Patchwork

Post N° 31


Tradire per imparare ad amare.
 Un’esperienza di tradimento offre diverse possibilità di soluzione. Ad esempio si può arrivare all’interruzione del rapporto, come si può anche aspettare la fine della tempesta per poi tentare di dimenticare quanto è accaduto. Ma è veramente così? No, e per la semplice ragione che ambedue le parti coinvolte, il traditore e il tradito, hanno rielaborato la propria esperienza nella solitudine del proprio intimo, senza poterla quindi condividere e trasformandola così in un vero e proprio tabù.Tutto ciò che per la coppia avrebbe potuto e dovuto rappresentare un momento di crescita se si fosse stati capaci di condividerlo, finisce invece con  il restare definitivamente imprigionato nell’animo e nella mente dei due  e finendo col diventare un ulteriore momento di allontanamento, di chiusura e di incomprensione.A questo atteggiamento negativo si può per altro sostituire la volontà di analizzare il vissuto di quella esperienza, iniziando a porci alcune domande del tipo “chi siamo” e “qual è il nostro modo di amare”. È chiaro che la nostra esperienza negativa ci pone davanti degli interrogativi, ma è altrettanto chiaro che porre in discussione il nostro modo di concepire la vita, l’amore e il rapporto di coppia rappresenterà un passaggio che non sarà privo di confusione e di tensione. Accettare di sottoporre al vaglio critico principi ritenuti fino ad allora irrinunciabili e fondamentali rappresenterà per la coppia un passaggio irto di difficoltà, ma se il tentativo dovesse avere un esito positivo, il risultato sarà, per ciascuno dei due, quello di essere arrivato  a conoscere e a capire il lato oscuro e sconosciuto che vive in ciascuno di noi, ormai divenuti capaci di elaborare una più ampia visione di se stessi e del mondo, con la scoperta che un nuovo modo di essere e di amare è possibile.All’interno della coppia cambierà radicalmente il modo di rapportarsi reciprocamente, perché lo stare insieme è ora giustificato non da un’idea di possesso, non dall’avere “investito” tutto sull’altro, né dal vedere noi stessi realizzati solo nell’altro, ma  dalla capacità di garantirsi reciprocamente la libertà di percorrere in modo autonomo la propria strada. È questo il punto fondamentale che solo potrà garantire e giustificare la continuità della coppia, all’interno di un rapporto nel quale nessuno dei due si debba più sentire obbligato a dire all’altro “sono come tu mi vuoi”, ma dove ciascuno potrà scoprire e amare l’altro per ciò che l’altro è, per il suo modo di essere,e non per come noi, sbagliando, lo abbiamo idealizzato. Rinunciando quindi al proprio reciproco bisogno egoistico di imporsi all’altro ciascuno dei due avrà compiuto a sua volta  un tradimento che tuttavia sarà, per così dire, “bipartizan”. Avrà tradito se stesso  e le proprie convinzioni egocentriche e, soprattutto, egoistiche, e lo avrà fatto per amore. Ciascuno dei due avrà tradito il se stesso che era, e tradendolo avrà imparato ad amare.