Creato da ilfioredelpeccato il 30/07/2010

Il fiore del Peccato

by Morgana!

 

 

Per rivederti...

Post n°52 pubblicato il 29 Novembre 2010 da ilfioredelpeccato

Dovessi farlo illegalmente, contro la mia volontà, userò tutto il corpo per rivedere te.
Sentirmi tua, in tuo stretto possesso. Sentirmi desiderata, amata, violentata con il solo tuo sguardo.
Essere colta di sorpresa dalle tue veloci dita, nei luoghi più impensati, agli orari più inusuali.
Userò tutto il mio corpo per rivedere te.
Dovessi mettermi completamente a nudo, lo farei, per rivedere te.
Dovessi cadere nello squallido, lo farei, per rivedere te.
Averti dentro di me per giornate intere, fino a ricevere piacere persino dal dolore.
Baciarti. Baciare ogni centimetro della tua pelle, guidare le tue mani in mezzo alle mie cosce.
Sentirmi piena. Piena delle tue falangi che, avide, raccolgono ogni goccia del mio dolce nettare,
e lo cospargono sul mio ventre.
Sentire il tuo ego soddisfatto, nel vedermi impazzire, urlare, graffiarti, piangere, mentre mi penetri con violenza.
Mentre stringi attorno a te il mio esile corpo tremante. Mentre cerchi di saziare la mia insaziabile voglia di te.
Userò le parole più sporche, per rivedere te.
Sussurrarti piano, che ti voglio, cosa voglio, e come lo voglio.
Afferrami, aprimi le cosce, affondaci dentro. Non respirare, affogaci, ma sazia la mia insaziabile voglia di te.
Lecca l'interno della mia vagina avidamente, fammi sentire che ti piace.
Fammi male. Ma fallo mentre mi guardi negli occhi.
Scivola sul mio corpo, aderisci alla mia pelle, rendi turgidi i miei piccoli capezzoli rosa. Tirali, morsicali, bagnali.
Dominami. Sii dominato dalla mie gambe, dalla mia vagina aperta, sul tuo membro.
Sentilo, mentre prende vita, stimolato dai miei piccoli ma profondi movimenti su tutta la sua lunghezza.
Afferrami i fianchi. Spingimi dove vuoi. Ma spingimi forte.
Senti i nostri umori che si mescolano, umidi e caldi, mentre il tuo membro in erezione si insinua naturalmente dentro me.
Fammi vedere che ti piace. Che ho imparato a memoria i movimenti per farti godere.
Spingimi, sempre più a fondo. E guarda. Guarda come dalla mia vagina ormai spaccata, escano i nostri umori, e si posino sopra il tuo pube.
Guarda i nostri muscoli in tensione. I tuoi bicipiti, tricipiti. I muscoli del mio ventre, delle mie gambe.
I nostri muscoli facciali. Toccami il viso, fallo lentamente entrare nella mia piccola bocca.
Sentilo mentre si insinua nella mia cavità, mentre è succhiato con estrema perversione.
Aumenta la velocità del tuo membro dentro me. Fammi male. Fammi male.
Senti le contrazioni della mia vagina, senti i miei gemiti trasformarsi in urla, senti il mio sudore prendere il sopravvento.
Senti il mio orgasmo. I miei veloci liquidi uscire alla velocità della luce da dentro me.
Ti senti perverso. Ti senti soddisfatto. Ti senti completamente bagnato da me.
Userò tutto il mio corpo per rivedere te.
Te lo sussurro, sfinita, accovacciandomi di fianco a te.
Completamente sfinita, con piccoli spasmi orgasmici dentro me. Con la voglia di venire riempita di nuovo, senza sosta, per sempre.
Osservo il tuo enorme membro pulsante ancora in erezione, mentre il tuo respiro irregolare si alterna ai tuoi piccoli gemiti.
Userò le mie mani, per rivedere te.
Userò la mia bocca, per rivedere te.
Malizioso, mi guardi. Mentre la mia mano lo stringe, facendoti socchiudere gli occhi, come in paradiso.
Osservo i tuoi addominali contratti, le tue vene pulsare.
Ti ingoio. Sento la perfetta combinazione dei nostri umori in bocca.
Ti sento urlare, graffiare le lenzuola. Aumento la velocità di mani e bocca. La lingua si insinua leggera sulla tua cappella.
In estasi mi prendi in braccio, mi baci e, con il tuo insaziabile membro, mi spingi contro il muro, di schiena.
Insinui le tue grandi dita nel mio piccolo buco. Mi fai male. Ed era ciò che volevo.
Mi allarghi, aumenti il mio desiderio e lo spingi piano dentro di me.
Urlo. Ti voglio. Ti odio. Ti amo.
Ti sento, imponente, dentro di me. Più di prima. Avvolgi il mio corpo, mi alzi, mi apri sempre più.
Dal dolore rinasce il piacere. Dal piacere sgorga impetuoso dentro di me il tuo orgasmo.
Imprechi. Mi stringi. Mi vuoi. Mi trascini sotto le coperte e mi copri. Le contrazioni dei nostri corpi sono evidenti.
Mi baci, dolcemente. Mi accarezzi. Viso, capelli, braccia, schiena.
Lascia che io giaccia sul tuo corpo.
Con il tuo membro, rientrato impercettibilmente in me.
Mi addormento, fra le tue braccia. Siamo perfetti.
Per questo, userò tutto il corpo per rivedere te.

 
 
 

Al risveglio...

Post n°51 pubblicato il 15 Novembre 2010 da ilfioredelpeccato

Quale miglior cosa di un bel bagno

in piscina al mattino appena alzata dal letto

dopo una lunga notte di fuoco e passione!

"Morgana"

 
 
 

Sconosciuto....

Post n°50 pubblicato il 10 Novembre 2010 da ilfioredelpeccato

Era una domenica pomeriggio uggiosa di fine ottobre. Non avevo da studiare e cercavo di ammazzare il tempo in chat. Di solito ricevo molti contatti ma quel giorno niente, saranno tutti a vedere il derby pensai.
Tranne uno F. che inizia ad attaccare bottone… F è un trentenne  bruttoccio ma piuttosto simpatico e comunque non avevo niente da fare quindi approfondiamo… Nel parlare scopriamo che abitiamo nello stesso quartiere e lui mi invita ad incontrarci al caffè dell’angolo. Io non avevo molta voglia di incontrarlo ma avevo voglia di uscire così accetto…
Mi infilo un paio di jeans attillati un maglioncino verde corto, convers da inverno sciolgo i miei lunghi capelli neri ed esco… arrivata al bar lo vedo subito, aveva più pancia di quanto mi aspettassi, era fuori ad aspettarmi ci salutiamo e mi dice:
-ti va se andiamo a casa mia il bar è pieno, sono tutti a vedere il derby… abito qui vicino
Accetto anche perché non volevo restare sotto la pioggia. Arrivati a casa sua apre il portone e mi invita a salire le scale lui è dietro di me e mi dice:
-hai proprio un bel culo tondo..
Mi volto di scatto ma non gli rispondo, mi copro con le mani ma continuo a salire davanti a lui. Volevo provocarlo…
Entriamo in casa chiude la porta e mi da un pizzicotto sul sedere… faccio un urletto e lui si mette a ridere:
-hai davvero un bel culo..
-si ma non mi piace chi me lo tocchino senza permesso
Mi tolgo il giubbotto e faccio finta di nulla, mi siedo e lo guardo fare il caffè… riprendiamo la discussione che avevamo in chat sul sesso…
Siamo in piedi l’uno davanti all’altro, è molto più grande di me, e mi dice
-me lo hai fatto rizzare ora mi fai un pompino..
E mentre dice così mi mette le mani sulle spalle e mi spinge verso il basso
Faccio resistena…
Ma lui insiste:
-forza inginocchiati..
Non so cosa mi sia preso ma non avevo più la forza di parlare o di reagire.
Mi inginocchio davanti a lui, si sbottona e lo tira fuori, sono pietrificata…
-forza mettilo in bocca…
Apro la bocca lui si avvicina e lo mette dentro…
-Ora succhialo
Obbedisco un silenzio
La mia bocca va su e giù mentre le mie mani sono posate sulle cosce… lo guardo in faccia sta sorridendo..
Dopo un po’ mi blocca me lo toglie di bocca e si spoglia nudo…
-seguimi
Si siede in poltona, io senza alzarmi mi avvicino e mi posiziono tra le sue gambe… continuo il mio lavoretto
Dopo un po’ lo sento ansimare e irrigidirsi… pensai che stesse per venire. Non volevo farmi venire in bocca mi ero già umiliata abbastanza così lo tolsi di bocca.. non fui abbastanza veloce e invece di venirmi in bocca mi riempì la faccia. Ero ricoperta, completamete umiliata…
Io una ragazza che se la tira con i suoi corteggiatori e aspetta tantissimo prima di farli divertire era in ginocchio davanti ad uno sconosciuto con la faccia inondata….
Mi ripulii e me ne andai senza rivederlo più…

 
 
 

Pensandoti....

Post n°49 pubblicato il 03 Novembre 2010 da ilfioredelpeccato

sono le 22 del 02 novembre2010 , appena rientrata a casa dopo una giornata stressantissima di lavoro ho voglia di rilassarmi cosi corro a fare una bella doccia mi denudo della mia bella biancheria in pizzo bianco , ento nella doccia e inizio ad insaponarmi , ma sent che ho vlglia di rilassarmi meglio e di godere , vorrei che il mio uomo sempre desiderato fosse qui con me a farmi godere , cosi , mi sto toccando un capezzolo, lo stringo tra le dita lo sento inturgidirsi, ti guardo e mi bagno le labbra con la punta della lingua, sento un deciso e piacevole vibrare dentro di me, mi siedo nella doccia e mi scopro, le gambe, le allungo in avanti e le apro lentamente. immagino che I tuoi occhi mi scrutano,. Apro di più le gambe, mi accarezzo le cosce dal ginocchio in su, dall’interno, con un lento e sinuoso movimento. Ecco ci sono, percepisco un caldo umido che mi avvolge, tu davanti a me cerchi le mie labbra e io le schiudo per te. Poi mi stendo e tu ti insinui sotto di me, mi prendi per i fianchi e mi lasci scivolare sopra al tuo sesso ormai rigonfio. Mi muovo lentamente, poi più forte, i movimenti del bacino sono regolari e sensuali. Cambio postura, tu adesso sei sopra di me intensifichi i colpi ormai divenuti forti e decisi. Mi manca l’aria ma non posso e non voglio smettere, ho tanta volia di te e tanta voglia di godere predo il manico della doccia inizio a strofinarlo sulla mia passera ormai fracida di umori inizio a mettermelo dentro di come godo continuo a siiii mi paiace tanto immagino il tuo pene dento di me ora inizioa gemere di piacere siiii ancora vado piu forte vorrei che tu mia inondassi di sperma siiiii vai godoo inizio a fottermi ancora di piu a che bello arrivo come una forsennata strillo da morire come avrei volut fossi tu....

 
 
 

Tracce su di me...(ovviamente i nomi sono inventati)

Post n°48 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da ilfioredelpeccato

Timidamente mi osservavo allo specchio. Nuda. Completamente nuda. Il mio corpo che ancora poteva, ingannando, apparire verginale se ne stava lì, in attesa di essere soddisfatto.
Lo specchio sembrava parlarmi. Sembrava dirmi: "Perché hai questi occhi dolci, ma una bocca salata? Non è giusto, è proprio questo che ti rende bella. Bella come una rosa rossa. Le tue spine fanno un male assaporabile."
La mano tremava, mentre sfiorava le mie labbra, le mie dita scorrevano leggere sulla bocca, si bagnavano, ne godevano. Lentamente scesi sul collo, e mi ritrovai a pensare alla lingua umida di Davide e ai suoi piccoli morsi accompagnati da sottili gemiti di piacere. Un brivido veloce mi percorse la schiena, e un sorriso mi sorse spontaneo sul viso.
Accarezzai i miei seni piccoli, proporzionati al mio fisico, tondi, morbidi, ed al centro due vivaci capezzoli presero vita, lucidi. Li sfiorai, piano, e una scintilla si accese dentro me. Posso ancora immaginare il piacere che Manuel provava nell'accarezzarli, nel nutrirsene, nel toccarli, nella capacità di renderli turgidi in pochi secondi.
La mano scese sul ventre, e lo accarezzò in tutta la lunghezza. Socchiusi gli occhi e mi lasciai abbandonare sul letto, come quando con Fede facevamo l'amore sperimentando le sensazioni che provavo nel sentire la sua bocca accarezzarmi l'ombelico, e lui voleva che io tenessi gli occhi chiusi, perché solo così potevo capire gli impulsi che mi regalava. Ricordo quando mi teneva stretta per i fianchi, e mi accarezzava e baciava il basso ventre, facendomi inarcare la schiena dal piacere.
Aprii le gambe, accarezzandomi le cosce lisce e sentì il mio frutto bagnarsi e contrarsi, regalandomi gemiti soffocati. Riscoprì la bambina ingenua che voleva sentirsi grande, voleva anche lei un "servizio completo", come raccontavano le sue compagne di scuola. Aveva voglia di imparare, di sentire il respiro affannato di un uomo su di lei, voleva disperatamente "diventare grande".
E alla fine il primo bacio, le prime carezze, e la prima volta. Stefan. I suoi occhi color smeraldo, i capelli disordinati sulla nuca, che lo facevano sembrare così bello e maledetto. Il suo tatuaggio sul bicipite, disegnato da lui, che rappresentava un bosco nel quale un lupo ululava alla luna piena. Il modo in cui maneggiava la sua chitarra, facendo sembrare tutto tremendamente romantico. La testa che un po' girava, a causa dell'alcol, il ballo inventato solo per stringersi stretti, e poi le sue labbra sulle mie, la sua lingua morbida, le sua mani su di me.
Volevo essere la sua chitarra umana, volevo che tirasse fuori da me i suoni più dolci e gli assoli più lunghi.
Le mie mani scorrevano sempre più avide per scoprire il piacere che dentro mi stava dilaniando. Mi accarezzai il clitoride, bagnato e rigido, e tutto intorno a me sembrò avvolgersi nel cellofan.
Le grandi e piccole labbra mi pulsavano, bollenti, e i miei movimenti si estesero fino a che le dita riuscirono ad entrarmi dentro come fosse il gesto più naturale del mondo.
Le unghie mi graffiavano, mi facevano il solletico, aumentando il mio grado di eccitazione.
Mi sentivo a mio agio, la luce soffusa che proveniva dai raggi di luna risplendeva sulla mia pelle abbronzata. Aprì gli occhi e la vidi, al di fuori della finestra. Piena, sembrava quasi finta, mentre nuvole e lampi le si avvicinavano e la sfioravano.
L'atmosfera perfetta per essere disegnata, dipinta da Fabio. Essere osservata mentre mi masturbavo, vedere come i suoi disegni potessero essere così realistici. Scorgere la sua erezione mentre disegnava, la sua mano spesso tremante che gli ostacolava la realizzazione di linee sinuose, come il mio corpo. E fare l’amore, sentire il calore del suo corpo, il suo sudore mischiarsi al mio, i nostri sessi uniti.
Le dita venivano ingoiate ad ogni contrazione, e le spinte con cui mi penetravo erano sempre più decise. Mi accovacciai su un fianco, morsicandomi il labbro inferiore e stringendomi il seno destro con il palmo della mano sinistra. Sentivo l'orgasmo ormai vicino, lo stomaco mi si contraeva per la rigidezza a cui era sottoposto. I gemiti mi uscivano lenti ed armoniosi, quasi fossero il motivetto di una canzone.
Il respiro si affannò, il sudore cominciò a prendere vita sulla mia pelle, i sensi sembrarono uscirmi piano dal corpo, la vista si offuscò e un calore piacevole si sprigionò da dentro il mio sesso. Lentamente diminuì la velocità di penetrazione, e un urlo liberatorio fece silenziosamente uscire gran parte dei miei umori, a causa dell’orgasmo violento.
Un sorriso si dipinse sul mio volto. Ero sfinita. A poco a poco la vista tornò nitida, il respiro regolare, e le dita raccolsero i miei caldi umori.
Ne lasciai la traccia sul mio ventre, sui fianchi. Tornai a marcare il seno, i capezzoli. Poi il collo, il mento, le orecchie.
Infine lo assaggiai, le dita si insinuarono nascoste dentro alla bocca, solleticando la lingua, che avida assaporò il frutto della precedente passione.
Sì, sapeva decisamente.. di pesca.
Iniziai a ridere. Era buffo come ogni parte del mio corpo fosse segnata da un uomo diverso.
Tutti a loro modo avevano lasciato il segno su di me, mi erano entrati dentro con dolcezza, con violenza, con passione.
Avevano avuto il mio corpo, mi ero lasciata dominare da loro. Su di me erano rimaste tracce di profumo maschile che solo il tempo poteva cancellare. Mi chiesi se anche io avessi lasciato il segno da qualche parte, nel loro corpo.

 
 
 

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