La vida que vendrà

Post n° 56


FINE DELLE TRASMISSIONI
- Le trasmissioni di sinistra riprenderanno al più presto -(si spera)
Corro a votare, ore 21:40 di Domenica. Ritorno a casa, accendo la tv famelico di percentuali e risultati per poter cambiare l’aggettivo affibbiato ai miei compatrioti. Niente cambiamento d’aggettivo.  Restano ancora, gli italiani, quello che non posso assolutamente scrivere.Accendo la tv e comincia il teatrino all’italiana: avevano vinto tutti e non riuscivo a capire se avessi vinto pure io. Poi passano le ore e le cose cambiano: avevano vinto tutti solo che erano più stanchi e i festeggiamenti erano più opachi. Passa ancora un pò di tempo e avevano vinto tutti ma l’aria di festa era passata. Mi addormento, mi sveglio stamane, accendo la TV e avevano perso tutti gli avversari. Cioè, tutti i leader parlavano dell’altro che aveva perso: vabbè avranno dormito male e poco e avevano “il muso”. Poi guardo le percentuali ed i risultati erano oramai certi al 99,999%. Mancava all’appello solo un comune con 1200 abitanti e con soli 2 seggi. Mah, evidentemente a presidente di seggio c’erano Luca Giurato in uno e Flavia Vento nell’altro. Guardo le percentuali e lo scacchiere politico italiano è quasi invariato: gli unici che hanno visto aumentare i consensi sono Lega Nord e Italia dei Valori. Il centro-destra esce vittorioso: nonostante al governo resta invariato il suo plebiscito. Il PD, il megagalattico partito di pseudo-sinistra affonda nella sua scorreggina elettorale ebro dei suoi gas. Casini intorno al 6%, non male. Pannella e Storace intorno al 2%. La Sinistra italiana, Rifondazione e Sinistra e Libertà, non superano la soglia del 4%. Rifondazione si attesta al 3,2% e Sinistra e Libertà al 3,00%.  Insieme avrebbero raggiunto il 6,2% circa e 4/5 europarlamentari, ma non c’è intesa politca, le divergenze sono talmente grosse da dover marciare al momento, separati: Vendola è giustamente ripudiato da Ferrero per la sua alleanza coi socialisti Craxiani. Penso, in seguito a questa cernita politica, a Ferrero, Diliberto, Vendola, che con i “purpetielli” della “paranza Prodi” al Governo ci sono andati, ma alle europee, insieme per rappresentare il popolo della sinistra, no. Non c’è analisi da fare. Io credo ci voglia un minimo di responsabilità. Credo che l’elettorato di sinistra, quella radicata attorno ai valori storici della sinistra oggi si senta paradossalmente sfruttato. Si torna alle urne, si crede fortemente in una rinascita delle forze di sinistra e ci si rende conto poi, guardando i risultati che questa grande dispersione di voti ha riportato alla catastrofe. E’ mai possibile che nel clima di tensione in cui viviamo, in una situazione in cui le destre stanno adottando politiche deleterie per le classi più deboli, non si riesca a creare un fronte unico, compatto, determinato, per ritornare al giusto peso nelle stanze dei bottoni?. Il 7% circa della popolazione italiana chiede una rappresentanza antagonista alle politiche delle vecchie e nuove destre e l’unica cosa che si riesce a fare è spaccarsi e inventarsi nuovi cartelli elettorali. Non è assolutamente possibile. C’è bisogno di unità e mi deprime pensare che dopo la debacle alle ultime elezioni politiche si continuino a fare certi errori. L’avvicinamento di Ferrero e Diliberto è da apprezzare, evidentemente hanno capito che in questa fase storica bisogna cominciare a trovare insieme le giuste soluzioni alla mancanza di consenso. Per Vendola non ci sono parole da spendere. Da anni perno della maggioranza politica di Rifondazione decide di fuoriuscirne perché messo in minoranza nel partito. Alla faccia della democrazia! Intanto il popolo di sinistra viene chiamato all’appello, risponde con dei “pizziconi sulla pancia” e non ci si vede rappresentati in Europa per via delle crepe nel muro maestro. Invece di cercare di coprirle le crepe, con dovute soluzioni, ci si schiera da una parte e dall’altra dalla lesione. Alla fine dei giochini? Sconfitta ingiustificabile quando invece con l’unità e un minimo di buon senso si sarebbe potuto avere qualche eruroparlamentare per dar manforte all’opposizione della Sinistra Europea a Strasburgo. Un’altra cosa imperdonabile. Tirarono ieri, e tirarono ancora, e ancora più forte e la corda si spezzò. Con la corda a terra oggi tirano ancora. Ma che c’è da tirare ancora? Che cosa?Oramai davvero non si trovano parole per descrivere l’entità del masochismo a sinistra. Si continua a litigare persino sul simbolo e le destre continuano a trovare il giusto collante per determinare il potere della massoneria liberista e fascista. Adesso è necessaria un’analisi seria, responsabile e fattiva soprattutto. Alle analisi devono seguire per forza di cose, i fatti: l’unità. Questo paese ha bisogno di soluzioni importanti. Redistribuzione del reddito, la tassazione delle rendite finanziarie per migliorare le condizioni economiche degli stipendiati, salariati e pensionati. Bisogna ripartire da questo per poi toccare tematiche scottanti come ad esempio il finanziamento per gli armamenti. Fra qualche mese ci saranno spese militari per miliardi di euro quando una grossa fetta di persone non arriva più alla fine del mese. Fra qualche mese si ricomincerà a lavorare sul ponte sullo stretto di Messina ed altri miliardi e miliardi spesi per un opera inutile  e c’è gente che dovrebbe vivere con una pensione di 500 euro al mese. Ecco, queste sono le risposte che riesce a dare una destra populista e affarona, per non parlare chiaramente dell’elemosina fatta ai ceti meno abbienti con la social card. Qualche tempo fa qualcuno disse “o si fa l’Italia o si muore”. Adesso mi verrebbe da dire, ed ho meno carisma di Giuseppe Garibaldi: “o si fa il Partito Comunista o ce facimme o fegato amaro”. Però come frase pure è accattivante. Giusè, massimo rispetto.