Patchwork

Post N° 129


La gelosia come stato dell’animoEmozione o  sentimento? Amore?  
Nell’Otello di Shakespeare, il malefico Jago, riesce nel suo intento perverso di convincere Otello, il Moro di Venezia, che Desdemona, sua moglie, lo tradisce con Cassio, luogotenente del marito. Accecato dalla gelosia, a Otello non rimane altra scelta se non quella di uccidere la moglie. Jago viene, tuttavia, smascherato e condannato a morte. Quando Jago va inizialmente tessendo la trama del proprio piano, rivolgendosi al Moro gli dice:” O, beware, my lord, of jealousy. It is the green-eyed monster which doth mock the meat it feeds on.” (Guardatevi bene, mio signore, dal cader preda della gelosia: è il mostro verde-occhiuto che si beffa del cibo onde si pasce.)
http://www.youtube.com/watch?v=PnlAODWPXUo Nella trasmissione pomeridiana di Maurizio Costanzo, oggi si parlava di “gelosia”, con ospiti in studio e con telefonate in diretta. Ho avuto modo di sentire di tutto! Intanto volendo iniziare a fare quattro chiacchiere così, alla buona, sulla gelosia, non possiamo trascurare il fatto che, da sempre, essa ha rappresentato un argomento privilegiato della letteratura, dell’arte, del cinema e, naturalmente dei media, e un soggetto privilegiato per la stessa cronaca, almeno per quanto riguarda le sue conseguenze, molto spesso drammaticamente disastrose. Darne una definizione non è impegno di poco conto. Le specifiche modificazioni psico-fisiologiche con cui si presenta potrebbero far pensare che si tratti di un’emozione. Ma il suo manifestarsi, in un primo tempo solo apparentemente momentaneo, può successivamente trasformarsi in un elemento permanente nel rapporto di coppia, ponendosi in relazione con fattori esterni e finendo con il trasformarsi in una realtà profondamente radicata nel vissuto materiale e mentale di una persona. Ed allora eccola configurarsi come un vero e proprio sentimento, il cui oggetto può essere, indifferentemente, un oggetto o un altro essere umano. In ambedue i casi la gelosia si autoalimenta di un sentimento di esclusività, che, se è in qualche modo comprensibile e giustificabile nel caso di un oggetto personale (l’auto, il computer, la macchina fotografica o la videocamera ecc., che mai e poi mai vorremmo far utilizzare da altri), nel secondo caso, quando oggetto della gelosia è una persona, ovviamente, e ci mancherebbe solo quello,  tale gelosia non consiste nel fatto che noi non vogliamo cederla ad altri, ma nel timore, spesso parossistico  e quindi malato, che altri possano portarcela via. Atteggiamento che inevitabilmente porta alla coesistenza nello stesso individuo di due impulsi antitetici. Da un lato la persona amata vede aumentare nei propri confronti l’interesse e il desiderio del partner, dall’altro la gelosia si riversa come un fiume in piena anche nei confronti del  rivale, reale, presunto, o semplicemente immaginato che sia, e nei cui confronti la persona gelosa riversa tutta la propria ostilità, tutto il proprio odio, tutta la propria rabbia, ai limiti di un vero e proprio desiderio del suo annullamento.Per l’antropologia culturale e per la sociologia, quello della gelosia è fenomeno, difficilmente controllabile, intimamente connesso con la sfera inconscia dell’individuo e collegata, altrettanto intimamente, al bisogno interiore di creare un nucleo relazionale fondato sulla stabilità, per la cui difesa scaturisce negli individui la pulsione che li spinge a porre in essere tutta una serie di comportamenti tutti finalizzati alla garanzia del conseguimento di tale obiettivo. La fase problematica ha inizio quando queste pulsioni, che dovrebbero essere di per sé “neutre”,invece,  non adeguatamente amministrate, innescano una spirale perversa di dinamiche,  distruttive tanto per coloro i quali la vivono all’interno della coppia, quanto per coloro che ne rappresentano semplicemente gli “oggetti” esterni”. “Amore vuol dir gelosia”, sono le parole di un famoso. appassionato tango, ma purtroppo la gelosia non è quasi mai disgiunta dall’egoismo, l’egoismo porta a pretendere l’esclusività e l’esclusività  è intollerante nei confronti di qualunque possibile intromissione esterna. È chiaro che in un rapporto di coppia di intromissioni esterne non devono essercene.  È altrettanto chiaro che la dimensione dell’esclusività non rappresenta di per sé e a priori una connotazione negativa. Nessuno dei due partner, ovviamente è in grado di tollerare che l’altro viva una seconda relazione nascosta, e questo è il normale senso di una accettabilissima esclusività. I problemi però nascono quando uno dei due incomincia a vivere male perché, nella sua interiorità malata, incomincia a immaginare situazioni che potrebbero essere possibili, ma delle quali al momento non  possiede, tuttavia, alcuna certezza. E quando il tarlo del sospetto giunge ad insinuarsi nella mente di un uomo o di una donna, il normale sentimento di esclusività si trasforma, lentamente, ma inesorabilmente, in un incontrollabile desiderio di possesso ed in un’esigenza di controllo che quasi sempre va a sfociare in violenza, fisica e psicologica, nei confronti di un  partner, che deve essere puntigliosamente e pervicacemente controllato in tutti i suoi movimenti e in tutti si suoi possibili pensieri. E quando la persona che si ama è vista non più come un valore, ma come un possesso, allora non c’è più nemmeno l’amore.