Patchwork

La “canna”, tra ipocrisia e superficialità.


 In Germania è consentito il possesso di minime quantità di cannabis per uso personale. In Spagna possesso e uso in pubblico sono puniti con sanzioni amministrative. La Francia punisce con il carcere sia il possesso che l’uso di cannabis. Negli Stati Uniti la legislazione federale include la cannabis tra le droghe più pesanti. In Gran Bretagna il “blairismo”aveva depenalizzato la cannabis, equiparandola a steroidi e tranquillanti, con il risultato che in carcere non ci si finiva nemmeno per uno sbaglio. Ma ora, con l’avvento della nuova era del primo ministro Gordon Brown, pericolose nuvole di fumo si addensano sul governo inglese, il cui premier è fermamente convinto della necessità di una immediata riclassificazione della cannabis.Ma la Gran Bretagna non è l’Italia, dove si parla di tutto e dove si fa poco per tutto. In Italia, ad esempio, i parlamentari hanno rifiutato di sottoporsi a un test finalizzato all’accertamento di un loro uso di sostanze vietate. A parte qualche limitata ammissione, tutti gli altri stanno zitti o negano. In Gran Bretagna la domanda “lei si è mai fatto uno spinello?” è stata rivolta a tutti i parlamentari, e la conta dei consenzienti non è stato possibile farla “a occhio”. C’è voluta la calcolatrice. A confessare trascorsi “peccati giovanili” sono stati davvero tanti, compreso il nuovo ministro degli interni, la signora Jacqui Smith, incaricata di riprendere in esame lo status legale della cannabis. A dire la verità, anche in Italia la stessa domanda è stata rivolta anche ai nostri parlamentari, ma solo pochi hanno ammesso un uso giovanile di “canna”. Per carità, solo per curiosità e una sola volta! Ma intendiamoci, c’è tanta ipocrisia in giro e ce n’è tanta anche nello stesso modo di formulare la domanda. Perché non chiedere, anche agli stessi parlamentari d’oltre Manica, se questo uso, magari solo unico e solo dettato da curiosità, faccia, invece, parte del loro vissuto più recente o addirittura attuale, piuttosto che confinarlo a un periodo della vita nel quale la giovane età, l’inesperienza e  un certo, in qualche modo tollerabile e comprensibile, quasi fisiologico e comunque transitorio “ribellismo anticonformista” possono facilmente derubricarlo come “cose da ragazzi”? Che senso ha ammettere di avere fumato uno spinello a sedici anni, ora che si è adulti? Con quale utilità? Per dimostrare di non avere nulla da nascondere? E allora? Adesso che siamo a conoscenza di ciò che tante brave e importanti persone  hanno fatto da giovani, noi come dobbiamo comportarci? Dobbiamo dire ai nostri figli di provarci anche loro, visto e considerato che i parlamentari, quelli nostri e quelli altrui, pare non abbiamo subito gravi danni dalle loro “monellerie” giovanili?Non sarebbe il caso di aprire gli occhi e di guardarsi intorno con maggiore attenzione critica di quanto abbiamo fatto finora? Per chiunque abbia dei figli, che naturalmente non siano dei neonati, non sarà difficile venire informato da loro stessi di quanto “odore di fumo”  ci sia oggi nell’aria che respiriamo, dai campeggi alle scuole, dalle spiagge ai giardini pubblici, dai concerti alle discoteche.È tutto normale? Va bene così? Vogliamo raddoppiare la dose? Qual è, in proposito, il nostro pensiero di genitori, di educatori, di politici? In Gran Bretagna si sta diffondendo l’uso di “skunk”, un tipo di cannabis reso più efficace rafforzandola con percentuali variabili di Thc (tetrahydrocanabinol), ma che, secondo il parere concorde degli psichiatri, è in grado di danneggiare le facoltà cerebrali, portando, in casi estremi, a schizofrenia e paranoia. Dobbiamo far finta di niente? Dobbiamo limitarci a fare o a sentire sull’argomento solo delle battute di spirito, come accade di frequente alla radio e alla televisione? Dobbiamo arrenderci all’idea che cannabis e cocaina siano solo degli innocui vizietti sociali, il primo per giovani con pochi quattrini e il secondo per gente con maggiori disponibilità economiche? E delle dosi di cocaina, magari “tagliate”, vendute ai ragazzi a dieci euro, invece dei cento normalmente richiesti, che cosa ne pensiamo? Pensiamo che gli incidenti del sabato sera siano determinati solo e sempre dall’abuso di alcol? Le persone meno ingenue hanno già capito che una droga è sempre e solo una droga, che crea dipendenza e rovina l’esistenza dei nostri figli e la nostra di genitori. Ci sono tante cose belle,  che la vita può regalarci. Che cosa ci può dare in più, la droga?