solivo due

ritratto di lidia


RITRATTO DI LIDIA (ripetizione)Molte volte ho pensato di descriverti com'eri, perchè tu possa restare per sempre un'immagine immutabile, ma il timore di ridurti a poca cosa mi ha sempre fermato la mano.  Avevi una fossetta nel mento che era tanto carina.  Ogni tanto ci mettevo il dito e tu ridevi.  La tua risata era un'acqua chiara, era totale.  Quando eri attenta sul lavoro allungavi la bocca.  Io ti guardavo, e tu sentivi il mio sguardo, ti giravi verso di me e spalancavi il sorriso, poi simulavi un bacio socchiudendo gli occhi.  Ti piaceva lo scherzo piccolino, delicato, e ne spiavi furtivamente l'effetto.  Avevi il nasino perfetto, e gli occhi...  Avevi gli occhi saldi, duri quando odiavi, stupendi quando amavi.  Sapevi amare, e allora i tuoi occhi verdi  erano spesso stupendi.  E poi erano stupendi anche quando odiavi, perchè il tuo odio era un amore diverso.  I tuoi occhi inchiodavano con la loro dignità.  Anche se eri trasandata, spettinata, chi ti poteva scambiare per una donna qualsiasi quando il tuo sguardo si tendeva diritto e sicuro nella sua direzione?  Chi ha mai dubitato che tu mentissi quando i tuoi occhi e la tua frase si allineavano?  La tua capacità di amare non aveva limiti.  Sempre pronta al gesto, alla finezza occulta, piccole cose che nascondevano un cuore così.  E quando ti dovevi battere per i tuoi figli eri una leonessa, anche se le forze ti venivano mancando, fino all'ultimo.  Quando mi aspettavi alla finestra sembrava che aspettassi il sole.  Vedevo agitarsi una mano dietro ai vetri, tu eri là.  Se tornavo a casa con la faccia scura e tu mi guardavi, io sentivo che la frase giusta era già formulata, e stava gorgogliando come una bolla nella sorgente, per arrivare alle tue labbra . Io fingevo di non voler parlare, e borbottavo che non c'era niente.  Ma il tuo sguardo mi seguiva ovunque, e quando alfine balbettavo confusamente qualcosa, era sul raggio del tuo sguardo che la frase scorreva limpida, dopo essere affiorata sullo specchio d'acqua della tua sicurezza.   Quando guardavi i tuoi figli, il tuo sguardo non li colpiva, li avvolgeva, e tutto il tuo amore formava attorno a loro un sostegno, una rete che li avviluppava con dolcezza.  Ed è con dolcezza che che negli ultimi giorni guardavi Isabella che ti stava vicino, e ti raccontava le sue prime esperienze con i bambini della scuola, e godevi nel sentire tua figlia arrivata e sicura di se, e forse si allentava il tuo spirito vitale, perchè il tuo messaggio era arrivato a destinazione.  C'era Lorenzo, la tua spina, il tuo amore deluso, ma ormai avevi capito che del suo ciclo tormentato non ne avresti potuto vedere la fine, perchè il tempo, esattore implacabile, stava aspettando alla porta.  Con passo fermo sei andata ad aprire. eugen