Patchwork

Relazioni virtuali


QUALI SENTIMENTI POSSIAMO PROVARE?
Naturalmente quello trattato in questo post è solo uno dei tanti aspetti che coinvolge il discorso intorno alla cosiddetta "realtà virtuale", in contrapposizione o, se vogliamo, "in parallelo" con la dimensione "reale" della nostra quotidianità.Sono tante le storie che ne parlano, e sono tutte tipiche storie di oggi. Sono storie "reali", perchè chi le racconta le vive, o le ha vissute o vorrebbe viverle. Ma dove si trova il "luogo psicologico" nel quale queste storie si svolgono? In tutte queste vicende "sentimentali", che coinvolgono un numero sempre crescente di persone, mancano i gesti materiali della relazione. Non ci si vede, non ci si sente, non ci si tocca, non si sente il profumo e il sapore dell'altra persona. Insieme non si fa niente, manca totalmente il rapporto faccia a faccia e il luogo di questo tipo di relazioni è, quindi, solo l'immaginario, una dimensione della quale uomini e donne, dopo decenni di materialismo dominante, ignoravano ormai l'esistenza. I nuovi mezzi della comunicazione, radio e televisione, computer e internet, cellulari, videofonini e webcam, rappresentano lo "spazio" ideale per questo tipo di rapporti. Si tratta di un'ampia gamma di strumenti comunicativi tutti caratterizzati da una costante comune: la mancanza del corpo o, comunque, l'impossibilità di un "contatto". Le "relazioni" che nascono in questo "ambiente", in qualche modo rarefatto, io ritengo che nascano certamente da pulsioni istintive, ma, che, allo stesso tempo, si autoalimentino di immagini, di aspettative ideali che ci si accontenta di "vivere" assaporandole, in modo unilaterale, solo nella solitudine della propria fantasia, liberando le persone, tanto gli uomini quanto le donne, dalla "complicazione" di dover necessariamente gestire un l'incarnazione di un rapporto nei confronti del quale sempre più spesso non ci si sente ancora preparati o non ci si sente più preparati, o non si si vuol sentire preparati e del quale spesso si ha paura, per le delusioni e per la sofferenza e per le conseguenze negative di ogni genere, che un tale rapporto potrebbe pericolosamente comportare.Quanto più il modello culturale di oggi propone una corporeità completamente disinibita, con una "sessualizzazione" che prevarica ogni forma di affettività, tanto più nelle persone tende a svilupparsi la tendenza a sottrarsi alla materialità del rapporto, rifugiandosi in un più rassicurante virtualità, fantasticando di un interlocutore che, come Narciso, si compiace di "specchiarsi" nelle nostre email o nei messaggi dei nostri blog, come l'originale si specchiava nelle acque del fiume. Ma la ninfa Eco, che cercava di attirarne l'attenzione, finisce con l'uscire fuori di testa perchè l'altro non l'insegue e non la cerca.Bisogna quindi fare molta attenzione a non scambiare l'immaginario e il virtuale con la vita reale. Entrambi sono prodighi di ferite e di dolorose sofferenze.