Patchwork

Genitori e conflittualità.


I rapporti con i genitori, e particolarmente quello con la madre, assumono spesso un andamento conflittuale e, non di rado, drammaticamente conflittuale. Anche quello con mia madre lo è stato, almeno fino al momento in cui, per motivi di studio, ho dovuto abbandonare la famiglia e trasferirmi a Cagliari, dove ho potuto, finalmente, imparare a mie spese, a poco a poco e con santa pazienza, i “segreti” per “sopravvivere” in un mondo difficile, pieno di imprevisti sorprendenti e di continue trappole, capaci di mettere pericolosamente a repentaglio l’esistenza di un “cocco di mamma”, poco avvezzo a fronteggiare da solo i casi della vita. Il rapporto è stato conflittuale  con mia madre, soprattutto mia madre, perché mio padre interveniva solo quando, alla sera, c’era da somministrarmi un supplemento di “cinghiate”, rispetto ai morsi nelle braccia, dei quali già mia madre mia aveva preventivamente “gratificato”, per motivi che allora non riuscivo bene a comprendere e che successivamente ho preferito rimuovere completamente dalla mia memoria. Mia madre mi ha insegnato tutto ciò che non avrei dovuto fare, imponendomi tutta una serie impressionante di divieti e mortificando la mia personalità al punto da impedirmi di “crescere” come persona. Mi ha fatto crescere pieno di sensi di colpa afflitto da complessi che mi sono portato avanti a lungo e che ancora oggi sono solo parzialmente risolti. Non c’è mai stato dialogo e tutto ciò che lei mi ha negato l’ho trovato, fortunatamente abbastanza presto, nella persona di mia suocera, che mi ha sempre amato come un figlio e che io ho sempre considerato, trattato e amato come se fossi stato suo figlio. La nascita dei miei figli, la mia affermazione professionale e, soprattutto, il passare del tempo, hanno lenito le ferite e parzialmente favorito quel dialogo che da ragazzo e da adolescente era sempre, purtroppo, drammaticamente venuto a mancare.Ho sofferto molto per la sua perdita e oggi desidero ricordarne la figura con la citazione di questa bellissima poesia di Pier Paolo Pisolini.  Supplica a mia madre  E' difficile dire con parole di figliociò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore. Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Sei insostituibile. Per questo è dannataalla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio esser solo. Ho un'infinita famed'amore, dell'amore di corpi senza anima. Perché l'anima è in te, sei tu, ma tusei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù: ho passato l'infanzia schiavo di questo sensoalto, irrimediabile, di un impegno immenso. Era l'unico modo per sentire la vita,l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita. Sopravviviamo: ed è la confusionedi una vita rinata fuori dalla ragione. Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…