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ADULTI


Scrive  Vittorio Schiraldi : Molti genitori si lamentano perché i loro figli finiscono spesso per compiere scelte che scaturiscono dalla logica del loro gruppo di appartenenza ubbidendo, fin da piccoli, prima ancora che alle leggi della moda, a quelle del branco. Insomma, nella scelta di una collezione di figurine, di uno zainetto o di un paio di scarpe, si preoccupano costantemente di uniformarsi ai modelli adottati dai loro compagni, dai quali non oserebbero discostarsi per timore di rischiare l’isolamento. In realtà, proprio quei genitori che si lamentano, di solito fanno ben poco per stimolare nei figli scelte più personali, non osando in alcun modo contrastarli quando pretendono l’acquisto di quel certo giubbotto o di quella videocassetta solo perché “ ce l’hanno tutti”. Ricordo che anche a me, a suo tempo, toccò affrontare queste pur modeste battaglie sulle quali, però, mi ero sempre impegnato a non mollare. A mio figlio, che voleva impormi la marca di un certo piumone adottato da quasi tutti i suoi compagni di classe, promisi che lo avrei accontentato se mi avesse dimostrato che si trattava di una scelta sua e me ne avesse quindi spiegato le ragioni. E per lasciare intendere il mio punto di vista un giorno mi fermai con lui davanti a un gregge di pecore che pascolavano nei pressi di casa nostra e gliene indicai una fra le tante. “ Quella pecora lì fa tutto quello che fanno le sue vicine, non si stacca mai dal gregge e non sa nemmeno dove va e che cosa vuole, perché si fa guidare dal pastore o si lascia sospingere da tutte le altre. E’ così che tu immagini la tua vita?” gli dissi. Mio figlio non rispose e scelse un piumone di una marca diversa e io, quasi per scherzo, gli proposi di proporlo anche agli indecisi che non avevano ancora fatto la loro scelta. E un’altra volta, qualche tempo dopo, quando mio figlio, con l’impazienza degli adolescenti, mi chiese: “ papà, quand’è che uno diventa grande?” per rafforzare in lui l’impegno alla responsabilità delle proprie scelte mi limitai a dirgli : “ Uno comincia a diventare grande quando gli offrono una sigaretta o qualcosa di simile e anche se tutti accettano perché non sanno dire di no, lui riesce a dire: “ No grazie, non mi piace e non ho nemmeno voglia di provare ”. Diventa grande il giorno in cui va a una festa, e se gli capita di non divertirsi non cerca di tirare a far tardi comunque, ma riesce a dire agli altri: Io mi sto annoiando, quindi me ne vado a dormire. Subito dopo, scoprirà di avere detto quello che molti altri pensavano e non avevano il coraggio di dire e allora proverà una grande soddisfazione. Quella di sentirsi appunto, in qualche modo, più grande”.