Filosofo da osteria

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 

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Deserto

Post n°9 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da ichbinnihil

Noi pensiamo al deserto come un luogo inospitale perchè ci fermiamo all'apparenza, alla prima imprssione.
Poi ci inoltriamo in esse, la vita diventa davvero più dura, ma scopriamo che ci possiamo adattare e mutiamo l'ordine delle nostre priorità.
Cosa serve davvero per vivere?
Risposta quello che ti puoi portare dietro sulle tue sole spalle e che lo puoi portare per lungo tempo ponendo un passo dopo l'altro
Ed allora scopri che se togli le mille e mille cose inutili della tua vita, questa diventa più leggera elimini i bisogni inutili e ti concentri su quello che sei:
Acqua, sale, forza, coraggio, il senso profondo di essere uomo o donna e di essere parte di una natura che si muove e che vive, di una natura che vibra con te e che ti restituisce i pensieri i tuoi pensieri ed il tuo senso di appartenenza
E di notte, avvolto in una coperta, il fuoco che gioca con le ombre le stelle sono il giusto premio per avere avuto il coraggio di affrontare il mostro che ti incatena ad una società che corre troppo in fretta e che non ha tempo per te.

 

 
 
 

ogni uomo...

Post n°8 pubblicato il 07 Febbraio 2014 da ichbinnihil

Ogni uomo è un mondo a parte, un ecosistema perfetto, con i suoi laghi di lacrime ed i vulcani di rabbia.
Emozioni e colori si spostano sulla sua vita come le nuvole nei cieli e portano pioggia e sole, tempeste e momenti di pace.
Ogni uomo è un mondo a parte, un piccolo pianeta annegato nella solitudine e nel buio degli spazi siderali ed alcuni li puoi riconoscere aridi come deserti o fertili come pascoli in primavera, atmosfere di gas tossici e arie salubri.

Ogni uomo è un pianeta solo e freddo in cerca del suo sole.

Succede a volte che le traiettorie si avvicinino,  ed inizino ad orbitarsi intorno . Un equilibrio dato dalla forza di gravità da una parte che tende ad avvicinare i due mondi e la voglia, il desiderio di conservare la propria libertà, come una forza centrifuga che si oppone.
E ruotano l'uno intorno all'altro lentamente, senza alcun legame apparente a tenerli uniti, ma è una situazione di equlibrio, tra tutte le situazioni possibili, tra tutti i miliardi di combinazioni l'equilibrio è una condizione soltanto, una sola posta tra due catastrofi...

... e può accadere che un nulla, il batter d'ali di una farfalla, un blocco di ghiaccio che si spezza al Polo la vicinanza di un altro pianeta e la condizione di equilibrio muta, prima impercettibilmente, poi sempre più rovinosamente mano a mano che una delle due forze contrapposte prevale sull'altra.

Si può collassare l'uno addosso all'altro distruggendosi a vicenda o si può fuggire seguendo la forza che porta ad allontanarsi a perdersi nuovamente nel buio e nel silenzio del cosmo e trovare un altro pianeta con cui ricominciare la giostra.

 
 
 

vita

Post n°7 pubblicato il 04 Febbraio 2014 da ichbinnihil

Anche io ho letto Edgar Lee Masters quando ero ragazzo, sia "l'antologia di Spoon River" che "Il nuovo Spoon river" sempre sulla falsariga del primo, che come tutte le prosecuzioni mancava dell'immediatezza e della grazia del primo.
 
Per chi non lo sapesse, "L'antologia di Spoon River" è una raccolta di epitaffi, ossia di commenti alla vita delle persone di un piccolo villaggio del cuore profondo degli states.
Come una fotografia congela l'attimo in cui è stata fatta senza permettere di cambiare espressione o posizione a chi è stato colto all'improvviso, allo stesso modo la morte ha immortalato,scusate il gioco di parole, la vita, i difetti e le virtù delle persone e Edgar Lee MAsters ha semplicemente raccolto queste istantanee.
 
Disposti senza ordine apparente come uno che camminasse tra le lapidi di un cimitero leggendone i nomi, esistono però quadretti che si compongono e che si scoprono procedendo nella lettura fornendo visioni differenti dello stesso fatto, o fornendo anche spunti di riflessione che potrebbero apparire, a distanza di poche pagine quasi una giustizia divina
 
Per me era stato significativo un quadretto composto da lui/lei ed il reverendo. Lui e lei nella vita erano arrivati vicini alla separazione, ma il reverendo li aveva convinti a restare insieme, così i due raccontavano una vita a due fatta di litigi, silenzi, oppressioni ed ossessioni, una non vita in cui si erano sentiti prigionieri tanto che la morte era apparsa come una liberazione.
Il Reverendo invece faceva atto di umiltà accettando il fatto di non essere stato perfetto, ma che aveva però un grande fiore all'occhiello ed era quello di aver salvato il matrimonio dei due.
 
Tanti i personaggi che mi sono rimasti nel cuore Minerva Jones la poetessa grassa e strabica violentata da un bruto per gioco e che per l'umiliazione si lasciò morire , risuonano ancora in me le ultime parole "Avevo tanta sete d'amore, tanta fame di vita"
 
Ma il mio personaggio preferito, quello che più volte ho preso ad esempio è sempre stato il violinista Jones la sua vita spensierata, che molti pensavano sprecata e che invece si rivela una vita vissuta in pieno per le cose che valeva la pena vivere tanto da poter dire alla fine "mille ricordi e neppure un rimpianto".

 
La terra emana una vibrazione
là nel tuo cuore, e quello sei tu.
E se la gente scopre che sai suonare,
ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita.
Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio?
O un prato da attraversare per arrivare al fiume?
Il vento è nel granturco; tu ti freghi le mani
per i buoi ora pronti per il mercato;
oppure senti il fruscio delle gonne.
Come le ragazze quando ballano nel Boschetto.
Per Cooney Potter una colonna di polvere
o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità;
Per me somigliavano a Sammy Testarossa
che danzava al motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare i miei quaranta acri
per non parlare di acquistarne altri,
con una ridda di corni, fagotti e ottavini
agitata nella mia testa da corvi e pettirossi
e il cigolìo di un mulino a vento - solo questo?
E io non iniziai mai ad arare in vita mia
senza che qualcuno si fermasse per strada
e mi portasse via per un ballo o un picnic.
Finii con quaranta acri;
finii con una viola rotta -
e una risata spezzata, e mille ricordi,
e nemmeno un rimpianto.
 

 
 
 

Il dolore

Post n°6 pubblicato il 01 Febbraio 2014 da ichbinnihil

Chi e' che sa capire il dolore?
Chi e' che da ragioniere della vita sa enumerare i dolori?
 
Noi lo possiamo solo accettare, imparare a conviverci, ma soprattutto apprendere cio' che ha da insegnarci, e le lezioni sono personalizzate, ognuno avra' la sua parte.

Molte volte crediamo di avere provato il dolore, e che nessuno conosca il dolore piu' di noi, poi ad un angolo della nostra strada ci appare un volto, una scena, un'idea, e allora capiamo che il nostro viaggio sara' ancora lungo.

Personalmente guardo il dolore degli altri, e penso quando tocchera' a me.

Il dolore provato e' ormai alle nostre spalle, per quanto male faccia ne abbiamo gia' sopportato una parte, ed abbiamo gia' fatto un pezzo di strada, perche' lo abbiamo accettato.
Un dolore nuovo e' invece ancora intatto, un calice amaro tutto da bere, una paura nascosta ancora da incontrare.
 
Alex

 
 
 

Dio esiste, ma è indifferente

Post n°5 pubblicato il 16 Gennaio 2014 da ichbinnihil

Sentirsi diagnosticare un tumore al polmone significa ritrovarsi sbattuti improvvisamente in un tunnel scuro la cui uscita è una parete vuota eppure si cammina, si va avanti lo stesso sperando sempre nel miracolo, che improvvisamente si apra una via d'uscita, una porta, una finestra, una botola, qualunque cosa che permetta di uscire a riveder le stelle.

Si affronta la Chemio, si va avanti, se si è fortunati il medico dice che la terapia si può sospendere ed allora inizia lo stillicidio di attese.

Tre mesi, la TAC di controllo e l'ansia, l'angoscia in attesa di sapere il risultato perchè non puoi mai sapere cosa sta facendo quel bastardo dentro di te, se è fermo, se si muove, se cresce o peggio se si moltiplica.


Tre mesi, poi con gli esami in mano vai dall'oncologo che ti dice "Va bene,  lasciamo stare così, tra tre mesi altro controllo"
E tu esci, ma non è che vai a festeggiare, sono solo tre mesi in più una piccola rata di vita , ma il chiodo fisso è sempre a quel bastardo che ha preso possesso del tuo corpo e che non c'è modo di scacciare.

Ho sempre amato i numeri, la matematica è  musica ed a me la musica piace, ma la statistica non è musica, è fredda, impersonale, una luce bluastra di neon da sala operatoria che sconfigge le ombre e fa apparire tutto in una luce livida.

La statistica sta alla matematica come la pornografia sta al corpo umano e la statistica dice che in caso di tumore al polmone al IV stadio la speranza di sopravvivenza a cinque anni è del 1%, una statistica che serve solo ad evitare di dire che non c'è speranza, mai vinto al superenalotto e neppure alla lotteria Italia, vuoi che tocchi a me questa fortuna?

Tre mesi facendo attenzione ad ogni dolore nuovo, ad ogni sensazione non confortevole e quel corpo che a volte avevi trascurato, che davi quasi per scontato diventa un nemico perchè tu non sai più chi o cosa sei.
Non sai se tu sei quella massa di ciccia ed ossa che in fondo non ti dispiaceva neppure portare in giro oppure sei qualcosa altro, qualcosa che "E'".
Penso dunque esisto!, ma posso pensare solo perchè ho un corpo oppure il pensiero è la mia Essenza.

Quanto ti piacerebbe in questo momento avere fede, quanto ti piacerebbe in questo momento poter pensare che vada come vada tu resterai! in qualche modocontinuerai ad esistere!
Letum non omnia finit, nulla finisce con la morte

Forse è vero, di te resterà il ricordo, di te resteranno le cose che hai fatto, forse quelle che hai detto, qualcosa che rimane dopo di te, ma non è di grande consolazione se sai che non resterai TE

E così ti scopri a pensare che Dio esiste, è innegabile, razionalmente non riesci a pensare che tutto cià che ti circonda si afrutto del caso o del caos, Questa evoluzione costante e continua, questa natura che a sua volta muore e rinasce e si modifica e si adatta e si fa più forte non può essere solo un caso se consideri che ogni cosa lasciata a se stessa degenera.

Si Dio esiste, ma è indifferente a te, il suo disegno è troppo grande, troppo complesso perchè tu possa anche solo per un istante intercettare il suo sguardo e chiedere che ti lasci ancora per un poco con i tuoi cari, i tuoi affetti a fare le cose che hai sempre sognato di fare.

Dio è indifferente a noi come noi lo siamo per le cellule di pelle morta che si staccano dal nostro corpo senza che ce ne accorgiamo, hanno fatto il loro lavoro, ora possono andarsene sostituite da altre

Esistono leggi eterne, immutabili, fredde come il vuoto cosmico ed altrettanto inflessibili.

Se un bimbo viene travolto da un auto, nessuno sguardo di Dio si poserà su di lui a lasciarlo miracolosamente illeso.
Ci sembra impossibile, come può un Dio buono permettere che accada questo, lui che tutto vede, può, sa

Dio è indifferente ed in questo tunnel di ansia, paura, malinconia siamo soli, noi, con i nostri cari che ci accompagnano e si fermeranno sulla soglia dell'ultima porta.
E li toccherà a noi, da soli, scostare la tenda e passare oltre a vedere cosa c'è dopo... se c'è un dopo

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: ichbinnihil
Data di creazione: 20/11/2012
 

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