« Come scarnificazione delle membra mie daesili, magre, scheletricheditaartigliate (aracnidivelenose zampe)quotidianaperpetua ineluttabileintossicazione. »
« Infectum » nasce quasi come un gioco, è forse troppo definirlo anche « esperimento » o « sfida »: una similitudine mancante del secondo termine di paragone si staglia per i, per quanto brevi, dieci versi totali del componimento, il cui verbo (« perpetua ») è posto al v.9, separato dal proprio soggetto « scarnificazione », in apertura al v.1, da una iperaggettivazione del causa efficiente « dita ». Il titolo stesso sfocia nella burla, dal momento che si fa leva sulla natura di « falso amico » dell'aggettivo « infectum », che, per sonorità, riporta all'« intossicazione » del v.1O, ma il cui reale significato è di « non finito », qual è il fatto descritto nel corpo del pezzo.Al di là della componente « giocosa », la cripticità strutturale quanto semantica è voluta col fine di riprodurre l'onero a cui sottopone la convivenza con un disagio nel perpetuarsi degli anni.