E’ nata una stella Will non scherzava alla fine della precedente stagione: la sua intenzione era davvero quella di restare a Filadelfia, e infatti non perde tempo a trovarsi un nuovo lavoro alla Casa della Bistecca. Poi, a un certo punto, irrompe nel locale un uomo misterioso in giacca e cravatta: è un agente della Nbc - Star Retrieval Unit incaricato di recuperarlo per riportarlo a forza… a casa Banks (nel contratto c’è scritto “Principe di Bel Air, mica di Filadelfia”!). In cuor suo, immaginiamo, continua a mandare a quel paese la casa e il parentado di Bel Air mentre sfoglia svogliatamente una rivista spaparanzato sul divano del salotto; in quella arriva Jazz, che al momentovaga sotto i ponti, perché Joanne lo ha cacciato di casa (e così comincia a capire la durezza della vita matrimoniale!) L’Amicone gli dà il bentornato informandosi subito se, come nella quarta stagione, ci siano dei “cambiamenti di persona” riguardo al ruolo della signora Banks. E non ce ne sono, lo rassicura… il nuovo Nicky, cresciuto veramente in fretta rispetto a qualche mese fa (a buon spettator poche parole, è il messaggio facciale di Will). Anche zio Phil è sempre lui, ci mancherebbe, ma qualche novità in serbo ce l’ha: è diventato titolare i un negozio di dischi in centro. Già il nipote si vede come co-gestore al 50% e ha un sacco di idee vincenti per far decollare il business, tipo trattare anche film pornografici: ma quando sente Ashley cantare per gioco, in una di quelle postazioni per l’ascolto di prova munite di cuffie, Will fa la stessa faccia di quando ha intuito di poter combinare tra Burton e Hilary: è folgorazione affaristica immediata! Da quel momento, con o senza il permesso dello zio, è tutto un prodigarsi a costruire le fortune discografiche di Ashley e del suo hit, Make up your mind, che il Principe ha già provveduto a registrare su nastro. Come Cleopatra si presentò a Cesare avvolta in un tappeto, così il Nostro si presenta al produttore dei produttori, Gordy Barry, “confezionato” in un parallelepipedo di cartone: ma prima che il divo Gordy si accorga di lui e della cuginetta, sarà necessario escogitare la willardata, impossessarsi con l’inganno della consolle radiofonica di Johnny C. e trasmettere a ruota continua per circa mezza gornata, con tanto di richieste telefoniche simulate, il pezzo di Ashley. Il miniconcerto al Peacock, arricchito dalla cornice dance della Strana coppia, che viene solo leggermente turbata dall’incursione di zio Phil il Castigatore, è già una consacrazione: mr. Barry è tra il pubblico presente in sala, e, al termine dell’esibizione (ma in playback), è già pronto a farle firmare l’ingaggio: e il bello è che mr. Banks non può neppure opporsi, di fronte agli occhioni della sua piccola.Will naturalmente è a fianco della nuova star come personal manager, e Carlton viene arruolato in corsa come amministratore dei guadagni: ma il sentirsi troppo importanti come talent scout può dare alla testa (senza dire che Will un po’ pazzerello di suo lo è già), e così una proposta di tour troppo arzigogolata in giro per i quattro angoli degli States, accompagnata da uno sdegnoso rifiuto del videoclip programmato dal Divo Gordy, gli fa perdere la poltrona (in un ufficio abbastanza simile a quello del dirigente de Il portafortuna, non trovate?), che passa a un uomo di fiducia del Divo, Jerry Di Carlo. E l’accordo per il passaggio di Ashley dalle cure manageriali di Will a quelle di Di Carlo è combinato a casa dello zio, all’insaputa del Principe: per lui l‘affronto è oltremodo bruciante, erciò lascia nuovamente la casa di Bel Air per trovare alloggio in una pensione che è giusto un filo meglio di quelle frequentate dall’Amicone. Ci tornerà di lì a un mesetto (l’affitto scaduto lo impone) per scoprire che nel frattempo anche Ashley è stata colta dalle vertigini da troppo successo, tanto da aver retrocesso Carlton a servitore-facchino, d deprezzare l’invito di Hilary al suo talk-show (ma era stato Will, in realtà, all’epoca della sua gestione manageriale, ad avere l’idea di questa trasmissione speciale, in cui Ashley avrebbe rappresentato la star del futuro in contrapposizione a quella del presente, Withney Houston, e a quella del pasato, Rhetta Hughes), e da non degnare neanche più di uno sguardo il cuginone, squallido “manager da quattro soldi”. Ti faccio vedere io, quanto valgono quei quattro soldi; dopotutto, il suo posto al Peacock Will ce l’ha ancora, e lo usa per rilanciarsi come impresario musicale: bandisce una selezione per aspiranti star, ma sfortunatamente l’unica anti-Ashley degna di essere scritturata è una scoperta di Jazz, che il fratello di elezione gli presenta giusto per fargli vedere quanto sia bravo nel fargli concorrenza come talent hunter. Bè, che ti lamenti? Ti resta pur sempre il 15% garantitoti dall’accordo verbale che a suo tempo avevi preso con Ashley, gli spiega un Carlton appena licenziato dalla sorella-despota, perché colpevole di fare la cresta, e riparato qui, dove un tempo era addirittura il direttore. In effetti questo aspetto contrattuale Wil non lo aveva considerato: e si precipita al negozio dello zio (nonostante la sua “statura”, Ashley aveva degnato la “bottega paterna” dell’onore di lanciare la distribuzione del suo album), deciso a riscuotere la sua legittima parte di guadagno sotto forma di cd gratuiti (nel suo paniere erano già finiti, tra gli altri, Bon Jovi e Prince in concerto), o sotto qualsiasi altra. Ma il 15% di nulla è nulla, gli tuona lo zio: davanti ai suoi occhi c’è un’Ashley malinconicamente seduta, la testa bassa, al tavolino dove sono ammucchiate le colonne dei suoi cd invenduti. Tutta colpa della strategia di Di Carlo: inflazionandola radiofonicamente aveva stancato il suo pubblico. E se fosse rimasto Will il suo manager, come sarebbe finita? Bè, quel che è certo è che come cugino, nonostante tutto, non gli farà mancare, in giardino, la richiesta di farsi autografare la sua copia dell’album (non gli è stato neppure difficile procurarselo, non è certo andato a ruba!). Vedrai che un giorno sfonderai anche tu come Madonna: profezia fin troppo facile per uno come il Nostro che sa bene che Ashley, in quanto Tatyana M. Ali, era già abbastanza nota a quei tempi come cantante. Maquel che conta davvero è che Ashley sia tornato la cara vecchia Ashley di sempre, e gli si stringe in un abbraccio; poi da dietro un cespuglio spunta quell’incorreggibile compagnone di Carlton, e l’abbraccio diventa triplo.
La settimana belairiana 5-8 maggio
E’ nata una stella Will non scherzava alla fine della precedente stagione: la sua intenzione era davvero quella di restare a Filadelfia, e infatti non perde tempo a trovarsi un nuovo lavoro alla Casa della Bistecca. Poi, a un certo punto, irrompe nel locale un uomo misterioso in giacca e cravatta: è un agente della Nbc - Star Retrieval Unit incaricato di recuperarlo per riportarlo a forza… a casa Banks (nel contratto c’è scritto “Principe di Bel Air, mica di Filadelfia”!). In cuor suo, immaginiamo, continua a mandare a quel paese la casa e il parentado di Bel Air mentre sfoglia svogliatamente una rivista spaparanzato sul divano del salotto; in quella arriva Jazz, che al momentovaga sotto i ponti, perché Joanne lo ha cacciato di casa (e così comincia a capire la durezza della vita matrimoniale!) L’Amicone gli dà il bentornato informandosi subito se, come nella quarta stagione, ci siano dei “cambiamenti di persona” riguardo al ruolo della signora Banks. E non ce ne sono, lo rassicura… il nuovo Nicky, cresciuto veramente in fretta rispetto a qualche mese fa (a buon spettator poche parole, è il messaggio facciale di Will). Anche zio Phil è sempre lui, ci mancherebbe, ma qualche novità in serbo ce l’ha: è diventato titolare i un negozio di dischi in centro. Già il nipote si vede come co-gestore al 50% e ha un sacco di idee vincenti per far decollare il business, tipo trattare anche film pornografici: ma quando sente Ashley cantare per gioco, in una di quelle postazioni per l’ascolto di prova munite di cuffie, Will fa la stessa faccia di quando ha intuito di poter combinare tra Burton e Hilary: è folgorazione affaristica immediata! Da quel momento, con o senza il permesso dello zio, è tutto un prodigarsi a costruire le fortune discografiche di Ashley e del suo hit, Make up your mind, che il Principe ha già provveduto a registrare su nastro. Come Cleopatra si presentò a Cesare avvolta in un tappeto, così il Nostro si presenta al produttore dei produttori, Gordy Barry, “confezionato” in un parallelepipedo di cartone: ma prima che il divo Gordy si accorga di lui e della cuginetta, sarà necessario escogitare la willardata, impossessarsi con l’inganno della consolle radiofonica di Johnny C. e trasmettere a ruota continua per circa mezza gornata, con tanto di richieste telefoniche simulate, il pezzo di Ashley. Il miniconcerto al Peacock, arricchito dalla cornice dance della Strana coppia, che viene solo leggermente turbata dall’incursione di zio Phil il Castigatore, è già una consacrazione: mr. Barry è tra il pubblico presente in sala, e, al termine dell’esibizione (ma in playback), è già pronto a farle firmare l’ingaggio: e il bello è che mr. Banks non può neppure opporsi, di fronte agli occhioni della sua piccola.Will naturalmente è a fianco della nuova star come personal manager, e Carlton viene arruolato in corsa come amministratore dei guadagni: ma il sentirsi troppo importanti come talent scout può dare alla testa (senza dire che Will un po’ pazzerello di suo lo è già), e così una proposta di tour troppo arzigogolata in giro per i quattro angoli degli States, accompagnata da uno sdegnoso rifiuto del videoclip programmato dal Divo Gordy, gli fa perdere la poltrona (in un ufficio abbastanza simile a quello del dirigente de Il portafortuna, non trovate?), che passa a un uomo di fiducia del Divo, Jerry Di Carlo. E l’accordo per il passaggio di Ashley dalle cure manageriali di Will a quelle di Di Carlo è combinato a casa dello zio, all’insaputa del Principe: per lui l‘affronto è oltremodo bruciante, erciò lascia nuovamente la casa di Bel Air per trovare alloggio in una pensione che è giusto un filo meglio di quelle frequentate dall’Amicone. Ci tornerà di lì a un mesetto (l’affitto scaduto lo impone) per scoprire che nel frattempo anche Ashley è stata colta dalle vertigini da troppo successo, tanto da aver retrocesso Carlton a servitore-facchino, d deprezzare l’invito di Hilary al suo talk-show (ma era stato Will, in realtà, all’epoca della sua gestione manageriale, ad avere l’idea di questa trasmissione speciale, in cui Ashley avrebbe rappresentato la star del futuro in contrapposizione a quella del presente, Withney Houston, e a quella del pasato, Rhetta Hughes), e da non degnare neanche più di uno sguardo il cuginone, squallido “manager da quattro soldi”. Ti faccio vedere io, quanto valgono quei quattro soldi; dopotutto, il suo posto al Peacock Will ce l’ha ancora, e lo usa per rilanciarsi come impresario musicale: bandisce una selezione per aspiranti star, ma sfortunatamente l’unica anti-Ashley degna di essere scritturata è una scoperta di Jazz, che il fratello di elezione gli presenta giusto per fargli vedere quanto sia bravo nel fargli concorrenza come talent hunter. Bè, che ti lamenti? Ti resta pur sempre il 15% garantitoti dall’accordo verbale che a suo tempo avevi preso con Ashley, gli spiega un Carlton appena licenziato dalla sorella-despota, perché colpevole di fare la cresta, e riparato qui, dove un tempo era addirittura il direttore. In effetti questo aspetto contrattuale Wil non lo aveva considerato: e si precipita al negozio dello zio (nonostante la sua “statura”, Ashley aveva degnato la “bottega paterna” dell’onore di lanciare la distribuzione del suo album), deciso a riscuotere la sua legittima parte di guadagno sotto forma di cd gratuiti (nel suo paniere erano già finiti, tra gli altri, Bon Jovi e Prince in concerto), o sotto qualsiasi altra. Ma il 15% di nulla è nulla, gli tuona lo zio: davanti ai suoi occhi c’è un’Ashley malinconicamente seduta, la testa bassa, al tavolino dove sono ammucchiate le colonne dei suoi cd invenduti. Tutta colpa della strategia di Di Carlo: inflazionandola radiofonicamente aveva stancato il suo pubblico. E se fosse rimasto Will il suo manager, come sarebbe finita? Bè, quel che è certo è che come cugino, nonostante tutto, non gli farà mancare, in giardino, la richiesta di farsi autografare la sua copia dell’album (non gli è stato neppure difficile procurarselo, non è certo andato a ruba!). Vedrai che un giorno sfonderai anche tu come Madonna: profezia fin troppo facile per uno come il Nostro che sa bene che Ashley, in quanto Tatyana M. Ali, era già abbastanza nota a quei tempi come cantante. Maquel che conta davvero è che Ashley sia tornato la cara vecchia Ashley di sempre, e gli si stringe in un abbraccio; poi da dietro un cespuglio spunta quell’incorreggibile compagnone di Carlton, e l’abbraccio diventa triplo.