La vida que vendrà

Post n° 59


Piero Calamandrei- discorso sulla Costituzione agli studenti di Milano (1955) -
In questi giorni si sente spesso la parola "riforma". Le destre al governo parlano di Riforma Costituzionale perchè vogliono riformare la Giustizia. La riforma della Giustizia, è talmente radicale e che è in netta contrapposizione con i principi della Costituzione Italiana. Sino ad oggi mai nessun Presidente del Consiglio si è mai permesso di fare invettive contro la Costituzione, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale. Mai nessun presidente ha preteso di essere immune da procedimenti giudiziari. Nessun Presidente del Consiglio ha mai pensato di fare in "fretta e furia" una legge per diminuire drasticamente i tempi dei processi dopo aver provato spudoratamente a salvarsi da eventuali condanne, con il lodo Schifani prima e quello Alfano poi. Ho ascoltato le parole di Calamandrei e a circa metà discorso, quando si è commosso parlando della Costituzione Italiana a 5 anni circa dalla sua stesura, ho deciso di pubblicarlo quì. Accendo la TV, apro i giornali, navigo per la rete e mi sembra che si parli della nostra Costituzione come fosse carta straccia.I Padri Costituzionali hanno espresso nei loro principi, articoli e codici, cose che non possono essere in nessun modo oggetto di revisionismo. Il senso di giustizia espresso della nostra Costituzione non può essere assolutamente messo in discussione. Il Presidente del Consiglio Italiano è un cittadino come tutti gli altri e in quanto tale non può godere dell'immunità e corsie preferenziali. Anzi, aggiungo, è proprio perchè occupa una carica così importante per il Paese, che dovrebbe senza esito acluno dimettersi in caso di procedimento giudiziario in corso a suo carico. E invece ... ci ritroviamo un Parlamento pieno di pregiudicati. Se ho la fedina penale sporca, non posso fare il carabiniere. Però posso diventare Deputato, Senatore, Ministro, Presidente del Consiglio addirittura.Credo che davvero sia venuto il momento di "darci un taglio". Oramai non è più una questione politica, di divergenze fra partiti. Siamo giunti al punto che il paese, in ginocchio e stremato dalla crisi economica, deve vedersi un Parlamento impegnato a difendere Silvio Berlusconi dai processi a suo carico. Voglio dire, è possibile vedere aumentare vertiginosamente gli operai licenziati o in cassa integrazione, vedere famiglie andare sul lastrico e apprendere che il governo è da mesi impegnato a preoccuparsi del Lodo Alfano prima e del "processo breve" oggi? Ah no, la settimana scorsa hanno dibattuto in aula della legge che regolamenta il taglio della coda ai cani. E non si sono messi d'accordo. E' paradossale? E' accaduto sul serio.<< ... la libertà è come l'aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni ... e che io auguro a voi giovani di non sentire mai ... ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare ... vigilare ... >>  (Piero Calamandrei)