Intolleranza zero

L'appuntamento


"Aveva l'aria così sicura, vero?Eppure nessuna delle sue certezzevaleva un capello di donna".Lo straniero, Albert CamusUna luce che non cade mi tiene sveglio come in un sogno. Quella volta che non ti alzasti dalla sedia, quella volta che non facesti una parola, quella volta che non mi voltasti le spalle mentre andavo, quella volta che sei restata lì, ferma, piantata come l’ulivo del mio giardino, tutte quelle volte mi sono sentito stupido. E’ in un posto lontano e sotto di gradini, mille, dove tu mi guardavi stupita. Io stupido, tu stupita. Sono tornato sulla panchina dove ci demmo l’appuntamento. Sono stato puntuale. Mi hai sorriso. E hai detto - si va a prendere un gelato? – La mia donna è un tipo da gelati e attese. Un tipo di profondità mute e di nebbie che per dilatarle devi soffiarci dentro un sacco di fuoco e calore. Io scherzo un poco, per fugare l’imbarazzo, muto come pesce, e sento la strada che mi corre sotto il piede. Dove andiamo? Ho tanta voglia di arrivare in quel posto dove soli ci perdiamo e quello che esiste non esiste più e io non ho paura perché c’è la tua mano che esiste. In quel posto dove non esiste altro.