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Zapatero tratta con i terroristi dell’Eta A settembre riferirà alle Cortes. L’opposizione nega ogni appoggio di GIULIO GELIBTER MADRID  Il premier spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato ieri che il suo governo inizierà senza perder tempo un negoziato con l'Eta per por fine all'ultimo conflitto armato in Europa Occidentale, che in 38 anni ha fatto quasi mille morti. L'annuncio aveva ottenuto un avallo preventivo della maggior parte delle forze politiche ma l'opposizione di centrodestra e le vittime del terrorismo hanno negato il proprio appoggio a trattative che interpretano come una resa nei confronti dell'Eta, lasciando il leader socialista davanti ad un percorso tutto sul filo del rasoio. In un attesissimo ma breve discorso, fatto in Parlamento davanti ai media, Zapatero ha annunciato l'inizio del «dialogo» forte dell'autorizzazione datagli nei mesi scorsi dal Parlamento e giustificata da una nuova situazione in cui, ha detto, da oltre tre anni l'Eta non uccide più nessuno e sta rispettando da tre mesi la sua prima «tregua permanente» dichiarata il 22 marzo scorso. Zapatero, che sul processo di pace ha puntato tutto, ha avvertito che il cammino «sarà lungo e difficile» ma ha assicurato che il governo «non pagherà nessun prezzo politico» per por fine al conflitto. Ed ha aggiunto che «rispetterà la decisione dei cittadini baschi» e lascia ai partiti baschi il compito di raggiungere «un grande accordo politico». Un riferimento futuro ad un referendum di autodeterminazione, come chiesto dall'Eta, e un imprimatur immediato alla tavola rotonda dei partiti baschi, con la partecipazione di Batasuna: per raggiungere quegli accordi politici che il governo non può affrontare con l'Eta. Non a caso il dirigente di Batasuna Pernando Barrena ha definito di «grande portata» l'annuncio di Zapatero e il quotidiano basco Gara, vicino agli indipendentisti ha titolato on line non sull'inizio del dialogo ma su queste promesse del premier. E il governo regionale basco ha dato il suo pieno appoggio a Madrid «per giungere ad una pace duratura, universale e irreversibile», prendendo atto che «la ricerca di soluzioni politiche corrisponde unicamente alle forze politiche basche». Prima dell'intervento del premier, che contrariamente a quanto precedentemente annunciato non si è rivolto direttamente al parlamento per evitare uno scontro col PP, il ministro dell'interno Alfredo Perez Rubalcaba aveva avuto contatti con i portavoce dei vari gruppi a cominciare dai Popolari. Zapatero ha indicato che il negoziato comincerà subito e a settembre il ministro dell'interno Rubalcaba informerà sui primi risultati le forze politiche. Mariano Rajoy, leader del PP, principale forza di opposizione, ha tuttavia respinto le argomentazioni del premier affermando che il suo partito «non può dare il proprio appoggio al governo» sul negoziato perchè «non ci sono le condizioni» necessarie affinchè si rispettino i principi dello stato di diritto e la volontà dei cittadini. venerdì 30 giugno 2006Tratto dal sito www.iltempo.itLeggete questo articolo lasciato dall'amico lenin1986 nel suo blog...Molto interessante... Buona Notte!!!