Filosofo da osteria

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 

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Donna

Post n°15 pubblicato il 15 Maggio 2014 da ichbinnihil

Donna di luce e di acqua
di terra silenziosa che attende
di momenti passati, vissuti, amati

Donna di parole non dette
di carezze fatte solo con gli sguardi

donna del mio passato
del silenzio di oggi
delle nostalgie di domani

Donna, ti cerco tra le cose consuete
nelle stanze che conoscevano la tua voce
tra gli oggetti orfani del tuo tocco

Donna dei fiori recisi
e delle speranze nuove
Donna che manchi al mio domani
resta sospeso nella notte che viene
il ricordo dolce del nostro ieri

 

 
 
 

Liliana

Post n°14 pubblicato il 25 Aprile 2014 da ichbinnihil

E' rimasto solo il ricordo li dove un tempo c'eri tu
uno spazio vuoto da cui le parole non riescono ad uscire
Quanti sogni
quante speranze stese al sole a sventolare
luminose, chiare , gonfie di futuro
quanti giorni spesi insieme
a costruire

dicono che ci sia un destino per ogni uomo
scritto nelle stelle
o nelle pieghe della mano

abbiamo lottato con orgoglio
ed abbiamo chinato la testa

oggi sono solo
la schiena appoggiata all'orizzonte,
qui dove cielo e terra si confondono
sono il soldato di una guerra perduta
il reduce di un tempo finito

 

 
 
 

Vita, coscienza, individui

Post n°13 pubblicato il 21 Aprile 2014 da ichbinnihil

E se la vita e la coscienza non fossero legate univocamente e potessero esistere autonomamente?

Quando qualcuno muore è consolazione per chi rimane pensare che non sia tutto finito li, che qualcosa rimanga e sopravviva alla fine fisica del corpo.

Ogni individuo è diverso dagli altri, ogni individuo ha coscienza di se, si percepisce nel tempo e nello spazio come essere a se stante ed è questo che ci avvicina e ci allontana dagli altri ed è questa individualità che ci viene a mancare quando una persona cara varca la soglia.

Ora, se mi guardo intorno scopro che questa individualità non appartiene solo alle persone, ma anche agli animali.
La micia di casa ha atteggiamenti suoi propri, differenti da quelli di altri gatti, ha un suo modo di comunicare, una sua individualità e , spesso, le si può scorgere anche una sorta di tristezza che è metafisica, non può essere ricondotta solo all'istinto, quando la gatta è ferma a guardare il nulla, quando l'espressione del suo muso è contorno di due occhi che fissano qualcosa che è al di là del visibile si potrebbe dire che stia davvero pensando, quindi la gatta di casa potrebbe addirittura avere coscienza di se.

Può essere allora una caratteristica degli animali superiori?

Beh, no, se guardo alcuni cani per strada o al guinzaglio dei loro padroni non ho la stessa impressione, se scendiamo poi di livello ed arriviamo agli insetti, troviamo casi di esseri complessi in cui migliaia di singoli operano come un unico organismo

Un alveare , un formicaio, sono esempi di un unico "individuo", magari non pensante, ma operante come un organismo complesso suddiviso in migliaia di parti separate l'una dall'altra, come il nostro corpo è formato da miliardi di cellule diverse, ma che operano tutte per un unico fine.

Se un'ape muore un'altra prende il suo posto, se una nostra cellula muore viene rimpiazzata senza problemi.

L'ape, la cellula sono vive, ma non hanno coscienza.
L'alveare è vivo, ma forse non ha coscienza
La Micia, l'uomo sono vivi ed hanno coscienza

Può esistere il passo successivo, ossia una Coscienza che non appartenga ad alcuna vita?

 
 
 

La via oscura

Post n°12 pubblicato il 20 Marzo 2014 da ichbinnihil

Andai a cercare il matto perchè avevo bisogno di parlare con lui.

Lo trovai sulla riva di un fosso, intento a parlare con una fogliolina che, caduta nell'acqua si opponeva alla corrente che voleva trascinarla via.
"Deve passare sotto il ponte, ma laggiù è buio ed ha paura", mi spiegò come fosse la cosa più normale del mondo.
Il fosso era una ferita aperta nel prato, l'acqua trasparente ed apparentemente gelida vi scorreva rapida pettinando gli steli d'erba, trascinando con se qualche insetto poco prudente, ramoscelli e foglioline.
Ne seguii con lo sguardo il corso fino a vederlo inabissarsi sotto la strada per riemergere qualche metro più in là.
"La scelta è solamente tra il rimanere qui ed affondare poco a poco, oppure andare avanti a vedere cosa c'è oltre la via oscura"
A quel punto la fogliolina sembrò cedere e si affidò alla corrente.
Scomparve nel tunnel scuro ed il matto corse dall'altro lato della strada fino a vederla ritornare alla luce.
"Ciao piccola amica", le gridò dietro, "hai visto che non era così terribile? Buon viaggio".
Restò ancora un attimo a seguire con lo sguardo la foglia che scivolava sulla corrente, sul viso il sorriso felice di un bambino.
Restai anche io, come ipnotizzato a guardare lo scorrere dell'acqua finchè non mi accorsi che il matto aveva iniziato a parlare.
"Noi siamo la foglia,
l'acqua è la vita,
il ponte è la via oscura, le difficoltà che incontriamo e che ci fanno paura.
La vita ci chiede di confidare in lei, di lasciarci andare, di affrontare consapevolmente il dolore e la fatica, ma non è sempre così facile, e soprattutto
non sempre il viaggio è breve come quello della foglia.
Possiamo provare a lottare,
possiamo anche rifiutarci di entrare, ma a che scopo?
Possiamo rimanere fermi in un posto ad attendere invano quando la strada è segnata?
Nessun viaggiatore può evitare la strada,
e restando fermi non è possibile viaggiare
Eppure c'è sempre l'ignoto.
per pigrizia o per paura c'è sempre chi si rifiuta di proseguire, e rimane ad attendere
giorno dopo giorno
una soluzione che non verrà mai, finchè il giorno lascerà il posto alla notte ed il buio sarà il solo padrone.
E chi affronta la via oscura corre altri rischi
anche nella via oscura può capitare di perdersi,
di camminare in tondo cercando l'uscita
di fare grandi passi
solo per ritrovarsi in un luogo più buio.
Ma la tua vita è comunque al di là, è oltre quel buio, è oltre l'uscita
e la salvezza è sempre nella corrente che ti trascina con se
affidati a lei,
come ti ha portato sulla via oscura,
così ti porterà in salvo alla sua uscita
perchè ogni passo percorso,
ogni dolore subito,
ogni gioia incontrata
sono sempre e soltanto aspetti della tua vita che scorre e che ti porta avanti
che ti porta lontano"

Poi il matto tacque ed io me ne andai, nelle mie tasche la risposta alla domanda che non posi mai.

 
 
 

Ho sognato

Post n°10 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da ichbinnihil

Ho fatto un sogno strano
stavo camminando su un ponte sospeso, uno di quegli archi di pietra modellati dal vento.

Sotto di me in lontananza l'oceano si gettava con aria indolente sulle coste lasciando spruzzi di schiuma bianca e portandomi l'odore di salsedine che non trovavo in città, potevo vedere le sue rughe ed ascoltarne la musica,

Sentivo di essere molto alto, ma non avevo paura di cadere, anzi, mi rendevo conto di poter spingere lo sguardo molto lontano.
Il vento passava leggero portando miliardi di granelli di sabbia, pollini, semi, suoni, profumi
Poco a poco mi accorgevo di poter distinguere le cose, ogni cosa prendeva la sua forma, differente da ogni altra , ogni suono diveniva così caratteristico ed unico da poter essere riconosciuto fra mille

E così scoprivo le differenti tonalità del vento che passa sibilando tra gli aghifogli dei boschi di abeti, o il leggero stormire delle betulle , le cui foglie bianche e verdi si muovono come campanelle argentine, o ancora quando pettina i prati in montagna e l'erba lunga ondeggia, si  piega, si rialza come se una mano invisibile ravviasse dei verdi capelli, con il gesto di una donna timida che  sorride ad un nuovo amore.

Ed ancora era differente il vento che passava tra le rughe della terra, tra le rocce, lungo i prati, sopra le acque e da ogni cosa, da ogni asperità, da ogni piano traeva note diverse.

Nella mia mente si componeva questa sinfonia immensa e ci trovavo le note ricorrenti, un grande ensemble orchestrale che suonava in armonia.

Ecco, in contrapppunto al vento il rumore delle acque anch'esse diverse, questo è il ruscello che gorgoglia leggero scendendo dal ghiacciaio e trovando la sua via tra le rocce, questa la cascata possente e baritonale, differente dal torrente che ringhia tra le forre, ecco lo sciacquio lento del grande fiume in cui tuffano i rami i salici

Ed ora anche l'oceano pareva cantasse la sua canzone, di volta in volta diversa lambendo spiagge assolate, scontrandosi con le scogliere, ruggendo, ammonendo , mormorando

Facendo attenzione udivo anche il morire lento della pietra che si trasformava in sabbia sotto l'erosione del vento ed il dilavare delle acque

Ero rapito ed il mio sguardo non si stancava di scrutare l'orizzonte cogliendo sempre nuovi particolari, spingendo la vista ed i sensi allo spasimo per cogliere ogni singola cosa, il ronzio degli insetti, il ticchettare delle zampe dei ragni, le grida degli animali ed infine il mio respiro, componente anch'esso di quella musica.

Se trattenevo il fiato si formava un buco attorno a cui la musica girava intorno, ma si percepiva un senso di assenza, un leggero rimpianto, ma non potevo mancare, desideravo fortemente essere parte di quell'armonia e lasciai che il respiro si mettesse al ritmo e fui una cosa sola con il mondo.

"Meraviglioso vero?" la voce non disturbò l'armonia, anzi ne era parte, proveniva da qualche luogo che non  riuscivo a percepire al tempo stesso fuori e dentro di me,

"E' veramente stupendo" risposi senza andare fuori tempo, tutto mi veniva così naturale

Il silenzio se tale può essere il canto della natura proseguì per qualche tempo mentre sentivo la presenza pur senza vedere alcuno.

"Tu sei Dio!" abbozzai,
"Si", mi rispose, e poi precedendo la mia seconda domanda continuò "ma non sei morto, stai solo sognando"

Un poco rimasi deluso, se quella era la morte ne sarei stato felice.

Alex

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: ichbinnihil
Data di creazione: 20/11/2012
 

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