Liberi e giusti

Meglio il carcere della fidanzata


NON HO PAROLE, ma siccome è tanto che non scrivo niente su questo blog, esordisco con questa notizia da  "Non ci resta che piangere" presa dal "Il Gazzettino".TREVISO - Meglio il carcere che gli arresti domiciliari a casa della fidanzata, probabilmente troppo assillante. È l'incredibile risposta che un 38enne, in carcere per rapina, ha dato al proprio legale di fiducia. «Avvocato si fermi. Non si impegni per farmi ottenere i domiciliari. A casa della fidanzata, nel Montebellunese, o di quei parenti non ci voglio andare. Sto meglio e sono più sereno in galera», sono, in sintesi, le parole che il disoccupato 38enne di Vedelago Sebastian André Erario ha rivolto al proprio legale Eleonora Varnier. L'uomo, in carcere, dopo aver confessato d'essere stato l'autore di una rapina in un market avrebbe potuto ottenere i domiciliari, visto che aveva collaborato. Ma ha invece scelto il carcere. L'avvocato Varnier starebbe ancora lavorando per trovargli una casa dove trasferirsi ai domiciliari. Ma per il momento il 38enne è contento di restare in carcere. Il motivo? Top secret. Anche l'avvocato non si sbilancia, ma le ragioni devono essere profonde se un uomo preferisce guardare il cielo da dietro le sbarre piuttosto che trascorrere le giornate tutto solo con la fidanzata. Forse gli pesa meno la prigione, che una libertà "troppo soffocante". Erario venne arrestato a fine febbraio per la rapina al "Maxi Famila" di Campigo. A farlo cadere in trappola l'intuito di un carabiniere, che si era fermato nel parcheggio del market per comprare le sigarette. Insospettito dal comportamento di un individuo che si guardava intorno e fumava nervosamente all'interno di un'auto, posteggiata col motore accesso vicino al market, il militare si annotò il numero di targa dell'auto. Fu quel dettaglio a incastrare Erario che subito dopo, vinta la paura, entrò nel Famila, puntò la pistola alla testa del titolare e arraffò quanto c'era in cassa, scappando. Non sapeva d'avere le ore contate. Dopo pochi giorni d'indagini, grazie a quel numero di targa, Erario venne assicurato alla giustizia. Era lui, per i carabinieri, il "rapinatore solitario" di Vedelago. Portato in carcere Erario, assistito dall'avvocato Varnier, decise subito di vuotare il sacco. In cuor suo, forse fin da subito, confidava che grazie al carcere sarebbe almeno "sfuggito" alla fidanzata............................    In verità credo che tanti "delinquenti" preferiscano il carcere alla vita cosidetta libera, non solo lo mettoNO in conto prima di commettere un reato, ma in realtà lo cercano perché per mille motivi non riescono a vivere in famiglia con dignità, a volte per motivi economici perché si vergognano di non riuscire a portare soldi a casa, altre volte perchè non ce la fanno più a sentirsi rinfacciare la propria sfortuna o il proprio fallimento, altre volte perché non hanno una famiglia dove andare o per la grande conflittualità della propria.   Mi chiedo se non sarebbe meglio fondare altre istituzioni più economiche del carcere in grado di fornire riparo, studio e lavoro come prevenzione del delitto.   SERVONO ESPERIENZE DI SCUOLA LAVORO PER PREVENIRE DELITTI ED EMARGINAZIONE. QUALCOSA COME L'ACCOLGIENZA DEI PROFUGHI CHE INVECE E' NEGATA AGLI ITALIANI BISOGNOSI.