Creato da: MICHELEALESSANDRO il 15/07/2012
PREISTORIA UMANA E TRADIZIONALISMO INTEGRALE

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Ultime visite al Blog

nictilopegattamelatinofilicefrancesco.fgiancasetteMICHELEALESSANDROlibriefilmTerpetrusmaria.sarzisartorijenainsubricaclipper1965ivan.lanzillosimone2204giovannivassobillduke82
 
 

Ultimi commenti

Sulla Beringia come antica culla umana andrebbero...
Inviato da: Fabio
il 27/10/2012 alle 11:43
 
Grazie mille, ho in programma di scrivere ancora un bel...
Inviato da: MICHELEALESSANDRO
il 27/08/2012 alle 18:14
 
Complimenti per la serietà delle tematiche trattate. Buona...
Inviato da: boscia.mara
il 27/08/2012 alle 10:49
 
Premessa interessante
Inviato da: Luisella
il 16/08/2012 alle 15:22
 
Prova
Inviato da: Francesco
il 28/07/2012 alle 15:29
 
 

 

 
« PATRIA ARTICA O AFRICANA ?CRITICA DELLE TEORIE AFR... »

CRITICA DELLE TEORIE AFROCENTRICHE: LE DATAZIONI PIU’ ANTICHE E GLI ELEMENTI ARCHEOLOGICI

Come avevamo precedentemente accennato, le teorie sulla zona di origine dell’umanità che attualmente sembrano maggiormente accreditate dai ricercatori, ipotizzano una provenienza africana; viene postulato cioè un più massiccio ed antico popolamento dell’Africa rispetto a tutti gli altri continenti che, di conseguenza, non avrebbero potuto fare altro che ricevere varie ondate migratorie in territori, fino a quel momento, non ancora occupati da rappresentanti della specie Homo Sapiens Sapiens.  

Cercheremo, in questo e nei post successivi, di porre alcune osservazioni critiche sulle teorie afrocentriche – in particolare su quella nota come “Out of Africa” – essenzialmente da un punto di vista archeologico, antropologico e genetico; non ci occuperemo invece della teoria “multiregionale”, attualmente sostenuta soprattutto dal paleoantropologo Milford Wolpoff, perché la sua strutturazione, fondamentalmente poligenetica, e l’elevata scala temporale proposta, la pongono al di fuori dei limiti della nostra ricerca.

Come considerazione iniziale, possiamo subito sollevare un interrogativo di base, ovvero quello sulle effettive motivazioni che avrebbero spinto i primi ipotetici proto africani ad abbandonare i favorevoli climi tropicali per migrare, ad esempio, verso la gelida Europa del periodo glaciale; è, questo, un interrogativo che apparentemente non sembra trovare facili risposte. Oltretutto, la cosa appare problematica anche perché una prima eventuale “finestra” climatica relativamente più mite, che avrebbe potuto agevolare il flusso, poteva corrispondere ad esempio all’interstadio di Hengelo; ma la datazione di questo (tra i 34.000 ed i 38.000 anni fa) non sembra collimare molto bene con le prime attestazioni di presenza umana nel nostro continente, che risultano più antiche di alcuni millenni.

Vi è poi il discorso sulla ipotetica maggior antichità, rispetto agli altri continenti, dei ritrovamenti africani attribuibili a uomini anatomicamente moderni, come ad esempio quelli di Klasies nell’Africa meridionale, situabili tra 130.000 e 70.000 anni fa, ed altri ancora di ulteriori aree sub-sahariane, che evidenzierebbero un probabile uso intenzionale di ocra rossa e risalenti anch’essi a circa 70.000 anni fa.

Va detto innanzitutto questi ritrovamenti non sono gli unici di questa antichità, perché ad esempio ne sono emersi anche in Australia meridionale, a Kununurru (datati tra 174.000 e 114.000 anni fa) ed in Cina, nella zona di Liujiang, che potrebbero risalire a più di 100.000 anni fa ed altri, di due caverne vicine, probabilmente di almeno 94.000 anni; è per tale motivo che quasi tutti gli antropologi cinesi respingono l’idea di una discendenza dei cinesi attuali da uomini provenienti dall’Africa (e sono in disaccordo anche sull’ipotesi di una derivazione dei primi asiatici orientali e sud-orientali da zone più meridionali, come l’Australia o la Nuova Giunea).

In secondo luogo, anche se nelle rimanenti parti del mondo non ve ne fossero emersi di di antichità simile, non dobbiamo dimenticare, nell’ambito di questa ricerca che, come indicato nella premessa, i limiti temporali del nostro ciclo umano – o Manvantara – non superano i 65.000 anni; quindi tutto ciò che può essere rinvenuto e datato a cronologie superiori, è necessariamente l’espressione di Manvantara ed umanità precedenti alla nostra, e quindi esce dai limiti del nostro studio.

E proprio a tale proposito a nostro avviso è piuttosto significativo il fatto che il continente africano denoti un forte hiatus – quasi a seguito di una barriera temporale – tra i ritrovamenti più antichi e quelli più recenti (che, peraltro, come vedremo non presentano certo antichità superiori a quelli di altre zone del mondo). Ad esempio in alcune aree dell’Africa sub-sahariana alcuni autori ravvisano sporadici elementi di un comportamento che può essere considerato simile a quello umano moderno, come l’arte astratta, già 90.000 anni fa, elementi che poi scompaiono circa 65.000 anni fa e ritornano solo 25.000 anni dopo. Oppure il fatto che, proprio nella sopra citata zona di Klasies, da 70.000 fino a 15.000 anni fa non sembra esserci stata più alcuna traccia di popolamento umano; o infine la constatazione di carattere demografico che circa 50.000 anni fa buona parte dell’Africa risultava disabitata, forse con qualche incerta traccia di presenza nelle sole nelle zone orientali.

A nostro avviso tutte queste sono evidenze che, a ben vedere, mal si conciliano con il fatto che l’area sub-sahariana, secondo la teoria “Out of Africa” dovrebbe rappresentare la zona “nucleare” del nostro genere.

Comunque altri autori contestano, dal punto di vista archeologico, anche l’effettiva datazione in periodi troppo remoti, di un comportamento chiaramente “moderno” nell’Africa sub-sahariana: ad esempio, per Lewin prima di 40.000 anni fa tale evento è molto incerto, mentre per Klein l’inizio della tarda età della pietra (da un sito nel Kenya centrale) è situabile tra i 45.000 ed i 50.000 anni fa. E proprio in rapporto alle tecnologie litiche utilizzate dalle ipotetiche popolazioni proto africane migranti, Wolpoff e Thorne segnalano che non si osserva negli altri continenti alcuna comparsa o diffusione di industrie che sembrino tipologicamente collegabili a quelle africane.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenta il Post:
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963