Creato da icamerieri il 08/05/2007
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Pensare che qualcheduno aveva lottato tanto per far posizionare una tettoria su quell'abside. L'affresco risentiva del caldo e del freddo, ma resisteva.
Domani, come sarà il suo domani dopo tutta l'acqua degli ultimi giorni?
Sotto quella plastica non sprecherà l'umidità. La conserverà per lungo tempo. Sino a quando non si staccherà dal muro portante.
Questo paese, basato sui principi del pro e del contro, non smentisce sé stesso: E' contro! E come tale è fortemente impegnato a cancellare la traccia più longeva della sua storia.
L'urlo dei ben pensanti e degli uomini di cultura è così forte che ha squarciato le nuvole!!! Non piove più, diluvia!!! Il silenzio è così forte che arrivando sulle sponde dello Jonio ha fatto incazzare le onde del mare, le queste non hanno risparmiato i mitici bronzi del sindaco ed hanno invaso il pantano.
Cosa succederà per Natale?
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Come promesso Vi propongo qualche immagine di quel che resta dell'affresco bizantino di Caulonia, già Castelvetere. Le foto sono state scattate da mia figlia perchè a me, dall'incazzatura, tremavano le mani.
LA strattura, ormai isolata ed abbandonata alle intemperie, si presenta con il basamento in ammollo e, temo, anche l'abside sia nelle medesime condizioni. Per i nostri restauratori (tecnici progettisti e direttori dei lavori, tecnici comunali, tecnici della soprintendenza), per gli amministratori ed uomini politici, per i cittadini impegnati che si proclamano custodi delle nostre ricchezze architettoniche, storiche e culturali è più che normale quanto sta avvenendo.
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Ieri, un'amico di questo blog, con una pungente osservazione, mi imponeva di prendere conoscenza dello stato dei lavori all'affresco bizantino. Mi sono recato sul posto. Non c'era più il recinto per le galline. C'era il degrado più assoluto!!! L'abside era impacchettata, in modo molto approssimato, sotto dei teli di plastica (a dire il vero mi sono sembrati più reti da cantiere edile). Intorno il vuoto. Nulla che fornisse, al novello visitatore, l'idea di quella che era la chiesetta di San Zaccaria. Viceversa, a quelli che come me avevano avuto modo di vedere la baracca di tavole e lamiere in cui era racchiuso l'antico affresco, solo sconforto e rabbia.
Oggi piove copiosamente. Nel pomeriggio andrò sul posto per scattare alcune foto. le pubblicherò domani. Così tutti potrete farvi un'idea di come si lavora a Caulonia, in Calabria, in Italia. Le ditte, lo sappiamo, tendono ad eseguire i lavori con il minor dispendio di energia e di materiale. Ma, la materia, quella grigia, dovrebbero attivarla sopratutto coloro che commissionano i lavori, coloro che fanno gli appalti, coloro che sono preposti alla vigilanza. Innanzitutto questi ultimi, che sono istituzionalmente preposti al controllo dovrebbero essere vigili e presenti. Succede, invece, che il loro intervento è limitato nel tempo. E quando intervengono, molto spesso, fanno più danni di quelli possibili. Basta un fermo dei lavori per far sì che un'appalto subisca una dilazione nel tempo per il completamento dei lavori. Cosicchè, un lavoro appaltato e da ultimare in tre mesi, non viene ultimato nemmeno in tre anni. Molto spesso, inoltre, succede che le motivazioni del fermo del fermo dei lavori si rivelano inutili, vacui, inconsistenti. Per cui, danno e beffa. Tanto, loro non pagano.
Ieri sera, vedendo il nascente nuovo recinto (gittate di cemento tutt'intorno, qualche richiamo di ferro per eventuali paletti su cui poggiare la gabbia), mi sono tornati in mente i danni causati all'esterno e, sopratutto, all'interno della chiesa matrice di Caulonia. Se sulla datazione della chiesetta di San Zaccaria vi è qualche incertezza, sulla matrice non può esservi dubbio: 1517. Da documenti certi e facilmente reperibili, il principe Carafa l'aveva fatta demolire nel 1514 perchè venisse realizzata una chiesa più grande e più bella di quella esistente nella parte bassa del paese (forse, proprio la chiesa di San Zaccaria). A Castelvetere, in quei tempi, nelle chiese vi era poco marmo. Quello che c'era è arrivato sino a noi (ancora non sono riusciti ad asportare anche quello). Ebbene, sotto la supervisione della Soprintendenza di Cosenza, negli anni '80, in quella chiesa è stato consumato lo scempio architettonico più indecente. Oltre alla distruzione dell'organo settecentesco, sono andati distrutti stucchi e decorazioni. Ma la cosa più vistosa e che ti fa incazzare ogni volta che ci entri, quel pavimento in marmetto da garage. Inoltre, sotto quell'indecoro, sono state sotterrate cose che andavano studiate (di quei lavori ho le foto, scattate da un ragazzino, che pubblicherò).
Molto spesso, riflettendo sui beni artistici ed architettonici di Caulonia, mi viene da augurare loro la totale disconoscenza ed inedia degli organi istituzionalmente previsti, solo così essi potranno conservarsi nel tempo così come sono arrivati e noi e, logorati dalle intemperie, disfarsi - molto più in là nel tempo - lontani dall'intervento dell'uomo e, sopratutto, delle istituzioni.
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Inviato da: manialavorata
il 15/11/2009 alle 17:38
Inviato da: valentinodichiera
il 12/12/2008 alle 01:23
Inviato da: valentinodichiera
il 10/12/2008 alle 13:58
Inviato da: icamerieri
il 09/12/2008 alle 18:36
Inviato da: valentinodichiera
il 09/12/2008 alle 11:51