JUVE, CONTE TORNA IN PANCHINA!
A Palermo ritrova il campo e la panchina. L’appoggio incondizionato di Agnelli che lo ha sempre difeso: «E’ stato un processo inquisitorio».TORINO - C-Day, il giorno dello sbarco. Al Barbera, nel pomeriggio più atteso che c’è, riecco Antonio Conte in campo, a bordocampo, sul campo. Fine dell’incubo, fine della squalifica per omessa denuncia, fine dell’esilio logistico. Basta box più o meno oscurati, basta tribune più o meno ostili. Il confronto, da oggi, è ad armi pari. Almeno si spera... C-Day, il giorno delle parole. Usciranno a fiumi, copiose, rabbiose, durante novanta minuti e rotti del match contro il Palermo. Sicuro. E serviranno tante caramelline al miele, ovvio, per conservare un po’ di voce, per commentare il post partita. Altrimenti, il Conte afono sarà servito, quasi un contrappasso globale, per addetti ai lavori e non. C-Day, il giorno dei ricordi. Passeranno per la mente, in ordine sparso. La perquisizione a casa, la telefonata del fratello ad avvisarlo, la faccia sbattuta in prima pagina e associata alle scommesse, al calcioscommesse. Tecnicamente, tutto ha un principio, nel maggio della festa, dopo lo scudetto conquistato, dopo la Coppa Italia persa a Roma. In realtà, i mesi precedenti sono un autentico stillicidio, tra voci più o meno controllate e dichiarazione più o meno verificate. Poi, da Cremona parte l’avviso di garanzia. E da lì in avanti la vicenda assume i contorni kafkiani. Non poteva non sapere e quindi paga (come allenatore del Siena, non da juventino, anche se il problema ricade sulla Juve). In mezzo, un patteggiamento non voluto e imposto, prima accolto e poi respinto. «Ma il patteggiamento è un ricatto», tuona nella conferenza stampa che gli costa un altro deferimento (infine, colpa espiata con multa). La condanna a dieci mesi viene confermata, solo il Tnas la riduce a 4. Liberando Conte giusto in tempo per sprint natalizio: Palermo, Cagliari in Coppa Italia, Atalanta, ancora Cagliari. C-Day, il giorno dell’appoggio. A difesa dell’allenatore leader scende in campo (!) nientepopodimeno che Silvio Berlusconi , ex Premier “incasinato” dai processi e in versione avvocato difensore. Così: «Non conosco nello specifico la sua situazione. Ma non ci sarebbe da meravigliarsi se anche lui fosse uno dei perseguitati dalla giustizia, in questo caso sportiva». Olè, la solidarietà è servita. Chissà quanto voluta.Fonte: Tuttosport.com