Filosofo da osteria

Ho sognato


Ho fatto un sogno stranostavo camminando su un ponte sospeso, uno di quegli archi di pietra modellati dal vento. Sotto di me in lontananza l'oceano si gettava con aria indolente sulle coste lasciando spruzzi di schiuma bianca e portandomi l'odore di salsedine che non trovavo in città, potevo vedere le sue rughe ed ascoltarne la musica, Sentivo di essere molto alto, ma non avevo paura di cadere, anzi, mi rendevo conto di poter spingere lo sguardo molto lontano.Il vento passava leggero portando miliardi di granelli di sabbia, pollini, semi, suoni, profumi Poco a poco mi accorgevo di poter distinguere le cose, ogni cosa prendeva la sua forma, differente da ogni altra , ogni suono diveniva così caratteristico ed unico da poter essere riconosciuto fra milleE così scoprivo le differenti tonalità del vento che passa sibilando tra gli aghifogli dei boschi di abeti, o il leggero stormire delle betulle , le cui foglie bianche e verdi si muovono come campanelle argentine, o ancora quando pettina i prati in montagna e l'erba lunga ondeggia, si  piega, si rialza come se una mano invisibile ravviasse dei verdi capelli, con il gesto di una donna timida che  sorride ad un nuovo amore.Ed ancora era differente il vento che passava tra le rughe della terra, tra le rocce, lungo i prati, sopra le acque e da ogni cosa, da ogni asperità, da ogni piano traeva note diverse.Nella mia mente si componeva questa sinfonia immensa e ci trovavo le note ricorrenti, un grande ensemble orchestrale che suonava in armonia.Ecco, in contrapppunto al vento il rumore delle acque anch'esse diverse, questo è il ruscello che gorgoglia leggero scendendo dal ghiacciaio e trovando la sua via tra le rocce, questa la cascata possente e baritonale, differente dal torrente che ringhia tra le forre, ecco lo sciacquio lento del grande fiume in cui tuffano i rami i saliciEd ora anche l'oceano pareva cantasse la sua canzone, di volta in volta diversa lambendo spiagge assolate, scontrandosi con le scogliere, ruggendo, ammonendo , mormorandoFacendo attenzione udivo anche il morire lento della pietra che si trasformava in sabbia sotto l'erosione del vento ed il dilavare delle acqueEro rapito ed il mio sguardo non si stancava di scrutare l'orizzonte cogliendo sempre nuovi particolari, spingendo la vista ed i sensi allo spasimo per cogliere ogni singola cosa, il ronzio degli insetti, il ticchettare delle zampe dei ragni, le grida degli animali ed infine il mio respiro, componente anch'esso di quella musica.Se trattenevo il fiato si formava un buco attorno a cui la musica girava intorno, ma si percepiva un senso di assenza, un leggero rimpianto, ma non potevo mancare, desideravo fortemente essere parte di quell'armonia e lasciai che il respiro si mettesse al ritmo e fui una cosa sola con il mondo."Meraviglioso vero?" la voce non disturbò l'armonia, anzi ne era parte, proveniva da qualche luogo che non  riuscivo a percepire al tempo stesso fuori e dentro di me,"E' veramente stupendo" risposi senza andare fuori tempo, tutto mi veniva così naturaleIl silenzio se tale può essere il canto della natura proseguì per qualche tempo mentre sentivo la presenza pur senza vedere alcuno."Tu sei Dio!" abbozzai, "Si", mi rispose, e poi precedendo la mia seconda domanda continuò "ma non sei morto, stai solo sognando"Un poco rimasi deluso, se quella era la morte ne sarei stato felice.Alex