Patchwork

DIEGO CUGIA


      Diego Cugia Diego Cugia di Sant’Orsola è nato a Roma il 24 maggio del 1953, da famiglia di origini cagliaritane. Giornalista, scrittore, regista, autore radiofonico e televisivo,  vanta nel suo carnet programmi quali “Francamente me ne infischio” (2001), “Rockpolitik” (2005), ambedue condotti da Cementano, e “Non facciamoci prendere dal panico” (2006), condotto da Gianni Moranti.Il suo stile intrigante ed eclettico affascina immediatamente il lettore dei suoi romanzi, come, ad esempio “Il mercante di fiori”, da cui è stato anche tratto uno sceneggiato radiofonico di successo, e che, mi auguro possa essere  per chi vorrà leggerlo, una lettura breve e intensissima, quale è stata per me. Naturalmente poi i gusti son gusti.Diego Cugia ama Giovanni Pascoli e ha pure scritto poesie. Questa che vi propongo stamattina desidero dedicarla a tutte le donne che passeranno di qui.  "Donne in rinascita"Più dei tramonti, più del volo di un uccello,la cosa meravigliosa in assolutoè una donna in rinascita.Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe,dopo la caduta.Che uno dice: è finita.No, finita mai, per una donna.Una donna si rialza sempre,anche quando non ci crede, anche se non vuole.Non parlo solo dei dolori immensi,di quelle ferite da mina anti-uomoche ti fa la morte o la malattia.Parlo di te, che questo periodo non finisce più,che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile,che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.Te, implacabile arbitro di te stessa,che da come il tuo capo ti guarderàdeciderai se sei all'altezzao se ti devi condannare.Così ogni giorno,e questo noviziato non finisce mai.E sei tu che lo fai durare.Oppure parlo di te, che hai pauraanche solo di dormirci, con un uomo;che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria,che non flirti con nessunoperché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.Peggio: se ci rimani presa in mezzotu, poi soffri come un cane.Sei stanca: c'è sempre qualcunoCon cui ti devi giustificare,che ti vuole cambiare,o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.Eppure te la racconti,te lo dici anche quando parli con le altre:"Io sto bene così. Sto bene così,sto meglio così".E il cielo si abbassa di un altro palmo.Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere,ci hai abitato Natali e Pasqua.In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima;ed è passato tanto tempo,e ne hai buttata talmente tanta di anima,che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchioperché non sai più chi sei diventata.Comunque sia andata, ora sei quie so che c'è stato un momentoche hai guardato giùe avevi i piedi nel cemento.Dovunque fossi, ci stavi stretta:nella tua storia, nel tuo lavoro,nella tua solitudine.Ed è stata crisi.E hai pianto.Dio quanto piangete!Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata,alla fermata della metro, sul motorino.Così, improvvisamente.Non potevi trattenerlo.E quella notte che hai preso la macchinae hai guidato per ore,perché l'aria buia ti asciugasse le guance?E poi hai scavato, hai parlato.Quanto parlate, ragazze!Lacrime e parole.Per capire, per tirare fuori unaradice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.Perché faccio così? Com'è cheripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"Se lo sono chiesto tutte.E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia,a due, a quattro mani,e saltano fuori migliaia di tasselli.Un puzzle inestricabile.Ecco, è qui che inizia tutto.Non lo sapevi?E' da quel grande fegato che ti civuole per guardarti così,scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.Perché una donna ricomincia comunque,ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.Ti servirà una strategia,dovrai inventarti una nuova formaper la tua nuova te.Perché ti è toccato di conoscerti dinuovo, di presentarti a te stessa.Non puoi più essere quella di prima.Prima della ruspa.Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.Innamorarsi di nuovo di se stessi,o farlo per la prima volta, è come un diesel.Parte piano, bisogna insistere.Ma quando va, va in corsa.E' un'avventura, ricostruire se stesse.La più grande.Non importa da dove cominci,se dalla casa, dal colore delle tendeo dal taglio di capelli.Vi ho sempre adorato, donne in rinascita,per questo meraviglioso modo di gridare al mondo"sono nuova" con una gonna a fioriO con un fresco ricciolo biondo.Perché tutti devono capire e vedere:"Attenti: il cantiere è aperto.Stiamo lavorando anche per voi.Ma soprattutto per noi stesse".Più delle albe, più del sole,una donna in rinascita è la più grande meraviglia.Per chi la incontra e per se stessa.È la primavera a novembre.Quando meno te l'aspetti...