Patchwork

Post N° 73


Perchè amo Pablo Neruda
Neruda ( pseudonimo che Neftalì Ricardo Reyes scelse in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda, 1834-1891) ha un concetto drammatico e romantico della vita. Tutto ciò che non raggiunge la sua sensibilità e penetra nel suo intimo non lo riguarda. Si definisce un uomo tranquillo, ma nemico delle leggi, dei governi e delle istituzioni. Soprattutto riesce ad apprezzare la vita della gente inquieta e insoddisfatta. L'attacco alle convenzioni alle banalità della vita moderna ai sentimenti codificati, all'ordine costituito si sviluppa aperto o nascosto per tutto l'arco della produzione poetica di Neruda . La realtà sarà così sempre presente o sotto l'aspetto di una malinconica rinuncia, di un bene non più afferrabile forse definitivamente perduto, o nella constatazione della eterna rovina, dell'infinita disgregazione e della continua morte che reggono il mondo e la vita agli occhi del poeta Il poeta trova consolazione nella poesia, considerata l'unica possibilità di acquisizione della realtà, l'unica vita momentanea nella morte lenta e incessante.  Le sue poesie diventano infine un inno alla morte :"E per chi ho cercato questo polso freddo se non per una morte?" . Ma su un piano assoluto di risultati e di atteggiamenti un inno alla morte è assai vicino all'inno alla vita. Soltanto tenendo conto di questo momento dialettico, di questo contrasto di luce e ombra, di vita e morte, si potrà comprendere la frase del poeta francese Isidore Lucien Ducasse, conte di  Lautrèmont, tanto cara al poeta: "Non si può giudicare la bellezza della vita che attraverso la morte".
Corpo di donna...Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.Il mio corpo di rude contadino ti scavae fa scaturire il figlio dal fondo della terra.Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccellie in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,e la fatica rimane, e il dolore infinito.