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Klimt, il bacio

 

 

L'ONU incoraggia le donne, ma lo svantaggio scolastico è maschile

Post n°134 pubblicato il 23 Gennaio 2021 da hommelibre10
 

11 febbraio, giornata per la parità di genere nelle materie STEM, ma in tutte le altre facoltà lo svantaggio è maschile.

Lo svantaggio scolastico è maschile, ma l'ONU, la grande organizzazione internazionale convertita al femminismo, proclama l'11 febbraio giornata internazionale per promuovere le donne e le ragazze nelle facoltà scientifiche, unico settore in cui, per scelta personale delle donne, si hanno più iscritti maschi che femmine. Una giornata per "promuovere l'uguaglianza di genere nella scienza" ma non nell'insegnamento, nelle materie giuridiche, nella sanità, nella formazione universitaria in genere dove solo in Italia si contano circa duecentomila studenti in meno delle studentesse. Se guardiamo questa pagina del MIUR, notiamo che gli studenti maschi non sono nemmeno nominati, c'è il numero totale e le donne , per i maschi, se ti interessa, fattela tu la sottrazione: totale laureati 330.898 -182.604 donne =146.858 maschi, cioè37.232 laureati maschi in meno nell'anno accademico 2017-18. Se guardiamo invece gli iscritti abbiamo 1.009.210 donne e 784.101 uomini, cioè 225.109 maschi in meno.

Il ministero si vergogna ad evidenziare il gap maschile? Smentirebbe i grandi privilegi del nascere maschi sul suolo italiano? Oppure il genere sconfitto non merita nemmeno di essere combattuto, meglio ignorarlo?

La giornata delle donne nella scienza si configura così come l'ultimo schiaffo, l'ultimo calcio in pancia agli uomini, alla verità, alla parità, alla lotta alle discriminazioni, alla funzione perequativa delle istituzioni, allo Stato super partes, alla legge uguale per tutti, all'universalità dei diritti e dei doveri, al merito, alla libertà, alla liberazione dall'ingiusta ingerenza dello Stato nelle scelte individuali dei cittadini. I motivi dello svantaggio scolastico maschile sono tanti: diversi tempi di crescita, il predominio delle abilità linguistiche nel processo di apprendimento e trasmissione del sapere che vede le donne avvantaggiate, la posizione seduta e ferma, la capacità di concentrazione, la motivazione, lo studio come principale chance di emancipazione sociale per la donna, l'impiego e la professione come lavori più sicuri, puliti, prestigiosi e meglio coerenti alla vita privata della donna, la coscienza che la società oggi punta sulle donne, la conoscenza come scoperta di sé e del proprio potere. Al contrario, lo svantaggio maschile è legato ai bisogni cinesici degli uomini, poco compatibile col setting scolastico, a un più lento sviluppo fisico e caratteriale, minori capacità linguistiche ed espressive, la memoria di un tempo in cui non era la laurea la certezza del successo sociale, la voglia di esperienze dirette, di fare, di agire, di riparare, costruire, apprendere attraverso l'esperienza piuttosto che con lo studio e la teoria.

Si fanno politiche di privilegio a senso unico.

Il successo scolastico femminile ha aperto le porte a tutte ai lavori più sicuri e meglio garantiti: l'impego pubblico e privato, le libere professioni, sanità, insegnamento, avvocatura, magistratura, spettacolo, cinema, televisione, giornalismo, pubblicistica, musica, danza e, grazie anche alla riforma elettorale "Renzi", il Parlamento è stato invaso da schiere di parlamentari donne e femministe decise a piegare le leggi al vantaggio e al potere femminile distorcendo la verità con indagini ISTAT discutibili, l'informazione a senso unico, la demonizzazione del maschio, la svalutazione degli uomini delle loro storia e dei loro meriti. Eppure era tutto scritto. Hanna Rosin ne "La fine del maschio": «I numeri illustrano il quadro di un sistema educativo che gioca a favore dei punti di forza delle ragazze e formano una nuova generazione di ragazze sicure e pronte ad essere all'altezza delle migliori aspettative (...) Al di là delle competenze verbali, i ragazzi tendono ad inciampare su quelle che i ricercatori chiamano "competenze non cognitive", fra cui la capacità di focalizzare, di organizzare e stare lontano dai guai. I ragazzi di tutte le razze ed estrazioni sociali tendono ad avere più problemi disciplinari, di condotta e sospensioni da scuola... Hanno molte più probabilità di finire in un programma di educazione speciale o di ricevere una diagnosi di disabilità».

La società lo ha sempre saputo, e gli insegnanti pure, tuttavia ogni programma speciale rivolto al genere ha sempre avuto come obiettivo valorizzare le ragazze in virtù di inesistenti svantaggi storici da recuperare. Già dagli inizi degli anni '90 la ministra dell'istruzione Rosa Russo Jervolino mandò a scuola una circolare in cui si chiedeva agli insegnanti di addestrare le ragazze al discorso assertivo. Perché solo alle ragazze? Si parla sempre di recuperare un gap ma in realtà si promuove sempre il motto: "A chi sarà dato e a chi non ha sarà tolto pure quello che ha". Da sempre le difficoltà dei ragazzi e degli uomini sono giudicati con lo stigma della condanna morale e della colpa, i ritardi delle ragazze invece come colpa maschile da riparare e da ripianare. Le donne vanno aiutate e sostenute, gli uomini emarginati e condannati, crocifissi alla colpa e all'errore. L'unica spesa maschile che grava fortemente sul bilancio dello stato è il carcere, mentre quella assistenziale dell'istruzione, della sanità, delle pensioni sono a maggior vantaggio delle donne. Agli uomini la colpa e alle donne la cura, questo è il patriarcato femminista in cui siamo immersi. Si parla sempre di politiche di parità, in realtà si fanno politiche di privilegio a senso unico; si parla di valorizzazione delle risorse umane, ma solo per il genere femminile. Coloro che tutto vedono e tutto possono hanno puntato sulla valorizzazione delle donne e sulla sconfitta degli uomini, sull'innocenza femminile e sulla colpa maschile. Gravare gli uomini di un senso di colpa asfissiante deve servire a far loro accettare l'emarginazione, la sconfitta sociale, il furto delle risorse materiali, la negazione dei bisogni, la cancellazione della soggettività maschile e scongiurare una possibile rivolta antisistema.

Rallentare il processo di decrescita maschile.

Hanno puntato tutto sulla rivoluzione di genere a costo di forzare la mano al graduale e legittimo riequilibrio comunque già in atto, hanno violato le giuste leggi del merito e dell'equità, hanno offeso la verità sulla condizione degli uomini e delle donne a costo di delegittimare cambiamenti in atto dovuti al merito e all'impegno personale. Hanno forzato la mano con le quote rosa, la legge elettorale, i vantaggi pensionistici, i ministeri delle Pari Opportunità di sole donne per le donne, gli sgravi fiscali per le assunzioni femminili, gli assegni divorzili devastanti per i mariti e padri separati. Stanno forzando la mano perché gli uomini, quando non si sentono colpevoli, si sentano indegni, incapaci, inadeguati, perché colpa e vergogna sono i mezzi più potenti per tenere il popolo sottomesso. Per paralizzare gli uomini affinché non si ribellino, teorizzano che ogni merito maschile è niente di fronte a un solo femminicidio, basta una donna uccisa da un uomo per condannare l'intero genere maschile. Ma è stato scritto anche: "Come per la colpa di un solo uomo gli altri furono costituiti peccatori, così per il sacrificio di uno solo gli altri sono resi giusti" (Paolo di Tarso - Lettera ai Romani), per il neomatriarcato invece il male di un uomo li condanna tutti, il bene basta non citarlo.

Lo stigma antimaschile è oggi la croce che siamo costretti a sopportare, ma questo non deve spaventare il giovane guerriero, la tribolazione fortifica il carattere e la difficoltà aguzza l'ingegno ma soprattutto costringe ad ammettere che anche gli uomini possono avere difficoltà e ritardi non dipendenti dalla buona volontà e perciò meritevoli di interventi appropriati da parte dello Stato e della società perché nessuno resti indietro. Ci costringe a chiederci cosa c'è che non va nei politici e negli intellettuali maschi che impedisce loro di riconoscere che esiste anche uno specifico maschile con suoi punti di forza e punti di debolezza, che merita di essere riconosciuto e affrontato. Se guardiamo il cammino fatto dalle donne in questo secolo, sembra che la leva di tutto sia stata l'autocoscienza, il concentrarsi su se stesse, sul proprio essere come genere e come individui unici e irripetibili, rivendicando diritti specifici, ottenendo vantaggi e privilegi, reclamando condizioni adatte al proprio essere, ottenendo ministeri e leggi a proprio favore. Perciò è difficile credere che gli uomini possano crescere rimanendo semplici spettatori della propria sconfitta appollaiati sulla comfort zone dell'universale e dell'oggettivo senza mai cercare la propria specificità. La conoscenza di sé e della propria condizione, volgere lo sguardo sulla propria soggettività sia di genere che individuale è oggi il passo decisivo per rallentare il processo di decrescita maschile e forse dare qualche segno di ripresa.

 

 

 

 

 
 
 

E gli uomini? Come sono messi gli uomini in Italia?

Post n°133 pubblicato il 14 Settembre 2020 da hommelibre10
 

Copio e incolla dal blog:

Lega degli Uomini d'Italia 

CONDIZIONE MASCHILE IN ITALIA

In Italia gli uomini sono:il 93% dei morti sul lavoro (1200 ogni anno).il 96% delle vittime di suicidio (2400 ogni anno).il 79% delle vittime di omicidio (350 ogni anno).il 99.99% dei morti in servizio militare (1.3 milioni dalla fondazione dell'Italia).il 55% delle vittime di violenza domestica (50 mila ogni anno).il 94% senza tetto uomini.l'80% tossicodipendenti uomini.il 97% dei lavori usuranti e mortali vengono svolti dagli uomini(5 milioni di padri separati, di cui 800000 indigenti)Gli uomini subiscono la discriminazione delle istituzioni:Solo gli uomini sono obbligati al servizio militare (in Italia attualmente sospeso, le donne possono fare le soldate, ma i nomi dei soli ragazzi vengono schedati per l'eventualità di una guerra).Le donne possono andare in pensione prima degli uomini (ancora oggi in Italia).Gli uomini pagano il 70% delle tasse, ricevono il 30% delle prestazioni medico-assistenziali.Gli uomini muoiono 5 anni prima delle donne; questa differenza è apparsa con i servizi sanitari moderni.L'occupazione femminile è incentivata a scapito della disoccupazione maschile.Gli stati impongono "quote rosa" di donne, ma solo ai vertici delle aziende e dalla politica, mai nelle miniere o nelle acciaerie.Una madre ha diritto di non riconoscere il figlio alla nascita , liberandosi in quel momento di tutti i doveri materiali e morali. Un padre non ha lo stesso diritto. Addirittura, minorenni sono stati condannati a pagare mantenimenti a pedofile condannate per averli abusati.I centri anti-violenza sono per sole donne e sono gestiti da femministe che spesso li usano per calunniare gli uomini.Gli uomini subiscono la discriminazione della magistratura civile:Il 74% delle separazioni sono chieste da donne.Solo il 4% delle donne paga un assegno di mantenimento.Nell'87% dei casi gli uomini perdono la casa coniugale.Solo il 4% dei bambini venivano affidati ai papà; da quando esiste l'affido condiviso la magistratura ha inventato la figura del "genitore collocatario" (non prevista dalla legge) in maniera che nulla è cambiato.A causa di queste discriminazioni il 93% dei suicidi post-separazione sono maschili.gratuito patrocinio a prescindere dal reddito in caso di violenza subita da una donna. Principio anche giusto, ma inesistente a ruoli invertiti.Nelle separazioni sono false l'80% delle accuse di maltrattamento ed il 92% delle accuse di pedofilia fatte dalle donne.Gli uomini subiscono la discriminazione della magistratura penale:Madri infanticide: 20% in carcere. Padri infanticidi: 80% in carcere.Il 58% degli abusi sui bambini sono commessi da donne.A parità di reato gli uomini ricevono pene 63% più severe.Per violenza domestica vanno in prigione l'83% degli uomini ed il 58% delle donne.Per possesso di droga vanno in prigione il 34% degli uomini ed il 17% delle donne.La discriminazione di genere è 6 volte maggiore della discriminazione razziale. Ad esempio, la probabilità che una persona condannata finisca in carcere è: 18% per le donne bianche, 32% per le donne nere, 48% per gli uomini bianchi, 55% per gli uomini neri (dati a Chicago, USA).Gli uomini subiscono l'81% delle false accuse, che colpiscono 11 uomini ogni 100, sono fatte al 70% da donne, nel 26% dei casi sono finalizzate ad impadronirsi dei figli e dagli assegni che ne derivano: le più usate sono: falsi abusi su minori (74%), falsi abusi sessuali (48%), falsa violenza domestica (29%).In seguito all'invenzione del test del DNA, centinaia di uomini condannati nel passato per stupro sono stati riconosciuti innocenti. Il 41% delle accuse di stupro sono false.Il 96% dei carcerati sono uomini; le donne condannate possono scontare pene detentive ai domiciliari (legge Finocchiaro). 

 

 
 
 

Psicopatologia di una madre indegna

Post n°132 pubblicato il 11 Giugno 2020 da hommelibre10


Ppsicopatologia di una madre indegna raccontata da sua figlia, un racconto

tremendo, una storia che fa riflettere e che porta l'autore ad riflessioni amare

sul tempo attuale. 

https://stalkersaraitu.com/adria-psicopatologia-di-una-madre-indegna/#comments 

 

 

 

 

 

 
 
 

Thank U

Post n°131 pubblicato il 25 Aprile 2020 da hommelibre10
 

E se smettessi di prendere questi antibiotici?
e se smettessi di mangiare quando sono sazia?
e che mi dici di quelle carote trasparenti pendenti?
e che mi dici di quella fama eternamente elusiva?

Grazie India
grazie terrore
grazie disillusione
grazie fragilità
grazie conseguenzagrazie, grazie, silenzio

E se smettessi di incolparti di tutto?
e se per una volta io cogliessi l'attimo?
e che mi dici di quando mi fa sentire bene finalmente perdonarti?
e se ci affliggessimo per tutto in una sola volta?

Grazie India
grazie terrore
grazie disillusione
grazie fragilità
grazie conseguenza
grazie, grazie, silenzio

Il momento in cui ho mollato è stato il momento
in cui avevo tra le mani più di quanto riuscissi a gestire
il momento in cui sono saltata giù
è stato il momento in cui ho toccato terra

E se smettessi di essere masochista? e se ricordassi la tua divinità?
e se piangessi sfrontatamente fino a finire le lacrime?
e se non mettessi sullo stesso piano la morte e la fine?

Grazie India
grazie terrore
grazie disillusione
grazie nulla
grazie chiarezza
grazie, grazie, silenzio 

 
 
 

Grandi campagne

Post n°130 pubblicato il 25 Aprile 2020 da hommelibre10
 

CAMPAGNA VIOLENZA

   Sembra una bella campagna, una delle tante, un giusto contrasto contro la violenza sullle donne ma c'è qulacosa che non va, il violento è solo l'uomo, le donne non picchiano i bambini, non urlano, non ricattano, non creano un clima di continuo lamento, scontento, imprecazione, svalutazione... invece no, la violenza degli uomini non nasce da nulla si alimenta di piccole insoddisfazioni, scatti di ira, svalutazioni, ricatti... tanti messaggi provocatori che l'uomo non è allenato a riconoscere, a difendersi a deununciare... perché il potere si esercita così: col condizionamento mediatico, la costruzione del mostro, il nuovo razzismo di genere.

 
 
 
 

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