Patchwork

Post N° 405


Lettera aperta della Società Italiana delle Storiche (SIS)Se questa è la difesa delle famiglie...
Quello che segue è  il testo del documento approvato dall’assemblea della SIS, che si è tenuta a Roma, lo scorso 5 maggio, relativamente alla mobilitazione a difesa della famiglia.Di fronte alla recente mobilitazione sulla famiglia, che ignora le indagini scientifiche più rigorose, è nostro dovere ricordare che:
  la famiglia non è affatto una soltanto, universale e naturale: in società e tempi diversi sono esistiti tipi molto diversi di famiglia; nella storia più recente del nostro paese sono cambiati sia l’istituto familiare - caratterizzato fino al 1975 dalla gerarchia maschile - sia i nuclei e i rapporti familiari concreti. Sostenere un unico modello positivo produce discriminazioni e suscita sensi di inadeguatezza in donne, uomini e minori che in esso non possano riconoscersi;
 le famiglie non sono sempre e soltanto una comunità d’amore e di vita e il fatto di contrarre matrimonio non garantisce una superiore riuscita, anche come genitori, alle coppie coniugate rispetto alle coppie di fatto.La violenza domestica, fatta anche di abusi psicologici oltre che fisici, è un fenomeno perpetrato in tutti i paesi, in tutte le fasce sociali, da persone normali: solo sul 10% di abusanti si riscontrano disturbi psichici o dipendenza da sostanze (fonti OMS); in Italia, 1 omicidio su 4 avviene in famiglia (Eures-Ansa 2005); quasi 2 milioni di donne hanno subito violenza dal partner o ex partner (ISTAT 2006); gli abusi e i maltrattamenti psicologici ai danni di minori si consumano quasi del tutto in famiglia (Telefono Arcobaleno, 2006). L’aumento dei figlicidi e degli infanticidi, riguarda sempre più proprio i bambini nati dentro il matrimonio ed è correlato a tragiche solitudini familiari (Comitato nazionale di bioetica 2006). Nelle cause di separazione e divorzio hanno gran parte le ostilità della famiglia di origine del coniuge. Ignorare quello che su violenza domestica ci dicono le statistiche ufficiali e le forze dell’ordine (www.carabinieri.it), quello che su abusi sessuali ai minori la Chiesa sa (www.vaticanradio.org) produce oggettiva connivenza con la violenza e con chi nega o minimizza i fatti, che oltre il 90% delle vittime non denuncia per vergogna, per paura, per incapacità.La preoccupazione di difendere “la” famiglia ad ogni costo - che ha già ispirato anche la legge sull’incesto che lo definisce reato solo se commesso in modo tale da suscitare pubblico scandalo - fa persistere la vecchia mentalità dei panni sporchi che si lavano in famiglia e dunque lascia soli e indifesi proprio i suoi componenti più deboli.La Società Italiana delle Storiche ricorda che quando prevalgono l’idealizzazione e la difesa di un modello astratto di famiglia, viene meno l’attenzione alle effettive relazioni, alla dignità delle persone, ai loro bisogni e diritti, alla complessità delle politiche necessarie. Decenni di retorica familista hanno prodotto nel nostro paese il più basso investimento finanziario a sostegno delle famiglie e una cultura della genitorialità che ancora riduce ad affare privato l’impegno di donne e uomini per crescere bene i figli: servono piuttosto sostegni alla maternità e alla paternità, forme di effettiva conciliazione tra famiglia e lavoro, condivisione delle responsabilità educative e di cura, educazione al rispetrto reciproco e alla solidarietà perché le relazioni familiari possano davvero offrire cura, benessere, amore.14 maggio 2007