ITALIA DEI VALORI

Messaggio di Antonio Di Pietro


Cari amici di Crispano, ci prepariamo ad una nuova stagione politica. Tra pochi giorni il Parlamento riprenderà la propria attività, come i consigli comunali, regionali e provinciali. Da parte nostra, ci ritroveremo dal 21 al 24 settembre a Vasto, per incontrarci in una nuova veste e per crescere politicamente, confrontandoci con avversari e alleati politici su tutti i temi dell’attualità. L’appuntamento di Vasto sarà un momento fondamentale per la politica del nostro partito, perché da lì lanceremo la nostra campagna d’autunno, che riguarderà molte tematiche ma che , a mio avviso, deve riguardare anche la problematica del “conflitto di interessi”. E’ fondamentale che al più presto il Parlamento affronti la questione. Dopo l’inciucio dell’indulto è necessario che ci sia un forte segnale di discontinuità con i 5 anni di Governo di centrodestra e noi di Italia dei Valori chiediamo che questo segno di discontinuità si evidenzi proprio dal conflitto di interessi. La nostra deve essere una battaglia volta a colmare una profonda lacuna, con lo scopo di adeguare l’ordinamento italiano a quello delle altre democrazie occidentali, attraverso un modello di provata efficacia e di sicuro equilibro che miri a prevenire l’insorgere di conflitti di interesse tra gli incarichi istituzionali e l’esercizio diretto di attività patrimoniali che possano essere in confitto. Il nostro impegno è quello di liberalizzare il sistema radio-televisivo, perché oggi siamo di fronte ad un’oligarchia di fatto, gestita da un ente pubblico assoggettato ai partiti e da uno privato che blocca qualsiasi condizione di libero mercato. Dobbiamo trovare la formula per arrivare ad una normativa liberale in cui il servizio pubblico non limiti il privato e soprattutto dobbiamo creare le condizioni affinché vi siano più soggetti privati. Noi dell’Italia dei Valori non possiamo accettare – neanche dai nostri amici dell’Unione – inciuci o pannicelli caldi in materia di conflitto di interessi. I problemi vanno affrontati per quelli che sono e ciò va fatto subito, per evitare che alla fine della legislatura veniamo accusati di intervenire solo per motivi elettorali. Il vero problema consiste nel fatto che in Italia ci sono concessionari di servizi pubblici, soprattutto nel settore delle frequenze radio- televisive, che approfittano di ciò che lo Stato ha dato loro (la concessione delle frequenze, appunto) per alterare il libero gioco della democrazia elettorale con l’utilizzo abnorme e predominante degli strumenti di comunicazione, in particolare nei periodi di campagna elettorale. Per ovviare a quest’anomalia tutta italiana non c’è blind trust o altre alchimie legislative che tengano, giacché come dice Travaglio, “il fondo sarà cieco ma il proprietario è chiaramente visibile”. La soluzione, pertanto, può essere solo quella di prevedere l’ineleggibilità di quei candidati che - trovandosi nella condizione predetta – non si vogliono realmente liberare della titolarità delle concessioni in questione. Si dirà: “Ma così si esclude Berlusconi”. No, se si persevera con queste regole si continua a favorirlo ingiustamente. Berlusconi deve capire, una volta per tutte, che non può stare con due piedi in una scarpa: o fa il concessionario di servizi pubblici o fa il politico e l’uomo di governo. Questa vorrei fosse uno dei temi principali della campagna d’autunno dell’Italia dei Valori, una battaglia che con forza dovremo portare avanti nei prossimi mesi, perché la prima cosa per un paese libero e democratico è avere il diritto ad una buona e libera informazione.  Ma avremo modo di discuterne a Vasto, dove apriremo il dibattito. Intanto, buon lavoro a tutti.  Antonio Di Pietro