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Elisa: "Sigur Ròs la più brava band al mondo"


Un'altra artista che dichiara di amare i Sigur Ròs! Si tratta della cantante triestina Elisa Toffoli, in arte Elisa, che ha regalato ai suoi fans italiani tre grandi concerti-show, Verona il 20 settembre, Roma ieri sera e Milano il prossimo 7 ottobre. Questi 3 show sono in pratica le prove per il primo tour nord-americano che partirà il 29 ottobre a Toronto e terminerà il 24 novembre a Seattle, dopo aver toccato Allston, Vienna, New York, Philadelphia, Pittsburgh, Chicago, St. Louis, Denver, Salt Lake City, Solana Beach, Los Angeles, San Francisco, Portland e Vancouver.La passione per la musica ad Elisa inizia con la musica di Tori Amos, Ella Fitzegerald, Bjork e i Sigur Ròs. Sulla scia del grande successo di qualche giorno fa all’Arena di Verona, ieri sera il «Mechanical Dream» è approdato al Palolottomatica di Roma. Dopo la direzione artistica del musical Hair, «Mechanical Dream» è uno show che abbandona l’idea canonica di concerto per abbracciare quella di spettacolo. «Per la prima volta ho inserito nella mia musica altre forme di espressione artistica» spiega la cantante. «Mechanical Dream» racchiude in sé il mondo di Elisa, fatto di elettronica e meccanica, ma anche di onirico, ovvero quella dimensione parallela e romantica tanto cara all’artista. Nulla è lasciato al caso sul palco, scenografie spettacolari, attenzione ai costumi, ballerini che si esibiscono sulle coreografie di Luca Tommasini studiate sulle canzoni di Elisa, ma anche ispirate ad alcuni dei film più amati dalla cantautrice. Naturalmente la scaletta tocca alcuni dei più grandi successi dell’artista, che si esibirà anche in diverse cover tra cui Wuthering Heights di Kate Bush ed un pezzo di Bjork. Lo show inizia con Stay dove la cantante distrugge un manichino con le sue sembianze. Il palco è su due livelli. Quello inferiore è nero, quello superiore bianco. In evidenza pistoni, ruote dentate, meccanismi meccanici. Tutto sembrerebbe riportare al film Metropolis di Fritz Lang e invece sono i «ricordi dell’infanzia». «Le sirene e le tute da lavoro che indossiamo - avverte Elisa - richiamano i cantieri di Monfalcone, dove ha lavorato mio padre». Lo spettacolo è degno di una produzione americana, a pochi giorni dalla partenza del primo tour di Elisa in Nord America.La chiacchierata con Elisa alla fine del concerto romano prosegue e sfocia nei suoi gusti musicali, in ciò che la ispira: «Nella scelta delle parole e delle atmosfere che descrivo resto di proposito generica, mi piace pensare che tutti possono identificarsi nelle mie storie e interpretarle a seconda delle proprie esperienze. Quando ascolto la musica degli altri, mi piace che mi capiti la stessa cosa». La domanda sulle sue passioni musicali fa sfilare una serie di nomi e di canzoni preferite: «Ascoltavo "Paperback Writer" dei Beatles quando andavo in bicicletta, mi dava la carica; amo "Redemption Song" di Bob Marley perché lui, oltre a essere un grande artista, è un simbolo; poi ci sono i successi dei Cranberries, "Sitting on the Dock of the Bay" di Otis Redding, "Hallelujah" di Rufus Wainwright, ma soprattutto impazzisco per Bjork e per i Sigur Ròs. Considero questi artisti islandesi geniali, sia Bjork che i Sigur Ròs, anzi, credo di non dire una stupidaggine se affermo che i Sigur Ròs sono la band più brava al mondo. Dancing, che ha una parte di piano importante, l'ho composta sotto l'ispirazione avuta dopo aver ascoltato un loro pezzo del 99, Viðrar Vel Til Loftárása, che ha una base di pianoforte favolosa. Questa estate li ho visti all'Arena Civica di Milano ed ho avuto la pelle d'oca per tutto il concerto e per tutta la notte successiva. La loro musica mi infonde serenità, mi fà vedere il mondo in un'ottica di pace, di beatitudine. Loro cantano in islandese ed in un dialetto vichingo antico, perchè per loro i testi non hanno importanza, ma sono le parole che si devono fondere con la musica e diventare armonia. Capisci? Quando un artista arriva ad un simile livello musicale, vuol dire che ha raggiunto il picco più alto della musica mondiale. Infatti, loro fanno concerti in tutti e 5 i continenti proprio per questo motivo. Ecco, se un giorno arriverò al loro livello, a far provare alla mia gente le emozioni che i Sigur Ròs fanno provare a me, allora vorrà dire che la mia carriera musicale avrà avuto un senso».