Patchwork

Post N° 262


MESTRUAZIONICHE FARNE? 
AscoltaCeline Dion - I Drove All NightSarah Connor - Skin on skin Persino Anna Frank, nel suo diario, scherzava sullemestruazioni, considerandole "Il mio piccolo dolcesegreto, tra tanto dolore, cattiveria e fastidio".Ma adesso è arrivato il “Lybrel”.La pillola che blocca le mestruazioni è statasperimentata dallacasa farmaceutica americana Wyeth,e la Food and Drug Administration si sta apprestando ad autorizzarne la commercializzazione. Nel dibattito di cui il nuovo farmaco si è reso immediatamente protagonista, l’opinione pubblica, come consuetudine, si è divisa in favorevoli e contrari. Ma davvero in futuro le donne accetteranno dibuon grado il fatto che la loro vita possa venire completamente svincolata dalla ritmicità ciclica delle mestruazioni?Ma è davvero possibile che in futurole donneaccettino di sbarazzarsi definitivamente  di una delle potenzialità più significative e più distintive di cui il corpo femminile dispone?Sarebbero veramente liete di potersi liberare di quella chepotrebbe venire considerata solamente una fastidiosa seccatura?Non rappresentano forse, le mestruazioni,una sorta di memorandum naturale della fertilitàfemminile, lacui cancellazione significherebbe una vera e propria rinuncia a una fondamentale specificità di genere?Eppure il pensiero femminista si è battuto a lungo proprio su quello che per secoli è stato considerato un tabù e che ora, per colmo d’ironia, viene riportato in vita dal riprendere vigore di antichi pregiudizi,oggi però fin troppo scopertamente ipocriti, in quantosostenuti da interessi scientifico-economici di potenti multinazionali, ormai ben avvezze a proporre e commercializzare una forma di “liberazione femminile” che prescinde totalmente dalla possibilità, per le donne, di contribuire alla scelta e all’adozionedi soluzioni chepossano essere invece basate sullaconsapevolezza esull’autodeterminazione.Si tende piuttosto a demonizzare il fenomeno, affermando che «sempre più donne consideranole mestruazioni un fastidioso tormento», e si propendeper  trattare il ciclo naturale della donna quasi comeuna malattia da sopprimere. Maquell’umore che, alcompiersi dei 28 giorni del mese lunare, tende tantospesso a trasformarsi in una malinconia misteriosa,potrebbe essere, invece, propriol’indicativo inconsciodella tristezza che, nella sua interiorità, la donna vivequando avverte la sensazione che, ancora una volta, non vi è stato concepimento alcuno. La mestruazione quindi, più che come un peso  viene vissuta cime un qualcosa di molto più complesso e di molto più articolato.La mestruazione viene quindi vissuta come il segno di una identità e di un’appartenenza, ma anche come il segno di un tempo biologico il quale,come un orologioinesorabile, scandisce alla donna lo scorrere degli anni.                                                                                                                                                                            In futuro,  probabilmente l’assunzione di una nuovapillola potrà divenire un fatto assolutamente di ordinariaamministrazione, quando, ormai,  le donne avranno giàda tempo assuefatto il loro organismo alla chimica di ogni sorta possibile e immaginabile di pillole, da quelle anticoncezionali, a quelle del giorno dopo, a quelle abortive oppure alle pillole in grado di stimolare l’ovulazione. Un’altra pillola che, oltre a liberare le donne dai dolori, degli impacci, dai disagi, dagli imbarazzi, consente anche una maggiore libertà e capacità di lavoro, praticamente finendo con l’adeguare malinconicamente la  donna proprio a quei ritmi maschili che tante battaglie femministe avevano un tempo orgogliosamente combattuto.