Il mondo di Alyssa

Le Catacombe Paleocristiane sull'Isola di Pianosa...


..." Bianca di muri a secco” è l’isola piatta dell’arcipelago toscano...Fino a poco tempo fa, parlando di Pianosa si pensava ad un triste luogo di pena, una terra piatta e ventosa dove non giungevano nemmeno gli echi dell’allegria “vacanziera” delle pur vicine isole dell’Arcipelago.
Pianosa è un'isola in provincia di Livorno e fa parte del comune di Campo nell'Elba. Dista quattordici chilometri dall'isola d'Elba ed è lunga circa sei chilometri e larga quattro e mezzo. Sviluppa un'area di oltre dieci chilometri quadrati ed è una striscia di terra bassa (da questo deriva il nome Pianosa) i cui punti più elevati raggiungono soltanto i 27 metri sul livello del mare. La sua conformazione geologica è diversa dalle altre isole dell'Arcipelago toscano: Pianosa è infatti formata da sedimenti marini, le sue coste sono alte, frastagliate e le sue rare e piccole insenature sabbiose sono quasi tutte irraggiungibili da terra.
La parte centrale è costituita dalle coltivazioni e dai pascoli mentre in quella più costiera regna la macchia mediterranea come il lentisco, il ginepro e l'olivastro, cactus, ulivi e agave.  I primi cristiani che vi giunsero, costruirono le catacombe più importanti a nord di Roma. Le catacombe di Pianosa risalgono al III-IV secolo, e vi si accede da una piccola grotta vicino al porto.
Sono costituite da un fitto intreccio di gallerie che venivano utilizzate, come luogo di sepoltura, probabilmente dalle prime comunità cristiane che si insediarono sull'isola, forse per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano, attirate dalla fertilità e ricchezza d'acqua dell'isola stessa e dalla facilità con cui era possibile scavare la roccia, costituita da arenarie conchiglifere. Le gallerie erano basse e, lungo le pareti laterali, le sepolture erano disposte in tre ordini sovrapposti, partendo dal piano di calpestio; soltanto i personaggi più importanti avevano una tomba a vasca, che occupava i due ordini superiori. Per ragioni di economia di spazio, i corpi erano deposti in posizione fetale ed i loculi erano coperti con lastre di pietra, dove erano incisi i nomi dei defunti.
 L'accesso alle catacombe era posto dal lato del mare ed indicato da un'incisione nella roccia raffigurante una grande croce, sormontata da una fiamma rappresentante lo Spirito Santo e da una croce più piccola che ne indicava l'ingresso. Sia pure spogliate lungo i secoli, soprattutto durante il periodo della pirateria e spesso usate come vere e proprie discariche, grazie a recenti restauri, si presentano in buono stato di conservazione. Nei circa 110 metri attualmente visitabili, che durante il periodo di maggior sviluppo della colonia penale agricola erano stati usati come cantina, sono state censite circa 700 sepolture. Nel sedicesimo secolo i pirati distrussero completamente la comunità che vi risiedeva, e da quel tempo l'isola è rimasta deserta o sede di penitenziari che ne hanno impedito lo sviluppo. È stata sede prima di una colonia penale poi carcere di massima sicurezza; qui furono incarcerati dai briganti di Maremma ai prigionieri austriaci, ai prigionieri politici fino alle persone in collusione di mafia. Nel sanatorio di Punta Marchese vi fu confinato agli inizi del diciannovesimo secolo anche Sandro Pertini. Ma dopo 150 anni e dal luglio del 1999, l’isola non è più sede penitenziaria ed il Comune di Campo nell’Elba, di concerto con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ha elaborato un progetto che possa coniugare la tutela dell’ambiente, con la fruizione di un territorio che vale la pena di “scoprire”.
Proprio l’essere stata per tanti anni unicamente sede del penitenziario, ha fatto sì che Pianosa rimanesse intatta. Infatti vanta un ambiente naturale unico, in cui il mare, ricchissimo di vita, esprime tutta la bellezza ormai rara in altre zone del Mediterraneo. Ma Pianosa non è solo natura: la sua realtà è fatta anche delle numerosissime tracce degli insediamenti antropici che l’hanno “vissuta” fin dalla preistoria: una necropoli dell’età del rame, la Villa Romana, le catacombe paleocristiane, oltre, naturalmente, a tutte le costruzioni di epoche successive. Oggi l’isola viene visitata quotidianamente da un gruppo a numero chiuso di turisti, con la possibilità di sostare una giornata per godere del mare e della natura, ma anche per visitare le vestigia storico-architettoniche, accompagnati da guide qualificate.
Per arrivare a Pianosa ci si può imbarcare sia da Piombino che da Porto Azzurro, Portoferraio o Rio Marina, gli ultimi tre sono comuni dell' Isola d'Elba.Origini delle CatacombeLe catacombe nascono a Roma tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C., con il pontificato del papa Zefìrino (199-217) che affidò al diacono Callisto, il quale diverrà papa (217-222), il compito di sovrintendere al cimitero della Via Appia, dove saranno seppelliti i più importanti pontefici del III secolo. L’uso di seppellire i defunti in ambienti sotterranei era noto già agli etruschi, ai giudei e ai romani, ma con il cristianesimo nacquero dei sepolcreti ipogei molto più complessi ed ampi, per accogliere in un’unica necropoli tutta la comunità. Il termine antico per designare questi monumenti è coemeterium, che deriva dal greco e significa "dormitorio", sottolineando con ciò il fatto che per i cristiani la sepoltura non è altro che un momento provvisorio, in attesa della resurrezione finale. Il termine catacomba, esteso a tutti i cimiteri cristiani, definiva, in un primo tempo, soltanto il complesso di S. Sebastiano sulla Via Appia.
 ( Foto 1 e 6 sono scatti miei. Non ho immagini delle catacombe, oltre quella pubblicata, in quanto è proibito fotografarle )