solivo due

una sera bucata


Una stroria che mi ha raccontato un'amica, e che io ho ricostruito sperando di renderla divertente.--------------------------Guardo l'orologio.  Appena le undici!  Quasi vado al bar, c'è sempre qualche amica per spettegolare. Mi metto un golfino ed esco.  Al bar mi guardo in giro, ma nessuno degli amici è presente, forse per la partita.  Fuori dalla partita qualcuno verrà pure qui!  Intanto mi metto in un angolino strategico per osservare chi entra e chi esce, mentre una bella musichetta mi titilla l'orecchio. Soleado... Ah, che bello! Mi balza agli occhi  quella spiaggia assolata, dove Pedro mi ha regalato un attimo di passione. Chi la può dimenticare? Faccio cenno al ragazzo per una birra, mentre il pensiero corre lontano. Entra un tizio, mi vede sola e si siede al mio tavolo come se niente fosse. Non mi è piaciuta la sicurezza sospetta di costui. Chi si crede di essere? Ma era bellino, anche se con la faccia troppo lucida. Sembrava uscito da una telenovela. Mi chiede:"wisky?" Dico di sì, e stiamo a vedere. Comincia a parlare con la voce fessa, ma soprattutto dice cose banali, e tira subito al sodo. E' quando mi infila il ginocchio tra le mie gambe che scatto in piedi. "Mi hai preso per una puttana, vero? Vai da tua sorella, stronzo!" Esco sulla strada, sono le due e la notte è tiepida. Vorrei passeggiare un pò, ma decido di rientrare. La strada è vuota, e sento la eco dei miei tacchetti che rimbalza tra le case. Passo sotto una finestra illuminata, dove una donna grassa in vestaglia sta appollaiata sul davanzale e guarda in alto. Seguo il suo sguardo, e vedo al terzo piano di fronte un'altra finestra illuminata, e controluce si nota un uomo corpulento in canottiera che guarda giù, con le mani appoggiate al davanzale, come se stesse facendo un discorso al popolo. Sentivo sopra la mia testa gli sguardi e i pensieri osceni che i due si scambiavano, e mi veniva da ridere, ma non potevo. Per fortuna ero quasi arrivata, mi fermai sulle scale un momento e poi filai dritta al bagno.  Mannaggia, mi sono bagnata! Anche le calze, porca miseria!  E mi venne in mente Giulia, quella ragazzina quasi dimenticata che era mia amica di scuola, e ho rivisto i suoi stupendi occhi azzurri. Mi è venuto in mente come l'invidiavo, io che ero molto bruna, e non mi piacevo granchè, perchè i compagni guardavano più le biondine. Ma perchè proprio Giulia, dopo vent'anni e più?  Il cervello mi ronzava nella ricerca del motivo, mentre aprivo il frigo per bere qualcosa. Quell' wisky era una peste! Mentre mi avviavo a letto, ecco il flasch!  Il bello è che in quel momento non ci pensavo!  Giulia era quella che l'insegnante aveva sbattuto fuori dalla classe perchè quando, durante la lezione di latino, venne fuori "mutatis mutandis", lei scoppiò a ridere, e non riusciva a trattenersi. Ricordo la risata che si prolungava nel corridoio mentre Giulia si allontanava, fino a spegnersi del tutto. Soddisfatta per essere riuscita nel "pensiero a ritroso", decido di andare a letto. Però, mi chiedo:" se la serata è andata buca, vediamo se Bruno mi ha scritto qualcosa. E' sempre così dolce!"  Lo schermo azzurrino illumina debolmente la stanza, ma la schermata tarda, e mi cresce l'ansia. Finalmente il mio nome!  Caro Bruno.....sempre così caro..... Mi fai addormentare serena!  Mi caccio sotto le coperte stirandomi piacevolmente, con la pelle lambìta dalle sue parole.... Buona notte!  -----------------------eugen