentiluomini ed è buona norma evitare di trasmettere sentimenti ostili od emozioni fastidiose all'avversario. Comportamenti disdicevoli da evitare durante una partita:Ritirare delle mosse:Esempio: Supponiamo di posare la pietra sul goban e ci accorgiamo solo dopo di aver commesso un errore, ossia ci accorgiamo solo dopo che avremmo voluto giocare su un altro punto, è ovvio che in questa situazione si ha l'impulso di voler ritirare la mossa e rigiocare. Ciò sarebbe contrario al concetto di gioco onesto oltre ad diventare alla lunga una pessima abitudine.Tempo:Bisogna evitare di prendere troppo tempo per ogni mossa perchè questo può infastidire ed annoiare l'avversario. Ricordate che una partita amichevole dovrebbe durare circa un'ora, mentre per le competizioni i tempi sono stabiliti con precisione e si adotta un tempo addizionale (Byo-yomi.) per la chiusura dei Dame.Abbandono:Se nel corso del gioco vi rendete conto che la vostra sconfitta è inevitabile, è consentito che voi abbandoniate senza aspettare la fine. Nessuno si offenderà e in oltre quando una partita non ha interesse, oltre che per voi e il vostro avversario essa diventerà una perdita di tempo.Saluti:Si usa prima dell'inizio ed a termine di ogni partita inchinarsi al rivale come segno di rispetto.
cinesi della dinastia Ming che giocano a Go (XVI sec.) 
Donna e Uomo coreani giocano a Go nei primi anni del XX sec.