Creato da ibisco9 il 05/08/2007
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Fu in una zona desolata che cadde una stella. Credo che la zona sia nell’Asia centrale, percorsa anticamente da eserciti a cavallo, e ora abbandonata e deserta.
In molti paesi circostanti percepirono una vibrazione della terra, simile a quella provocata da terremoti lontani. I satelliti avevano registrato tutto, e in breve un esercito di scienziati era sul luogo per verificare il fenomeno.
Si trattava di un grande oggetto di forma schiacciata, simile a una goccia di latte ingrandita miliardi di volte. Con la massima cautela si avvicinarono a questo enorme goccia rossa piovuta dal cielo, e cominciarono a misurare, a prelevare campioni per le analisi, e in un battibaleno migliaia di esperti erano indaffarati a capire come fosse fatto quel gigantesco complesso di sostanze chimiche che misteriosamente aveva scelto il nostro pianeta in questa magica caduta.
Era soffice la stella, e sembrava che al contatto delle dita rabbrividisse. Lucida, con venature gialle che la percorrevano in tutte le direzioni, la stella era fatta di una materia morbida, elastica, sconosciuta. Sembrava quasi un essere vivente, se non fosse per le enormi dimensioni, paragonabili a una collina.
Era quasi notte, e migliaia di elicotteri riportarono gli scienziati ai lontani alberghi della selvatica regione.
La mattina seguente quel rombo sinistro di pale che spaccano il vento, si udiva nella steppa deserta. Gli scienziati in arrivo! Miracolo! La stella si era afflosciata al suolo, lasciando poche tracce, simili a quelle di una medusa che si suicida nella sabbia della spiaggia.
Un pastore stava seduto su di un sasso assorto nei suoi pensieri.
Fu subito interrogato, e lui mestamente disse, come pensando a voce alta: “ troppi scienziati su questa Terra… tutti presi a misurare, a studiare, a provare… Solo io ero felice di aver visto una stella, come avevo sperato di vedere nei miei sogni da bambino…ed era qui, davanti ai miei occhi incantati. La stella sperava di incontrare i sognatori, quelli con il naso all’aria nelle notti stellate, quelli che formulano pensieri d’amore…ma di sognatore c’ero solo io”.
Il pastore, che parlava masticando una radice, si alzò barcollando, sputò lontano, e voltando le spalle si allontanò con il suo gregge.
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eugen
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