Patchwork

Amare senza essere amati?


Quanto c'è o ci può essere di "vero" in un rapporto puramente "virtuale"? In rete ho conosciuto, qualche mese fa, una ragazza della quale non ho mai visto il volto. Per un insieme di ragioni ci siamo "incontrati" e ci siamo scambiati qualche confidenza, ma per quelle vie misteriose che non sappiamo spiegarci, questa persona, senza che lei lo volesse, tuttavia si è "fatta posto" nel mio cuore. Sapevo che non mi sarei dovuto aspettare di essere ricambiato, ma la tenerezza che ho sempre provato per lei, e che le ho sempre dimostrato, mi faceva desiderare che lei mi facesse dono di qualcosa di più di un semplice "ciao" da blog a blog. Quando un sentimento di simpatia e di affetto si radica tanto profondamente nel tuo cuore, desideri che l'altra persona ti dedichi qualche attenzione meno superficiale, con lei vorresti poter parlare di tante cose, scambiare idee, impressioni, pensieri. Tutto questo, ripeto, aldilà dei semplici, più o meno convenzionali convenevoli che ci si scambia in rete tra un messaggio e l'altro. Quando un sentimento come questo si radica dentro di te, ti aspetti che anche l'altro, possa provare per te, se non amore, almeno affetto, un affetto non convenzionale, ma un affetto vero, che fosse capace di dimostrarti attraverso tante piccole attenzioni, ragionevoli e possibili. Una donna sensibile e intelligente non dovrebbe avere difficoltà a capire che tipo di rapporto intrattenere in queste delicate circostanze, e in che modo gestirlo, nella spontaneità e senza ingenerare nessuna forzatura nel proprio modo di essere e nei propri sentimenti. Quando una donna sa che "accanto" a lei c'è qualcuno che prova nei suoi confronti qualcosa di molto speciale, come fa a riuscire a dimostrare solo e soltanto una fredda e convenzionale indifferenza?